Johnson & Johnson e i distributori dovranno pagare 26 miliardi per le morti da oppiodi
Johnson & Johnson, insieme a tre dei più grandi distributori farmaceutici a livello globale hanno raggiunto un accordo da 26 miliardi di dollari per risolvere le circa 3mila cause che erano state intentate loro da parte di governi statali, amministrazioni comunali e anche organizzazioni tribali, con l’accusa di aver fomentato la crisi degli oppioidi.
L’accusa per produttori e distributori era di aver minimizzato il rischio di dipendenza dagli oppioidi, mentre allo stesso tempo si incoraggiavano i medici a prescrivere le pillole tramite benefit, anche a persone che non ne avevano bisogno.
È per questo motivo che negli ultimi anni in USA si sta parlando di una vera e propria epidemia da oppiodi, che ha causato centinaia di migliaia di morti.
E così i distributori di farmaci AmerisourceBergen, Cardinal Health e McKesson si sono uniti a Johnson & Johnson per accettare di pagare un importo cumulativo di 26 miliardi di dollari per risolvere le accuse che hanno alimentato la crisi degli oppioidi del paese, della quale sono ritenuti responsabili.
L’accordo, annunciato da un gruppo di procuratori generali dello stato, varia per azienda e sarà pagato nel tempo: Johnson & Johnson pagherà 5 miliardi di dollari in nove anni; AmerisourceBergen pagherà 6,4 miliardi di dollari in 18 anni; Cardinal Health pagherà 6,4 miliardi di dollari in 18 anni e infine McKesson pagherà 7,9 miliardi di dollari in 18 anni. Ognuno dei tre distributori di farmaci ha già messo da parte dei fondi in previsione di un accordo, riferisce Axios.
Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) dal 1999, circa 841mila persone sono andate in overdose da farmaci, dei quali il 70% erano oppioidi e, secondo i dati provvisori rilasciati il 21 luglio dai CDC, gli overdose da farmaci negli Stati Uniti sono aumentate di quasi il 30% nel 2020, raggiungendo un livello record di 93.331. Nel 2019 a causa di questo tipo di farmaci sono morte quasi 50mila persone, dovute nel 73% dei casi ad oppioidi sintetici.
Il caso giudiziario è montato negli ultimi anni, con il culmine nel 2019 quando diversi stati Usa hanno iniziato a fare causa. Gli avvocati che rappresentano lo Stato dell’Oklahoma hanno accusato il conglomerato sanitario di giocare un ruolo centrale nell’epidemia di oppioidi negli Stati Uniti: “Non sono arrivati qui da un cartello messicano. Sono arrivati qui dal cartello farmaceutico, e il perno di tutto è Johnson & Johnson”, ha detto l’avvocato statale dell’Oklahoma Brad Beckworth.
In tutto questo ricordiamo che negli stati dove la cannabis per uso ricreativo o medico è legalizzata, le morti per overdose causate dagli oppiacei diminuiscono fino al 35%. Questa la scoperta della rivista Economic Inquiry che in uno studio, “The Effects of recreational marijuana legalization and dispensing on opioid mortality”, ha fatto il punto sull’accesso alla cannabis legale negli Stati Uniti, evidenziando appunto un calo fino al 35% dei morti fra i consumatori abituali di medicinali a base di oppio. Per gli autori il motivo è da ricercare nell’auto-trattamento, cioè nell’uso totalmente autonomo di cannabis per alleviare il dolore al posto dei derivati dall’oppio e il nesso causale tra la cannabis legale e la riduzione delle morti è risultato essere “molto forte”.