La cannabis canadese sbarca in Portogallo
Il Portogallo fa il suo ingresso nel settore della cannabis medica con un progetto che prevede coltivazione, lavorazione, imballaggio e distribuzione di prodotti a base di cannabis ad uso medico a norma GMP destinati a pazienti, farmacie e ricercatori in tutto il mercato comune europeo. Un progetto con il quale il Paese punta a diventare il principale produttore di cannabis terapeutica in Europa per raggiungere i 10 milioni di clienti ed un fatturato di 40 milioni di euro.
Tillray, azienda canadese attiva sul mercato, ha infatti annunciato la creazione di un Campus ubicato nel parco di ricerca Biocant a Cantanhede con un investimento di 20 milioni di euro e la creazione di 100 posti di lavoro. Il progetto del Campus UE, iniziato a settembre, nella sua versione finale includerà una serra di 25.000 m2 e degli stabilimenti di lavorazione con un’area complessiva d 3.000 m2. Al momento è partito con un laboratorio e una banca di genetiche al chiuso, siti di coltivazione all’aperto, una serra di 10.000 m2 e uno stabilimento di lavorazione di 1.500 m2. Secondo l’azienda la prima fase del progetto innalzerà la capacità produttiva globale di Tilray a 62 tonnellate l’anno entro la fine del 2018.
«Negli ultimi due anni abbiamo lavorato duramente per trovare la giusta località per la coltivazione e la lavorazione e per ospitare le strutture di ricerca in risposta alla domanda crescente di cannabis ad uso medico d’alta qualità in Europa», ha spiegato Brandon Kennedy, Chief executive officer dell’azienda. «Il Portogallo esibisce il clima perfetto per la coltivazione della cannabis, professionisti sanitari altamente competenti e una fiorente comunità di ricercatori. Sotto il profilo economico e dal punto di vista ambientale, è meglio rifornire i pazienti europei dal Portogallo anziché dai climi dei Paesi settentrionali».
In risposta alle gravi lacune sussistenti per quanto concerne la disponibilità di cannabis ad uso medico d’alta qualità, Tilray sta perseguendo una strategia d’investimento aggressiva per espandere le proprie operazioni a livello mondiale. Oltre a Tilray Portugal Unipessoal Lda., Tilray possiede delle consociate interamente controllate in Germania (Tilray Deutschland GmbH), Canada (Tilray Canada Ltd.), Australia e Nuova Zelanda (Tilray Australia e New Zealand Pty. Ltd.) e prevede di esportare i propri prodotti a base di cannabis ad uso medico in altri cinque Paesi entro la fine del 2017. La società prevede inoltre di poter annunciare in futuro l’ottenimento di permessi da governi di altri Paesi, nonché l’instaurazione di altre collaborazioni per la ricerca in Portogallo, in Germania e in altri Paesi in diverse regioni del mondo.
Intanto in Germania stanno importando cannabis dalla Bedrocan e da un’altra azienda olandese in attesa di produrla; in Israele il governo ha investito 10 milioni di euro per progetti di ricerca sulla cannabis in medicina e nel 2016 sono stati dispensati circa 400 chili di cannabis al mese per un totale di circa 5 tonnellate; in Canada, dove vivono 35 milioni di persone a fronte dei nostri 60 milioni, dai 30mila pazienti registrati nel 2015, si è passati ai 100mila del 2016, per arrivare agli attuali 130mila e nel 2016 sono state distribuite quasi 9 tonnellate di cannabis, proveniente dai 130 produttori autorizzati, senza dimenticare quella che i pazienti possono autocoltivare.
Da noi invece i pazienti fanno fatica a trovare il proprio farmaco in farmacia. Il progetto lanciato dal governo nel 2014 presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, stenta a decollare. Ad oggi continua ad essere prodotta una sola varietà e la produzione resta scarsa: era stata assicurato che si sarebbe raggiunta quest’anno una capacità produttiva di 300 kg l’anno, comunque insufficiente per il fabbisogno nazionale, ma in realtà in diverse Regioni i pazienti fanno i conti con la carenza di cannabis presso le farmacie che stanno terminando le scorte senza acquistarne altra visto il decreto sul prezzo della cannabis fissato a 9 euro, che le obbliga a lavorare in perdita.