Estradizione in USA per Julian Assange: ad attenderlo 175 anni di carcere
Il Comitato di difesa di Assange non si arrende all'estradizione decisa dal governo britannico e annuncia battaglia
Il governo britannico ha deciso per l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. La Corte Suprema inglese ha respinto un nuovo ricorso e il Ministro dell’Interno Patel ha sentenziato: dopo due anni di detenzione nel Regno Unito Assange verrà trasferito in USA, dove è accusato di cospirazione e spionaggio. In particolare, il governo degli Stati Uniti considera “criminale” il giornalismo investigativo di Assange, che nel 2006 ha fondato la piattaforma WikiLeaks con l’intento di rendere di pubblico dominio documenti secretati.
La decisione di Patel è stata accolta con grande scetticismo in quanto il Regno Unito ha deciso di estradare un cittadino straniero (Assange è australiano) sulla base di accuse politiche, assolutamente irrilevanti di fronte alla realtà dei fatti. È quanto sostengono i co-presidenti del Comitato di difesa: Noam Chomsky, Daniel Ellsberg e Alice Walker, che hanno rilasciato una dichiarazione ufficiale sull’estradizione.
«È un giorno triste per la democrazia occidentale. La decisione del Regno Unito di estradare Julian Assange nella nazione che ha complottato per assassinarlo, la nazione che vuole imprigionarlo per 175 anni per aver pubblicato informazioni veritiere nell’interesse pubblico, è un abominio», dicono.
«Ci aspettiamo che gli autocrati più disprezzati del mondo perseguitino giornalisti, editori e informatori. Ci aspettiamo che i regimi totalitari manipolino il loro popolo e reprimano brutalmente coloro che sfidano il governo. Ma non dovremmo aspettarci che le democrazie occidentali si comportino meglio? Il governo degli Stati Uniti sostiene che la sua venerata Costituzione non protegge il tipo di giornalismo non gradito al governo e che la pubblicazione di informazioni veritiere nell’interesse pubblico è un atto sovversivo e criminale. Questo argomento è una minaccia non solo per il giornalismo, ma anche per la democrazia stessa», concludono Chomsky, Ellsberg e Walker.
«La storia non finisce così», ha dichiarato Stella Moris, partner di Assange. «Ci batteremo, useremo ogni via legale, passerò ogni ora sveglia combattendo finché Julian non sarà libero, finché giustizia non sarà fatta». Moris ha rivelato che la battaglia legale contro l’estradizione continuerà portando le prove dei tentativi della CIA di assassinarlo.