L’Italia ha vietato ufficialmente l’HHC e i suoi derivati
Dal prossimo 28 luglio l'HHC, l'HHCO e l'HHCP saranno ufficialmente vietati in Italia, poiché inseriti nella tabella I delle sostanze stupefacenti. Vediamo quali conseguenze avrà questa decisione
Come hanno già fatto Austria, Finlandia e Francia, i primi Paesi dell’UE a vietare l’HHC, anche l’Italia ha reso illegali l’esaidrocannabinolo e i suoi derivati, inserendoli nella tabella I delle sostanze stupefacenti del DPR 309/90.
Tale modifica specifica che l’HHC, precisamente dal 28 luglio, assumerà la stessa rilevanza giuridica del THC e chiunque ne deterrà, produrrà o distribuirà in maniera illegittima verrà perseguito penalmente.
HHC E DERIVATI DICHIARATI ILLEGALI IN ITALIA: UNA SOSTANZA “ALTAMENTE PERICOLOSA”
Come si legge dal decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, l’HHC, l’HHCO e l’HHCP sono stati inseriti nella tabella I delle sostanze stupefacenti e quindi classificati come sostanze altamente pericolose, equiparabili alle droghe pesanti, contrariamente alla cannabis che invece si trova nella tabella II. Ma perché ciò è avvenuto?
Sebbene sia stato sintetizzato per la prima volta nel 1944, l’esaidrocannabinolo ha guadagnato popolarità solo nell’ultimo anno. Venduto come “simile del THC” infatti, ha riempito le vetrine di tutto l’Occidente, dagli Stati Uniti all’Europa, compresa l’Italia.
Sono stati migliaia i consumatori che hanno utilizzato questi prodotti, perché l’HHC, dalle poche ricerche disponibili finora, pare vanterebbe gli effetti inebrianti del THC, ma più blandi. Forte interesse notato anche dai governi, che piano piano stanno vietando questa sostanza.
Per l’entrata in vigore del nuovo decreto abbiamo sentito l’Avvocato Lorenzo Simonetti e l’Avvocato Claudio Miglio di Tutela Legale Stupefacenti, anche loro sorpresi dall’inserimento della molecola nella tabella I invece che nella tabella II. Una decisione alquanto discutibile che dovrà essere confermata dal Ministero della Salute.
“Il tema dell’HHC è stato il vaso di Pandora a seguito di un massiccio consumo partito dagli Stati Uniti fino all’Italia, che va a creare chiaramente uno iato, perché in alcuni paesi è legale e in altri no – hanno commentato gli avvocati di Tutela Legale Stupefacenti – E l’Italia ha deciso di vietarlo sulla base di alcuni studi che ne evidenziano i forti effetti psicotropi”.