Italian Cannabis Business School: “Creeremo imprenditori di successo”
L’Italian Cannabis Business School è la prima realtà che si vuole porre come scuola di alta formazione per il mercato della cannabis. Il presupposto è che in questo momento la canapa nelle sue mille forme è ormai entrata nel mercato italiano e c’è quindi bisogno di figure specializzate nei vari ambiti che siano in grado di avere una visione panoramica del fenomeno ma anche un alto livello di conoscenze nel proprio ambito di lavoro.
Nel numero 71 di Dolce Vita vi abbiamo raccontato come in America prevedano che da qui al 2020 il settore cannabis creerà più posti di lavoro del settore manifatturiero della più grande economia del mondo e molti di quei lavori possono già essere svolti anche nel nostro Paese. In questo momento c’è un grande fermento favorito dalla recente legge che ha regolamentato la canapa a livello industriale e dal dibattito politico e sociale sulla necessità di regolamentazione della cannabis e molti soggetti si stanno proponendo nel mercato del cannabusiness italiano, grazie a delle leggi certe che quindi tutelano aziende ed investitori.
«L’idea è quella di accogliere i futuri attori del settore e dare loro le nozioni necessarie per essere degli imprenditori di successo» raccontano gli organizzatori della scuola che sono persone che questo mercato lo vivono, lo osservano e in alcuni casi lo creano da 15 anni ad oggi. In totale i docenti della scuola saranno più di 20, ma il gruppo da cui è partita l’iniziativa è composto da Giuseppe Battafarano, che è ricercatore sulla cannabis terapeutica all’Università di Firenze, Stefano Lillo, grower genetista e fondatore della banca del seme Microgenetica, Davide Fortin, ricercatore economico presso la Sorbona e collaboratore del Marijuana Policy Group, Leonardo Brunzini, agronomo e produttore di canapa e prime trasformazioni con azienda Erbavoglio, Giuseppe Nicosia, conferenziere e nutrizionista da anni impegnato nello studio sulla canapa, Filippo Subacchi, fondatore di Idrolab ed esperto in coltivazioni a basso impatto ambientale, Luca Marola, ideatore di EasyJoint, autore di numerose pubblicazioni sulla cannabis e fondatore della trasmissione radiofonica Non Solo Skunk e Francesco Sasso, rappresentante italiano di Dutch Passion.
L’offerta formativa riflette la professionalità del parco docenti ed il corso completo avrà una durata di 40 ore all’interno delle quali si tratteranno tutte le materie legate alla cannabis, dalla coltivazione alla commercializzazione dei prodotti, con un’infarinatura generale anche sugli altri aspetti come la cannabis dal punto di vista terapeutico, nutraceutico e gli aspetti legali. La prima parte del corso sarà comune per tutti e si affronteranno la storia della canapa e del proibizionismo, le sue proprietà, il dibattito politico attuale e l’analisi della legislazione vigente oltre a comunicazione e marketing; dopodiché sarà possibile scegliere se continuare con le successive 20 ore nell’approfondimento di coltivazione e trasformazione in modo più specifico, oppure sul commercio, dalla gestione del negozio alle pratiche burocratiche, passando per le reti commerciali ed altre forme di lavoro. L’obiettivo è quello di dare gli strumenti agli studenti per poter aver una panoramica della situazione e capire meglio su quale attività puntare: se aprire il 335esimo growshop italiano non suona infatti come una novità, la scuola vuole invece aprire gli occhi su nuove strade ancora da percorrere.
Ci saranno anche occasioni di incontro con realtà di successo già esistenti e laboratori pratici costruiti ad hoc, alcuni dei quali sulla comunicazione, ai quali parteciperemo anche noi di Dolce Vita. Non ci sarà una sede fisica ma l’attività sarà organizzata in modo itinerante su due week end in una città a scelta. Dopo un lungo lavoro di preparazione che si è articolato con diversi open day molto partecipati in diverse parti d’Italia, l’inizio vero e proprio delle lezioni è previsto per ottobre. Il costo sarà di 700 euro a persona ma con sconti per chi partecipa agli open day o per le realtà che decideranno ad esempio di far partecipare un gruppo di propri dipendenti.