Guardando le stelle

Kony 2012

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Kony 2012 è il nome della recente campagna della ONG americana Invisible Children e soprattutto del video più virale della storia del web (100 milioni di visualizzazioni in 6 giorni). Joseph Kony è un guerrigliero ugandese, incriminato per crimini contro l’umanità dalla Corte Penale Internazionale (questo è un dato di fatto). La campagna di Invisible Children punta a “far diventar famoso Kony” in tutto il mondo, attraverso il video e altre iniziative, in modo che l’opinione pubblica possa far pressione sui governi, chiedendo loro di intervenire e catturarlo. Questo è ciò che sostiene la ONG.



Da quando la campagna è stata lanciata (prima settimana di Marzo 2012), se ne è parlato ovunque sul web. Devo ammettere che inizialmente il video aveva “catturato” anche me: un perfetto esempio di campagna virale efficace al 100%. Ma, prima di condividere e sposare la causa ho voluto documentarmi e andare a fondo della faccenda, soprattutto dal momento che uno degli obiettivi cui punta Invisible Children è quello di un intervento militare americano in Uganda…

Certo, sarebbe stato molto più facile inserire immediatamente il video sulla mia pagina facebook, chiedere a tutti di farlo girare che è importantissimo! e magari acquistare anche il “kit dell’attivista” (che consiste in qualche poster da appendere nella propria città e un braccialetto) come hanno fatto oltre 500mila persone, che con 30 dollari a testa pensavano di mettersi a posto la coscienza (per un totale di 15 milioni di dollari “regalati” alla – a dir poco discutibile – ONG in pochi giorni).

Morale della storia: è MOLTO più complicata di come ce la racconta Invisible Children; il signor Joseph Kony non si sa nemmeno se sia ancora vivo; sembra che in Uganda gli Stati Uniti abbiano interessi legati al petrolio; il video è pieno zeppo di inesattezze, cose non dette e slogan riciclati; dulcis in fundo, Jason Russell (regista del video e co-fondatore di Invisible Children) è stato arrestato alcune settimane fa per essersi masturbato in pubblico e aver sfasciato qualche auto, ubriaco o drogato, e ricoverato in psichiatria.

Personalmente ho deciso che non appoggerò la campagna “Kony 2012″: continuerò invece a sostenere quelle associazioni che seguo da tempo, che a me sembrano molto più concrete, genuine e sicuramente meno hollywoodiane: Kiva, Actionaid, Survival e Save the children (per citarne alcune).

 



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