Reggae vibrations

Kabaka ha fatto l’album più bello dell’anno

Foto di Kabaka Pyramid

Di un album del genere, per noi il migliore uscito finora e, a questo punto, presumibilmente il migliore uscito quest’anno, si può dire poco o tanto. 

Volendo scegliere la via breve, basta dire che Kabaka Pyramid ha dimostrato in questa occasione la sua immensa versatilità, facendo tesoro del suo primo amore, l’hip hop, ma rimanendo sempre e comunque fedele al credo Rastafari e alla sua chiamata: «The Kalling parla veramente del mio viaggio nella musica che ho intrapreso per uno scopo più alto, non solo per diventare ricco o popolare, ma per ispirare una vibrazione più alta in chiunque ascolti. Mentre la maggioranza cerca il piacere e un senso di gratificazione, ci sono pochi che l’Altissimo invoca per mantenere l’equilibrio sulla Terra. La musica è ciò che utilizzo per rispondere alla chiamata e cerco di esprimere ciò attraverso questo album.» Tutto chiaro, no?

Chi vuole saperne di più, invece, apprezzerà sapere che l’ultimo album di Kabaka, “The Kalling”, è uscito il 30 settembre 2022 grazie alle etichette Ghetto Youths International e Bebble Rock Music. È il secondo disco che l’artista originario di Kingston, Giamaica, ha creato in collaborazione con Damian Marley, dopo “Kontraband” (2018). 

L’album inizia con “Mystic Man”, un assaggio di uno dei brani più famosi di Peter Tosh, nel cui titolo Kabaka dice di riconoscersi. La seconda traccia è “Red Gold And Green”, il brano più importante del progetto che tutti dovrebbero poter ascoltare e godere. “Grateful”, registrata con Jemere Morgan e co-prodotta da Young Pow, contiene due differenti vibes grazie al cambio di tempo e ritmo a metà canzone. La traccia combina la voce stupenda di Jemere con le abilità liriche di Kabaka. In “Stand up”, la quinta traccia, si affrontano le molte questioni politiche di questo mondo invitando le persone a non distogliere lo sguardo e di battersi per ciò in cui credono. Il pezzo seguente, “Mr. Rastaman”, è stato creato in collaborazione con l’artista dancehall Tifa. Una traccia ispirata da nyabinghi che parla degli stili di vita e delle relazioni rasta-non rasta, confrontandole. “The Kalling”, l’ottavo pezzo, è la prima collaborazione con Stephen Marley. La canzone lancia un appello, ispira, e mira a ricordare ai giovani rasta il loro dovere di rappresentare la cultura Rastafari.

Un’altra bomba dell’album è la collaborazione con Buju Banton in “Faded Away”. La traccia dalla vibrazione ritmata anni Novanta farà ballare molte persone in tutto il mondo. Una delle canzoni dell’album preferite dallo stesso autore è invece “The Addiction”, prodotta in collaborazione con Young Pow e Stephen Marley, una traccia più lenta roots-hip hop, che racconta la dipendenza e la gratificazione offerte dai social media e dallo shopping online, dagli zuccheri e da tutte le dipendenze là fuori. “Energy” è la seconda canzone che Kabaka ha creato con Jemere, un brano piacevole pieno di sentimento, che invoca energia positiva. In “Mary Jane” ritroviamo un’altra collaborazione, questa volta con Black Am I. Qui viene elogiata l’erba sacra. Una dichiarazione d’amore guidata dal reggae roots a Mary Jane, molto molto ben fatta! Infine, la bonus track dell’album è Kontraband part II, una traccia hip hop in cui Kabaka unisce di nuovo le forze con Damian Marley. 

Il nome “Kabaka” in ugandese significa “Re” e la lunga sopravvivenza delle Piramidi dell’antica Africa rappresenta il suo desiderio di longevità nella musica e, lasciando messaggi come questi per le generazioni a venire, non potrà che essere così.

A cura di Arianna Petrolati



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