La cannabis terapeutica in Italia è sempre più un diritto negato: ora arrivano anche i medici obiettori
Come se non bastassero le difficoltà dovute alla mancanza di scorte per le farmacie, che da mesi rendono irreperibile per molti malati le terapie a base di cannabis, ora per i pazienti pugliesi si apre un nuovo fronte: quello dei medici che rifiutano di prescrivere cannabis.
Il problema è noto da tempo, ma fino ad oggi lo si era impuntato alla mancanza di aggiornamento di molti medici, che spesso opponevano resistenze alla prescrizione di farmaci a base di cannabinoidi perché non erano aggiornati sui campi di utilizzo medico degli stessi o per (infondate) paure di commettere illeciti.
Quello che è accaduto a Bari invece appare come una presa di posizione esplicita del medico che, andando contro la legge, espone un cartello con su scritto: “Si comunica che il dott. Schiavone non è prescrittore di cannabis”. La cannabis naturalmente è considerata una medicina a tutti gli effetti anche dalla legge italiana, quindi il cartello del dottore in questione dovrebbe suonare assurdo come un “non si prescrive aspirina”.
Il timore a questo punto è che anche contro la cannabis possa svilupparsi un movimento di medici che si rifiutano di prescriverla, come avviene ad esempio tra i medici cattolici che invocano l’obiezione di coscienza per rifiutare la prescrizione dei farmaci abortivi. Anche se la speranza è ovviamente quella di trovarsi di fronte a un caso che rimarrà isolato.
Trovatosi al centro delle comprensibile polemiche dei malati, che hanno postato il suo cartello sui social network, il dottor Schiavone si è difeso dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno, dichiarando che voleva solo specificare che per la prescrizione serve sottoporsi alla visita e di averlo affisso solo perché un paziente si era presentato nel suo ambulatorio chiedendo la prescrizione senza volersi sottoporre agli accertamenti necessari.
«Non c’è un diniego alla prescrizione della cannabis. Quell’uomo era nella lista dei prenotati. La cannabis seppur con effetti terapeutici ha anche effetti collaterali allucinogeni e allergenici di varia natura. Come un qualsiasi farmaco ha indicazioni e controindicazioni. Per questo va prescritta dopo una visita medica in presenza di determinate patologie, neoplasie e altre situazioni in cui é prescrivibile», ha specificato.
Ma quello emerso a Bari non è purtroppo l’unico caso. Andrea Trisciuglio, presidente dell’associazione di malati “La PiantiAmo”, ha pubblicato anche la foto di un altro caso simile, avvenuto questa volta a Lecce, dove un medico ha affisso un lungo avviso in cui annunciava la sua resistenza alla prescrizione dei cannabinoidi.
«Si comunica ai pazienti che l’eventuale utilizzo di THC a scopo terapeutico avrà luogo SOLAMENTE dopo aver testato tutti gli altri presidi analgesici e a totale discrezione del medico». Questo il testo dell’avviso che pare un evidente invito ai malati che necessitano di farmaci a base di cannabis a rivolgersi altrove. Alla faccia del giuramento di Ippocrate.