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La cannabis e il suo impiego nella medicina veterinaria

La cannabis e il suo impiego nella medicina veterinaria

Da alcuni anni, la medicina veterinaria si sta interessando sempre più alla cannabis, a tal punto che, nel futuro, il suo impiego potrebbe essere inserito nei protocolli, grazie alla sua promettente attività terapeutica. La dottoressa Giorgia della Rocca, del Dipartimento di Medicina Veterinaria di Perugia, sul settimanale d’informazione professionale La Settimana Veterinaria, scrive: «Stante la novità e l’interesse dell’argomento, i prossimi articoli della rubrica, saranno ad esso dedicati, con l’intento di introdurre il medico veterinario al sistema endocannabinoide, alle sue funzioni e, soprattutto, alle possibilità terapeutiche che tale sistema offre, grazie all’interazione con i cannabinoidi esogeni estratti dalla cannabis, in particolare nell’ambito della gestione di sindromi dolorifiche». Sembra infatti risultare particolarmente efficace nella cura delle malattie del dolore, come per esempio l’artrosi, in quelle neurologiche (epilessia, nevriti, deficit cognitivo del cane e del gatto anziano), per la gestione di stress, ansia, osteoporosi e malattie autoimmunitarie.

Ad oggi, non sono moltissimi i veterinari, in Italia, a somministrare la cannabis terapeutica e il CBD agli animali, anche se entrambe le sostanze possono essere prescritte tranquillamente attraverso apposita ricetta e comprate nelle farmacie. Una possibile spiegazione deriva dal fatto che, in Italia, per i veterinari non sono previsti corsi di aggiornamento per approfondire l’argomento. Vengono organizzati solamente brevi seminari, pertanto, penso che molti medici non si sentano pienamente formati per poter curare i propri pazienti con composti fitoterapici a base di estratti di cannabis.

Elena Battaglia, veterinaria ligure di Spotorno, chiamata più volte come relatrice nei convegni dedicati a questo tema, prescrive già da tre anni il CBD e la cannabis terapeutica ai suoi pazienti. Ha iniziato a usarla, comprando un prodotto americano, per aiutare il suo cane di 17 anni, che aveva gravi problemi di artrosi. «Dopo aver visto l’effetto su di lei (in pochi giorni è ringiovanita di almeno tre anni), ho capito che poteva essere utile a tanti altri animali che soffrono di artrosi». Oggi, utilizza il CBD e la cannabis terapeutica per curare diverse patologie quali dermatiti atopiche e allergiche, disturbi comportamentali, ansia, problemi neurologici, epilessia e certi tipi di tumore, grazie al suo potere antinfiammatorio. Anche perché «il CBD non ha alcun tipo di controindicazione. In qualche rarissimo caso, qualche cane dormiva un pochino di più! La cannabis terapeutica, invece, se dosata correttamente, non ha effetti collaterali, soprattutto se ha un basso dosaggio di THC. Non ho inoltre riscontrato particolari interazioni nei cani che prendono contemporaneamente il CBD o la cannabis terapeutica e i farmaci allopatici».

Su internet possiamo trovare tanti validi prodotti in vendita, ma, come afferma la dottoressa Battaglia, «è bene farsi consigliare sempre da un veterinario esperto, perché, la dose è soggettiva, alcuni prodotti possono contenere metalli pesanti e non tutti hanno la quantità di CBD che affermano di avere. Per questo, è buona norma richiedere sempre le analisi per verificare la bontà del prodotto». Il fai da te è sempre sconsigliabile e a volte può essere pericoloso!



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