John Belushi
John Adam Belushi nasce a Chicago, Illinois, il 24 gennaio del 1949. Cresce a Wheaton nella periferia di Chicago e frequenta il liceo comunale militando come capitano nella squadra di football, sua prima passione, ed esordendo come attore nelle varie rappresentazioni teatrali organizzate dalla scuola. Quella faccia da cartone animato, con capacità espressive che lo renderanno poi celebre, convince chi lo guarda prima ancora dello stesso John che il suo futuro sarà lo spettacolo. Diplomatosi nel 1967, frequenta per un anno i corsi universitari dell’istituto Whitewater, nel Wisconsin, per poi tornare vicino a Chicago, al College di Dupage, dove ottiene un diploma di laurea in arte e spettacolo.
E’ il 1971 quando John partecipa ad un provino per entrare nel cast di “The Second City”, una compagnia comica dedita alla recitazione di sketch improvvisati che sarà casa natale delle sue prime caricature, tra le quali un perfetto Joe Cocker che gli varrà una parte nel National Lampoon’s Lemmings (una parodia teatrale di Woodstock). E’ il successo! I suoi numeri fanno impazzire la gente e dal Lemmings passa alla N’L’s RadioHour: mezz’ora di pura follia che attraversa 600 stazioni negli States. Questo è anche il periodo dei primi contatti con le droghe (userà quasi esclusivamente anfetamine) e soprattutto con l’alcool, un rapporto che non nasconde, ma anzi esalta su quel palco che è “…l’unico posto dove so quello che faccio!”.
Nel 1975, trasferitosi nei pressi di Toronto vede esibirsi in un locale chiamato “The 505” Dan Aykroyd, destinato a divenire suo grande amico e spalla. Si stanno gettando le basi per l’entrata di Dan nel cast radiofonico quando un disco blues, una scintilla d’intesa tra i due e un nome buttato lì dall’amico Howard Shore danno improvvisamente vita a quelli che saranno i “Blues Brothers”. Suonano “Everything i need(almost)” e “Shot gun blues” al Lone Star con Duke Robelard e i Room Full of Blues: si tratta di un’esperienza che darà la svolta ad entrambi, ma ci vorrà ancora del tempo perché questo seme germogli completamente.
Nel febbraio del ‘75 la NBC decide di fondare un nuovo show per il sabato sera e scrittura subito vari membri del “Radio Hour” tra i quali anche John Belushi, sposatosi nel frattempo con Judy Jacklin. Al provino per lo spettacolo arriva con i capelli raccolti a coda di cavallo, vestito con un suo vecchio accappatoio e brandendo una spada, si presenta come il Samurai Futaba, silenzioso e concentrato per la battaglia, le cui uniche espressioni vocali sono grugniti, respiri e mezze parole in pseudo-giapponese. L’11 ottobre, un quarto d’ora prima che inizi lo show, Belushi firma con la NBC. E’ la prima stagione del Saturday Night Live: con lui nel primo cast molti degli amici con cui ha già lavorato ed in più rockers, attori e artisti poliedrici che si intersecano alle gag di John e alle sue facce (saranno più di 50 i personaggi caricaturali o completamente inventati in 4 anni!) facendo decollare lo show verso il successo che ancora oggi lo accompagna negli USA.
Nel 1977 il regista J. Landis lo chiama per il suo “Animal House”, John, pur comparendo solo in poche scene, decreta il successo del film; la pellicola viene praticamente ridefinita intorno al suo alias, Bluto Blutarski, che è costantemente improvvisato. Una sera, tra gag e musica, accompagnati dalla band del SNL, vestiti come gli Uomini in Nero e con un pizzico di John Lee Hooker, Jake Blues e suo fratello Elwood fanno la loro prima apparizione televisiva sulle note di “Hey Bartender”. Tom Malone, trombettista nella band dello show e vera anima soul della futura Blues Brothers band li sprona a formare un gruppo e gli indica Steve Cropper e Duck Dunn, “due fuoriclasse a piede libero”.
Il blues acido di Chicago incontra i fiati di Memphis, e dall’armonizzazione di questi flussi nasce una musica tanto eterea da volare sopra ogni limite e destinata a dare nuova vita al soul. Il primo disco è del 1978: “The Blues Brothers: Briefcase Full of Blues”. Nel 1979, quando John Belushi ha 30 anni, Animal House è il primo film ai botteghini, Briefcase Full of Blues è il disco più venduto e il Saturday Night Live il programma più visto! A questo punto decide di lasciare lo show per dedicarsi completamente alla carriera cinematografica, che purtroppo sarà breve: in tutto avrà modo di girare 9 film (insieme ad altri due dischi con la band, varie apparizioni, comparsate ed infiniti impegni) tra i quali citiamo “1941” e “Continental Divide (Chiamatemi Aquila)” che ne rappresentano bene la comicità. “Vicini di casa” con l’amico Aykroyd è l’interpretazione più diversa e forse più bella, tanto che il fratello Jim Belushi afferma rappresenti quasi il vero John, naturalmente però al primo posto sta “The blues Brothers”di John Landis, con fenomeni come James Brown, Ray Charles e Aretha Franklin, un film del quale non parleremo perché la sola cosa da fare è vederlo.
Burbero e beone nei film, delicato ed altruista con parenti e amici, fragile e insicuro con se stesso, esagerato ed estroverso nella baldoria (attraverso cui si fa conoscere più che con i suoi film); John è soprattutto una persona generosa e un grande amico per molti. Il 5 marzo del 1982 John Belushi muore a 33 anni nel suo bungalow di Los Angeles, alla fine di una notte di eccessi cui partecipano anche Robin Williams e Robert de Niro, suoi compagni di bagordi; Cathy Smith, una groupie che frequenta l’ambiente beat, gli inietta una dose fatale di speedball (eroina e cocaina) che costerà la vita all’attore. E’ il suo amico Dan Aykroyd che guida la processione funebre: ha la giacca di pelle nera e jeans neri; guida la motocicletta di John. Arrivati all’Abel’s Hill Cemetery, nel Massachusetts, quando la neve comincia a cadere, un altro amico, il cantautore James Taylor intona “That lonesone road” che risuona tra le tombe. Sulla sua lapide c’è scritto: “I may be gone, but Rock and Roll lives on”!
U. Rinaldi