La cannabis nel trattamento della sindrome di Arnold Chiari
Alcuni pazienti mi hanno chiesto di parlare della relazione che c’è tra l’utilizzo della cannabis terapeutica e la sindrome di Arnold Chiari. In questa patologia abbiamo una erniazione delle tonsille cerebellari all’interno del forame magno che causano una serie di problemi che vanno da un dolore cronico diffuso, dolore alla colonna vertebrale, al capo, agli arti superiori e inferiori, difficoltà e impaccio motorio, stanchezza, insonnia, disturbi respiratori come le apnee notturne e un’altra serie di sintomi molto vari.
È una sindrome altamente invalidante, dove talvolta si può intervenire chirurgicamente e quindi si può dare un aiuto di tipo chirurgico, ma spesso quello che serve è un aiuto per riuscire a rendere la vita più sopportabile, quindi migliorare la qualità della vita. Questa condizione di tensione dell’encefalo verso il basso, verso il midollo, dovuta a questa erniazione delle tonsille cerebellari, causa un processo di eccitazione continua a carico del sistema nervoso; abbiamo un eccito-tossicità tipica da neuroinfiammazione, come avviene anche in altre patologie neurodegenerative, per cui la cannabis può essere d’aiuto.
Normalmente questi pazienti affrontano la giornata in maniera molto difficile e riferiscono che hanno un grosso beneficio dall’utilizzo della cannabis: per il dolore cronico, ovviamente, ma anche per il trattamento dell’insonnia, per questo stato di stanchezza profusa, e spesso anche per disturbi alla memoria e difficoltà della concentrazione. Nella mia esperienza, visto che ho alcuni pazienti e collaboro con l’associazione Arnold Chiari, in partenza normalmente utilizzo una cannabis che contiene un rapporto 1:1 di THC e CBD, ma spesso questi pazienti necessitano di concentrazioni di THC maggiori, per cui, quando il rapporto THC/CBD di 1:1 non funziona, utilizzo due tipi di cannabis in associazione. In questo modo arrivo ad avere un rapporto THC/CBD di 3:1 o 4:1. Ho visto che con questa soluzione i pazienti migliorano notevolmente la qualità della vita. Quindi, quello che dico a tutti coloro che conoscono pazienti che soffrono di questa patologia, è che possono trovare un valido aiuto nell’assunzione di cannabis per uso terapeutico.
Fonte: cannabisterapeutica.info