La cannabis di oggi è più potente?
La contrapposizione tra la logica della Natura e l’arroganza dell’Essere Umano di solito produce un grande vuoto, molte lezioni e fallimenti prima di raggiungere quell’equilibrio in cui tutto scorre armonicamente. La cannabis esiste da migliaia di anni e pensare che l’uomo l’abbia resa più potente di quanto abbia fatto la natura è davvero sbagliato. L’essere umano ha selezionato, testato e mantenuto in vita soltanto piante che ha trovato sul suo cammino, ma chi ha detto che la potenza non ci fosse già?
La mia tesi è che la potenza nella cannabis sia sempre esistita, ma a causa della mancanza di una corretta coltivazione e conoscenza della pianta, questa non sia stata mai del tutto scoperta. A partire dalla fine degli anni ’80, noi coltivatori abbiamo introdotto l’omogeneità e portato la cannabis nell’agricoltura, il che ci ha consentito di confrontarci con una varietà che può essere acquistata tutto l’anno. Quindi siamo passati dall’usare qualcosa genericamente chiamato erba a strain specifici come Critical Mass, per esempio. È proprio come andare al supermercato e trovare sempre disponibili diverse varietà di pomodori!
La cannabis in natura ha un ciclo di fioritura che varia dai 2 ai 6 mesi a seconda del metodo di coltivazione e della genetica utilizzata, nonché della zona geografica in cui ci si trova. Essa è dunque una delle fonti disponibili per estrazioni, biomassa, oli essenziali e altro ancora: un’assoluta salvezza per il cambiamento climatico, che si trova proprio davanti ai nostri occhi. È vero che non sempre si riescono a vedere le cose ovvie, se non si cercano! Questo è il motivo per cui persone che la usavano nella vita di tutti i giorni come Bob Marley e Peter Tosh hanno sostenuto la cannabis come sacramento religioso per l’uso e per l’aiuto di tutti.
L’idea che la cannabis sia diventata più potente negli ultimi 30 anni non è del tutto giusta. Bisogna tenere presente che i nostri strumenti sono diventati prontamente disponibili e con maggiore risoluzione, e abbiamo potuto utilizzarli nell’industria della cannabis solo dalla fine degli anni ’90. Ragioni mediche hanno dato il via libera legale all’uso della cannabis per i malati terminali, ora esteso a molte altre patologie, così le coltivazioni di canapa hanno iniziato a portare parecchi soldi agli agricoltori dal momento che l’estrazione di specifici componenti da tutte le diverse varietà di canapa è diventata una fonte per le sigarette elettroniche, l’industria alimentare e la cosmetica.
La cannabis non è necessariamente diventata più potente rispetto ai tempi della bush weed di Bob Marley. Ai tempi la coltivazione era svolta con colture di soli semi e quindi ogni singola pianta poteva essere geneticamente diversa dato che non era possibile effettuare il controllo dell’impollinazione all’aperto. Poi c’è il fenotipo o espressione fisica delle piante che esprime i propri tratti in base all’ambiente e alle condizioni meteorologiche a cui sono esposte. Ecco perché la bush weed variava sempre a seconda della pianta da cui proveniva. Dato che le piante da seme venivano coltivate un’unica volta prima dell’avvento della clonazione e della preservazione delle madri, le sorelle da seme mostreranno somiglianze quanto più la coltura da seme è stata sviluppata tramite inbreeding, ma ci sarà pur sempre varietà.
Il criterio per cui 18 ore di luce e 6 di oscurità sono in grado di mantenere una pianta madre in vita tutto l’anno, sommato all’avvento della clonazione di queste madri, ha cambiato l’industria nei primi anni ’90. Ciò ha significato che potevi andare in un coffeeshop in Olanda e avere la stessa identica infiorescenza di un determinato strain giorno dopo giorno. Questo fatto, da solo, ha cambiato l’industria della cannabis facendola passare da una sottocultura inaffidabile, casuale disomogenea e dipendente dal seme a coltura a rotazione pianificata e omogenea grazie all’uso dei cloni per coltivazioni outdoor e indoor. Avere una fornitura costante di un prodotto standard vuol dire che può diventare un’industria. Naturalmente ciò non è successo da un giorno all’altro, quindi l’erba di bassa qualità dal Messico, Tailandia, Africa e così via era ancora commerciata, ma gli amanti della cannabis di tutto il mondo già iniziavano a degustare l’omogeneità di varietà come la Widow, Critical Mass e altri strain divenuti popolari. La richiesta di brick weed, ovvero i panetti di erba pressata, è crollata e ha continuato a diminuire da allora.
