Psiconauta

Ketamina

Ketamina     Ketamina

NOMI COMUNI
K, Special k, Keta, Cat Tranquilizer

CLASSIFICAZIONE DEGLI EFFETTI
Anestetico dissociativo, psichedelico

NOME CHIMICO
2-(2-chlorophenyl)-2-(methylamino)-cyclohexanone

ALCUNI FARMACI A BASE DI KETAMINA
Ketaforte 1000, Calipsol, Ketaset, Ketalin, Ketajet, Ketamine, Anesket, Imalgen, Ketalar

FORME COMMERCIALI
Liquido in fiale, polvere

DESCRIZIONE
(Wikipedia) La ketamina è un anestetico dissociativo per uso veterinario ed umano. È commercializzata con i nomi di Ketalar, Ketanest e Ketaset. A dosi sub-anestetiche causa forti dissociazioni psichiche (nonché lieve analgesia), ha trovato perciò largo uso come sostanza stupefacente.

In esperimenti su topi da laboratorio è stato riscontrato che la ketamina può danneggiare il sistema nervoso centrale causando la cosiddetta lesione di Olney (vacuolizzazione neuronale), che però compare, al contrario di altre sostanze antagoniste dei recettori NMDA, solo ad alti dosaggi (40 mg/KG). Sempre sui ratti sono state riscontrate alcune interazioni fetali e polmonari. La rilevanza clinica di queste scoperte è ignota. Per tal motivo e poiché l’esatto funzionamento della Ketamina è tuttora sconosciuto, la FDA (Food and Drug Administration) non ne ha licenziato l’uso. Nonostante ciò la ketamina è attualmente usata sotto controllo medico per interventi chirurgici soprattutto in campo pediatrico e veterinario e nella traumatologia senza che studi clinici abbiano al momento rilevato effetti dannosi sulle funzioni cerebrali dei soggetti. Per l’assunzione cronica a scopo stupefacente che nell’uomo induce dipendenza, è stata invece evidenziata una riduzione delle capacità mnestiche, in particolare della memoria a breve termine, e intensi sintomi psichiatrici. Il suo uso è in ogni caso sconsigliato su soggetti epilettici o con patologie cardiache.

EFFETTI INDOTTI
È un anestetico di carattere dissociativo. Con dosaggi sub-anestetici può portare il soggetto a forti allucinazioni visivo-auditive definite come “di pre-morte”, con la percezione di “entità disincarnate”, apparenti visioni del futuro (flashforward) e vista del proprio corpo dall’esterno. Si tratta dell’unico anestetico capace di permettere il respiro autonomo della persona sedata. È stato dimostrato a livello sperimentale che neuroni coltivati in vitro in condizioni di anossia sopravvivono per più tempo rispetto ad altre colture campione non trattate con la suddetta sostanza. C’è ragione di pensare che l’organismo sfrutti molecole con azione simile in condizioni d’arresto cardiaco per preservare l’integrità del sistema nervoso centrale e periferico. Stanislav Grof sostiene che chi ha fatto uso di ketamina “sa” che la morte non esiste, affermazione comune a chi ha sperimentato l’esperienza di pre-morte. Chi decida di assumere la sostanza attirato da tale suggestione può andar incontro alla distruzione di sé stesso e del proprio sistema nervoso; come ebbe a dire Olney esistono metodi molto meno pericolosi per vivere queste esperienze, come lo yoga ed altre pratiche del mondo indiano. Pare che il samadhi somigli molto al trip ketaminico. Nel caso in cui si presenti il bad trip, l’esperienza può assumere connotazioni di intensissimo trauma in grado di portare l’individuo ad una grande sofferenza psicofisica che può continuare anche per molto tempo, con possibilità di induzione inconscia al suicidio. L’utilizzo di questa sostanza per scopi stupefacenti è vivamente sconsigliato. E’ un derivato della fenciclidina che sostituì come anestetico generale: meno effetti collaterali (psicosi e reazioni violente indotte) e una durata d’azione minore (45 minuti-1 ora) che lo rendevano più maneggevole e sicuro. Determina anestesia dissociativa, in quanto deprime il sistema talamo-corticale, stimolando il sistema limbico e la formazione reticolare. Ne consegue che il paziente sottoposto ad anestesia da ketamina, pur avendo un notevole grado di analgesia, non dorme come dopo somministrazione di tiobarbiturico o altro anestetico endovenoso. Il paziente può vocalizzare suoni, presenta nistagmo, conserva i riflessi faringo-laringei e può presentare lacrimazione.

