Kaos – Post Scripta (Recensione)
KAOS – POST SCRIPTA (K-Age productions)
Fermi un secondo. Questo è davvero l’ultimo disco di Kaos? Insomma non è possibile. E’ tutto uno scherzo? Uno dovrebbe smettere quando non ha più niente da dire. Uno dovrebbe smettere quando si percepisce che si sta indebolendo troppo. E Kaos non ha mai smesso di essere in forma. 40 anni suonati e se ne esce con un altro disco che, per quanto breve (solo 8 tracce, meno di 25 minuti), vanta uno spessore lirico potentissimo. E dovrebbe essere l’ultimo?! Cristo. E’ come scrivere la recensione dell’ultimo numero di Batman. Non s’ha da fare. Kaos ha accompagnato metà dei rapper italiani per oltre 15 anni. Io personalmente ho capito il significato della parola “hardcore” quando ho acquistato Fastidio tanti anni or sono. C’è un misto di affetto, rispetto e malinconia nello scrivere queste parole. Che si può dire? Dall’inizio alla fine, le parole del nostro Marco Fiorito sono un saluto e un arrivederci a tutti noi, popolo dell’hip hop, non a caso sottolineato dalla scritta sulla copertina su una tavola Oujia. Kaos non si smentisce. Ci lascia perle di stile e di consapevolezza. E non vi parlerò di quello che ci racconta perché va ascoltato. Non vi dirò che sensazioni trasmette perché devono essere sentite. D’altronde negli anni questo samurai del rap non ha mai tradito le aspettative del sosttoscritto.
I bravissimi Fid Mella e Dj Argento ricevono il compito di suonare quello che è di fatto l’ultimo disco di Kaos e lo fanno con maestria. Senza uscire dagli schemi, ma lasciando segni profondi. Mi fanno impazzire rispettivamente Prison Break e Le 2 Metà, davvero due grandi prove, ma ogni beat è perfettamente adattato a Kaos, ed è proprio quello che uno si sarebbe immaginato (con un bel mixaggio potente e un suono davvero forte, molto più azzeccato, più adatto a Kaos, secondo me, rispetto il sound decisamente più frizzante di kARMA).
Post Scripta va ascoltato con calma, con quel gusto del collezionista che si gode la propria copia.
Di certo vedremo ancora Kaos sul palco, lo sentiremo come produttore (e grazie al cielo). Sono felice di questo bellissimo disco che mi riempie davvero. Mi fa venire voglia di prendere il quaderno e scrivere un sacco di rime. E mi rendo conto, in effetti, che è successo sistematicamente dopo ogni suo disco. Questo la dice lunga sul valore di ogni sua canzone.
Lasciatemi concludere raccontandovi una cosa: qualche tempo fa ho avuto il piacere di aprire l’ennesimo live a Kaos. In backstage si chiaccherava appunto di questo disco e sul fatto che fosse davvero il suo ultimo lavoro discografico. Quando gli chiesi “perché?” lui sorridendo mi ha risposto: “che vuoi che ti dica, dopo tanti anni, ho detto davvero tutto quello che dovevo dire, e uno deve anche avere il coraggio di dire basta”. Altro che fine. Questo è l’inizio della leggenda. Goodbye.
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Giovanni “Zethone”