Non c’è dubbio che l’hashish e gli estratti ottenuti dalla cannabis hanno le concentrazioni più alte mai rilevate. La cannabis negli anni ’90, quando iniziai a selezionare le serie Widow, aveva livelli estremamente alti di THC e di altri componenti. Ciò che la maggior parte della gente non capisce sulla cannabis è il modo in cui tutti i terpeni e cannabinoidi nelle loro diverse concentrazioni reagiscono l’uno con l’altro all’interno del metabolismo di un individuo. Mentre i test e gli strumenti di laboratorio miglioravano e i test volontari, e non le statistiche della DEA sul materiale sequestrato, diventavano dati, abbiamo assistito ad aumenti evidenti dei livelli di THC. Io credo che quei livelli siano sempre stati lì, siamo noi che ora abbiamo deciso di vederli, che cerchiamo di testarli e abbiamo gli strumenti per farlo, che non esistevano in precedenza.
I consumatori di cannabis over 50 possono aver provato i Thai Sticks o la Durban Poison o la Mullumbimby Madness o ancora la Maui Wowie. Queste varietà della cultura underground hanno permesso di localizzare geograficamente sulla mappa la cannabis più affidabile e potente, non piante particolari. L’individuazione di zone nel mondo considerate eccellenti per la produzione di cannabis ha rappresentato l’inizio della sua comprensione da parte dell’uomo. Da allora abbiamo gradualmente cambiato le leggi e sviluppato varietà, fino a oggi in cui la nostra conoscenza riguarda piante specifiche e non si limita più a zone outdoor in giro per il mondo.

L’Olanda cambiò il volto pubblico della cannabis negli anni ’70 permettendo l’esistenza dei coffeshop, dove la cannabis poteva essere usata da coloro che li frequentavano. La storia in Olanda cominciò principalmente con l’hashish che proveniva da zone tradizionali di coltivazione di cannabis come Marocco, Libano, Nepal, India e Turchia. La ragione per cui l’hashish era il prodotto più richiesto in quel momento era perché si trattava di un prodotto costante. Essendo una coltivazione solo da seme in cui poi il risultato veniva mischiato tutto insieme, l’hashish ha rappresentato un’alternativa più affidabile e omogenea rispetto alla singola pianta di cannabis. Esso risultò avere una forza e un aroma costante al contrario della cannabis a quei tempi. Il cambiamento ebbe inizio negli anni ’60 e ’70 con i breeder underground e i viaggiatori che s’interessarono alle varietà da seme di alcune zone (landrace). Questi breeder amatoriali raccoglievano semi e li riportavano nei loro paesi per iniziare a ibridare cannabis. Loro hanno creato super varietà selezionate per specifiche caratteristiche. L’uomo ha fatto da ape impollinatrice in giro per il mondo, catalizzando l’omogeneità della cannabis ibridata di alta qualità. È stato questo il reale cambiamento della pianta di cannabis.
Venendo ai giorni nostri, stiamo manipolando la pianta di cannabis per estrarne certi componenti e ciò ha creato il malinteso che le varietà siano più forti oggi, invece sono solo più specifiche come le nostre richieste. Nella produzione, coltivazione e selezione della cannabis abbiamo seguito la scienza e la ricerca, entrando in maniera certa nella categoria dedicata all’agricoltura. Piuttosto che sprecare tempo sul fatto che la cannabis oggi è più forte di prima, è meglio sapere che la nostra conoscenza e la comprensione di come utilizzare i componenti presenti nella pianta di cannabis ha portato i nostri agricoltori a produrre colture di piante con componenti specifici da estrarre per i quali è necessaria molta biomassa. Quindi le piante di cannabis che utilizziamo oggigiorno sono davvero molto lontane da quelle che in origine trovavamo in quantità in natura.
Il ciclo che abbiamo creato a causa del continuo aumento della popolazione metterà alla prova le nostre risorse dato che decontestualizziamo le cose, ovvero non rispettiamo la localizzazione naturale delle risorse, favorendo la produzione di monocolture. Portare all’estremo la produzione di una singola pianta è stata una follia umana nel passato, e ripetere una follia solo per il denaro non ha mai funzionato nel lungo termine. Quindi come specie responsabile che desidera continuare a vivere sulla Terra e lasciare l’ambiente in condizioni migliori alle future generazioni, dobbiamo lavorare affinché ogni paese produca ciò di cui ha davvero bisogno e poco più. Questo darà origine a piccole produzioni locali e porterà beneficio alle comunità offrendo lavoro e prodotti invece di importare e utilizzare inutilmente le risorse della Terra per trasportare merci in tutto il mondo. La decentralizzazione dell’industria, dell’agricoltura e della popolazione contribuirà a contenere la domanda e ne beneficeremo tutti.
La cannabis è cambiata, è vero, ma lo ha fatto per via delle esigenze dell’uomo e non per l’evoluzione naturale. L’uomo voleva che la cannabis diventasse più forte per certi componenti e ha lavorato di conseguenza… E questo è il vero motivo per cui la cannabis è cambiata così tanto negli ultimi 50 anni.