La ketamina è l’unico anestetico somministrabile sia per via endovenosa che intramuscolare. Mantiene sia i riflessi oculari sia quelli laringei, aumenta tutte le secrezioni (saliva, lacrime, secrezioni tracheo-bronchiali). Può causare intensa attività onirica e talvolta psicosi allucinatoria. Al risveglio il paziente deve recuperare gradatamente l’orientamento spaziotemporale in assenza di stimoli che potrebbero provocare allucinazioni, per prevenirle può essere utile somministrare precedentemente una benzodiazepina, si associa inoltre anche alla acepromazina, al droperidolo, alla xilazina, al butorfanolo, alla medetomidina. La ketamina aumenta il consumo cerebrale di ossigeno, con incremento del flusso ematico cerebrale e della pressione intracranica; e di conseguenza la frequenza respiratoria (ma non nei piccoli roditori) aumenta il tono simpatico e le secrezioni delle vie aeree, sull’apparato cardio-vascolare induce aumento della pressione arteriosa, della gittata cardiaca e della contrattilità miocardica; per tale caratteristica (azione cronotropa e inotropa positiva) viene raccomandato come farmaco induttore dell’anestesia generale nei pazienti gravemente shoccati (soprattutto in shock emorragico). Ha una controindicazione assoluta nei pazienti ipertesi, broncopneumopatici e con disturbi psichici. Recentemente, in alcuni studi sperimentali, la Ketamina ha dimostrato di poter indurre, a dosaggi subanestetici, un rapido e deciso miglioramento del tono dell’umore in pazienti affetti da depressione maggiore e non responsivi alla comune terapia farmacologica.

KETAMINA E ALCOL
L’assunzione di Ketamina, anche in bassi dosaggi ,può provocare nausea, vomito,giramenti di testa con vomito,disforia.

DECESSI CONNESSI ALLA KETAMINA
Mentre decessi connessi direttamente all’uso della ketamina sono rari, sono piuttosto comuni quelli legati al mix con altre sostanze. Anti depressivi, come le benzodiazepine, i barbiturici e l’alcol possono amplificare gli effetti sulla respirazione e sulla frequenza cardiaca. Pericolosi rallentamenti del battito cardiaco causano arresti cardiovascolari e/o respiratori. In un caso, il cui decesso fu attribuito alla ketamina, fu poi accertato che la causa era la combinazione con un altro dissociativo anestetico e tranquillante noto come Tylazol, l’autopsia ha rivelato cardiomegalia (allargamento del cuore) e epato-splenomegalia (ingrossamento del fegato e della milza). In un altro caso, l’asma è stata indicata come un concausa di morte con l’utilizzo di ketamina. Inotre gli effetti anesteteci della ketamina possono portare ad incidenti mortali in automobile o casalinghi.

DOSAGGI

INALAZIONE/NASALE
Soglia – circa 10-15 mg
Leggero – circa 15-30 mg
Comune – circa 30-75 mg
Forte – circa 60-125 mg
K Hole – 100-250 mg
Primi effetti: 5-15 minuti
Durata: 45-60 minuti
Postumi:1-3 ore

ORALE
Soglia – circa 40-50 mg
Leggero – circa 50-100 mg
Comune – circa 75-300 mg
Forte – circa 200-450 mg
K Hole – +500 mg
Primi effetti: 5-20 minuti dipende dal contenuto dello stomaco
Durata: 90 minuti
Postumi: 4-8 ore

RETTALE
Soglia – circa 40-50 mg
Leggero – circa 50-100 mg
Comune – circa 75-300 mg
Forte – circa 200-450 mg
K Hole – +500 mg
Primi effetti: 5-10 minuti
Picco: 20-30 minuti
Durata: 2-3 ore
Postumi: 4-8 ore

INTRAMUSCOLARE
Soglia – circa 10-15 mg
Leggero – circa 15-30 mg
Comune – circa 25-50 mg
Forte – circa 40-100 mg
K Hole – 60-125 mg
Anestesia – 100 -mg
Primi effetti: 1-5 minuti
Durata: 30-60 minuti
Postumi: 2-4 ore

Pietro Bonomo

 



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