Julian Assange è finalmente libero
Dopo 5 anni di detenzione, il fondatore di Wiki Leaks Julian Assange ha fatto ritorno da uomo libero in Australia
Un uomo libero. Dopo 1900 giorni di reclusione nel carcere inglese di Belmarsh, Julian Assange è stato liberato.
A darne la notizia ufficiale su X è stata la moglie Stella Assange, che ha dichiarato: «Julian è libero!!!! Le parole non possono esprimere la nostra immensa gratitudine a VOI, sì proprio VOI, che vi siete tutti mobilitati per anni e anni per far sì che tutto ciò diventasse realtà».
La scarcerazione, concessagli su cauzione dell’Alta Corte di Londra, è avvenuta grazie all’accordo raggiunto dai suoi legali con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
Dipartimento che dopo il suo rilascio ha precisato in un comunicato che: «Julian Assange si è dichiarato colpevole per aver ottenuto e divulgato illegalmente dei documenti riservati relativi alla difesa nazionale». Per tale motivo gli «è proibito tornare negli Stati Uniti senza permesso».
JULIAN ASSANGE È TORNATO IN AUSTRALIA (TRA LE ACCUSE DEI MEDIA)
26 giugno. Ore 11:39. Dopo 6 ore e 37 minuti di viaggio (e oltre 5 anni di reclusione), Assange è atterrato da uomo libero nell’aeroporto di Canberra, Australia.
Un volo che gli è costato carissimo. Ben 520mila dollari, che l’attivista dovrà pagare di tasca propria. Il motivo? Ad Assange è stata negata la possibilità di viaggiare su voli commerciali.
Infatti, il velivolo che lo ha portato da Seipan: territorio USA dove si è svolto il processo che lo ha ufficialmente scagionato, era un aereo statale, di cui dovrà ricoprire interamente le spese.
Una somma esorbitante, che la moglie Stella ha tentato di tamponare con una campagna titolata “FreedomFlight“, che ha già raccolto oltre 500mila dollari in pochi giorni, riflettendo il sostegno della popolazione mondiale verso Julian Assange.
Supporto non dei media però, almeno di quelli italiani. Che dopo anni di silenzio pare non abbiano accolto con estrema gioia la sua liberazione. Definendolo “un pò spia”. Un finto martire. “Uno che non è mai stato un giornalista”.
Poco importa. L’unica cosa che conta davvero è che una delle figure più coraggiose dell’ultimo secolo, diventata per molti un’icona del giornalismo d’inchiesta, può finalmente vivere la propria esistenza da uomo libero.