La battaglia di Meglio Legale non si ferma
Lo scorso 28 ottobre si è svolta l’assemblea pubblica a Bologna per fare il punto della campagna a favore della legalizzazione della cannabis e ripartire con nuove iniziative
Meglio Legale non si ferma nella lotta per legalizzare la cannabis in Italia, nonostante le numerose difficoltà. E proprio per capire come rilanciare la campagna a favore della legalizzazione in Italia, e togliere soldi e potere alle mafie, l’associazione ha organizzato un’assemblea pubblica lo scorso 26 ottobre, a Bologna, aperta a medici, imprenditori ma anche semplici cittadini interessati alla causa.
Già tre anni fa Meglio Legale aveva depositato in Cassazione oltre 600mila firme, raccolte per poter indire un Referendum sulla cannabis, che però pochi mesi dopo la Corte costituzionale con una decisione politica aveva bocciato il quesito evitando ancora una volta una discussione pubblica sul tema.
Ma la battaglia di Meglio Legale prosegue e quest’anno come ha spiegato Antonella Soldo durante l’assemblea «sono state raccolte 50mila firme per la proposta di legge popolare per la legalizzazione della coltivazione domestica di cannabis #iocoltivo, ma dal Senato non è ancora arrivato l’ok perché c’è stato un problema con la validazione delle firme. E così abbiamo scoperto che mancavano alcuni certificati che dovevano essere rilasciati dai comuni per convalidare le firme, e abbiamo fatto richiesta – che è stata accettata – per consegnare i documenti mancanti». Procedimento che sta seguendo passo dopo passo Barbara Bonvicini, vice Presidente di Meglio Legale, e che una volta completato il Senato avrà l’obbligo di discutere la proposta di legge #iocoltivo.
Presenti anche Marco Perduca, Presidente del Comitato Promotore Referendum Cannabis Legale, Senatore radicale (2008–2013) e storico antiproibizionista e Leonardo Fiorentini, direttore di Fuoriluogo.it, secondo cui si potrebbe realizzare una raccolta di esperienze “negative” che mettano in evidenza i veri problemi che quotidianamente crea una regolamentazione fortemente proibizionista.
In un clima in cui il Governo Meloni vuole inasprire il nuovo codice della strada (prevedendo il ritiro della patente se trovato positivo alla cannabis anche se consumata giorni o settimane prima) e addirittura ha proposto di vietare la canapa industriale, il resto del mondo continua a legalizzare e diventa quindi necessario ribaltare il dibattito proposto dalle istituzioni con attività di disobbedienza civile forti.
Iniziative più specifiche, già in cantiere, verranno strutturate se il ddl dovesse diventare legge perché la battaglia per la legalizzazione non si ferma, nemmeno di fronte agli ostacoli del governo e della classe politica attuale.