John Henry Bonham
John Henry Bonham nasce il 31 maggio 1948 dopo un parto molto travagliato durante il quale viene perfino rianimato. La famiglia Bonham viveva a Redditch, dove il padre gestiva una falegnameria e il piccolo John cominciava a suonare la sua prima batteria, ricavata dalle lattine del caffè. A dieci anni riceve il suo primo rullante e a quindici finalmente una vera batteria, un po’ vecchiotta e, come racconterà più avanti, parecchio arrugginita.
Rimane stregato guardando nel 1956 la pellicola The Benny Goodman Story interpretato da Gene Krupa batterista di primo piano della scena Jazz dell’epoca, così com’è influenzato da Johnny Kidd & The Pirates, The Hollies, Buddy Rich, Max Roach e Art Blakey. Nel 1962 entra a far parte prima del gruppo The Blue Star Trio e poi dei Gerry Levene & the Avengers. Per via del suo stile piuttosto vivace molto spesso i locali di Redditch negavano a lui e alle sue band di esibirsi.
Finita la scuola però comincia a fare il batterista a tempo pieno, diventando nel 1965 membro dei Crawling King Snakes, con il giovane Robert Plant alla chitarra. Proprio Plant dopo l’esperienza finita con i The Yardbirds, indica il nome dell’amico John quale batterista perfetto per la sua nuova band. John nello stesso tempo riceve proposte interessanti ed economicamente più vantaggiose da artisti prestigiosi come Joe Cocker e Chris Farlowe ma alla fine i Led Zeppelin hanno il loro batterista.
Nel 1968 parte il primo tour dei Led Zeppelin ed è un successo mondiale. Bonham ad inizio carriera aveva modi così tranquilli da essere soprannominato Bonzo, il cane mansueto di una serie animata dell’epoca, ma il successo e la lontananza dalla sua amata casa di provincia lo mutarono fino a farlo diventare un grandissimo bevitore dal carattere estremamente aggressivo, così da diventare “la bestia” e lo spauracchio di tutti gli alberghi in cui alloggiava durante i tour.
Famoso è l’episodio del 1976 quando, dietro le quinte ad un concerto dei Deep Purple, ubriaco e assai eccitato, notò un microfono libero e salì sul palco: il gruppo smise di suonare stupefatto mentre Bonzo urlava al microfono: «Sono John Bonham dei Led Zeppelin e voglio semplicemente annunciarvi che abbiamo un nuovo album in uscita: si chiama Presence e, cazzo, è fantastico!», quindi fece per andarsene ma prima si voltò verso il chitarrista dei Deep Purple e lo insultò gratuitamente: «E per quanto riguarda Tommy Bolin, non sa suonare una merda». La notizia venne riportata sulle riviste musicali di tutto il mondo e successivamente gli stessi Deep Purple confermarono numerose volte l’accaduto.
I Led Zeppelin tracciano una nuova era per la batteria, creando dei groove del tutto rivoluzionari, cambiando addirittura le misure della batteria, con tamburi molto più grandi, accordando manualmente le pelli e incidendo definitivamente con la sua manualità e formidabile resistenza suoni e assoli prima inimmaginabili. Da guinness dei primati l’infinito assolo di “Moby dick”, ed immortali restano i 9 album firmati Led Zeppelin con canzoni leggendarie come Kashmir, Stairway To Heaven, Heartbreaker e Baby I’m Gonna Leave You. Nel 1980 i Led Zeppelin si trovano a Windsor nella casa di Jimmy Page dove alloggiavano per le prove del nuovo tour.
La mattina del 25 settembre John Paul Jones e Benje LeFevre (manager dei Led Zeppelin) scoprono il corpo di Bonham senza vita, ucciso per soffocamento dal suo stesso vomito durante il sonno, all’età di 32 anni. Il comunicato della band recitava: «Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico e il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere che non possiamo più continuare come eravamo».
Durante il live Aid del 1985 i Led Zeppelin si riuniscono per la prima volta dallo scioglimento e tornano tutti assieme sul palco nella composizione classica con Jimmy Page, Robert Plant, John Paul Jones e il diciannovenne Jason Bonahm figlio del mito. John Bonham rimane uno dei più influenti musicisti della storia del Rock: nel 2011 un sondaggio del magazine Rolling Stones lo ha incoronato miglior batterista di tutti i tempi e la stessa onorificenza gli è stata consegnata da riviste specializzate come Rocklist, Stylus Magazine, Modern Drummer e Gigwise.
Robert Murphy
Nato a Torino, vive oggi nella sorridente bologna. Studioso di storia e appassionato disegnatore vive alla giornata.