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Italia, in fondo a destra

SEMI_CANAPA (1)

Continua la campagna di diffamazione e repressione da parte di politici e politicanti senza scrupoli nei confronti di commercianti di semi di Canapa; una campagna che da anni miete vittime tra giovani che hanno colto nel segno, investendo in un mercato florido e in crescita in tutto il mondo. Infatti il mercato legato alla vendita dei semi di Cannabis, per decenni dominato da aziende olandesi ha visto un inversione di tendenza e in soli 10 anni le aziende di altri Paesi, con in testa quelle spagnole, stanno crescendo di numero e di importanza: visto che il loro Governo non fa di tutto per ostacolare il loro lavoro, possono investire sul futuro e crescere come tutte le normali aziende, pagando tasse e creando posti di lavoro.

Che dire, poi, della caratteristica megalomania d’oltreoceano, che ha portato in pochi anni il mercato dei semi e della distribuzione di Cannabis a scopo terapeutico in California a crescere fino a far diventare la legalizzazione della Cannabis uno dei cavalli di battaglia del Governo conservatore per poter uscire dalla disastrosa crisi economica nella quale verte il paese governato da Arnold Schwarzenegger. Anche il Canada e l’Australia hanno tra le ditte produttrici di semi e fertilizzanti tra le più attive e grandi del mondo.

I politici conservatori che nel mondo sposano questa teoria non sono impazziti, hanno semplicemente realizzato che le aziende in questione sono fatte da persone oneste, che pagano le tasse, investono denaro e creano milioni di posti di lavoro, vera linfa vitale per i governi stretti nella morsa della crisi economica, e oltre ad aumentare gli introiti dei governi hanno il merito di far emergere un mercato che fino ad oggi era sommerso, e in parte in mano alla malavita. Ma tornando alla disastrosa situazione del “Bel Paese”, dove i pregiudizi di una classe politica, legata a preconcetti ideologici per il quale un partito conservatore non può essere ragionevole sul tema droghe, ma deve sposare tutte le teorie proibizioniste ignorando ostinatamente tutti i segnali evidenti che il proibizionismo come pratica contro le droghe ha fallito.

E questo si fa con tutti i mezzi, primo fra tutti la Disinformazione o Propaganda Proibizionista, pensate che stiamo esagerando? Dal Messaggero del 16-05-2010, Domenica, foto di un ragazzo che fuma uno spinello, la didascalia: “Negli ultimi 40 giorni sono stati segnalati al Dipartimento Antidroga venti casi di intossicazione da cannabinoidi tra giovanissimi: due decessi.” Nei due articoli che formano il paginone 9 del 16 maggio, si mescolano sapientemente e ripetutamente le parole: “Nuove Droghe, erba, cocaina, eroina, MORTE, smart drugs, pasticche, camorra, ‘ndrangheta, marijuana, siringe, danni al cervello, terrorismo….”, inoltre si cita la maglia nera dei decessi per assunzione di stupefacenti della regione Lazio (87 decessi), senza citare di cosa sono morti questi consumatori”, poi si fanno affermazioni al confine tra il ridicolo e il pericoloso, titolo: “On line ‘smart’ ed economiche, sono delle vere bombe chimiche”, e si citano i due ragazzi morti in Inghilterra che, dopo l’autopsia, si scoprirà non aver ingerito nessuna Smart drug, tantomeno i citati “cannabinoidi sintetici”.

Ma all’interno dell’articolo arriva il peggio, infatti il Capo Dipartimento Politiche antidroga alla Presidenza del Consiglio, Giovanni Serpelloni afferma parlando delle smart drugs e del mefhredone: “È troppo facile procurarselo, come gli altri circa 200 cannabinoidi sintetici che oramai invadono i mercati di internet” e con questa e altre più gravi affermazioni che si citano “una ventina di intossicati da cannabinoidi sintetici chiamati con le sigle più diverse. Sette di questi sono finiti in vera overdose e due sono morti”. Il nostro Capo dipartimento conclude ricordando al lettore che “…quell’euro che spendiamo per la droga va alle cosche e attraverso loro finisce per sostenere il terrorismo…”. Ci viene spontaneo rispondere che dovrebbero ricordarsene loro, chi decide le politiche antidroga, visto che falliscono ostinatamente da decenni e il mercato delle droghe controllato dalle cosche è più che fiorente, anzi suggeriamo un viaggio in California a Serpelloni e i suoi colleghi, per chiedere ai suoi colleghi statunitensi se una regolamentazione della Cannabis, favorisca lo Stato o le organizzazioni criminali.

Inoltre ci piacerebbe sapere: come il mondo scientifico abbia preso la notizia della prima morte (accertata poi da chi?) da cannabinoide sintetico, e se i due morti citati da Serpelloni non siano proprio i due poveri ragazzi inglesi sopracitati, citati più volte senza proposito. Purtroppo siamo abituati a questo tipo di disinformazione e cerchiamo di andare avanti, coscienti che contro questo tipo di politiche esiste un antidoto che citiamo molto spesso, un movimento trasversale che è l’unico vero antidoto alla deriva culturale, economica e di imbarbarimento della nostra società umana, di cui tutte le menti attive fanno parte in maniera più o meno consapevole.

 



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