IT.A.CÀ, le tappe del festival del turismo responsabile
«Siamo passati al setaccio: se taccio acconsento, se taccio permetto, se taccio connivo. Comunque si pensi e decida, per favore prima di staccare la spina annusare la rosa. E se riesci fa come il vento: spira ma non morire. Soffia ma non spegnerti. Ci sia amore per tutti i risvegli e le loro storie perché la tristezza non è ancora infinita. Io alito di vento. Intanto tu candela».
Così conclude la sua “Ode al terzo polmone” il poeta bolognese Alessandro Bergonzoni, dedicata alla tredicesima edizione di IT.A.CÀ migranti e viaggiatori, il Festival del Turismo Responsabile, che in questo 2021 difficile e carico di speranze si ispirerà al diritto a respirare.
Da diversi anni ormai Italia Che Cambia è partner fisso di IT.A.CÀ, con cui condivide lo spirito e gli obiettivi: scoprire in maniera lenta e consapevole i territori di un paese in trasformazione, guardare indietro per andare avanti costruendo un mondo migliore, più etico, più solidale, più ecologico, più consapevole.
Il turismo – quello responsabile, non quello massivo, superficiale e predatorio – è sicuramente una modalità privilegiata di viaggio e di scoperta. Sempre tenendo a mente il tema di quest’anno: una riflessione sul respiro non solo come bisogno, ma come diritto. Un fluire lento e fondamentale, una presenza e un ascolto di ciò che c’è intorno e dentro di noi.
Il respiro che manca dal corpo malato, il respiro che non c’è nella natura quando la si inquina. Diritto di respirare è la risposta della rete del festival all’emergenza in atto: per ricordare a tutti che esistere non è avere o possedere, ma significa semplicemente respirare. Ed è un diritto fondamentale della Terra, degli esseri che la abitano, delle nostre esistenze.
IT.A.CÀ è un festival atipico, che si ispira a sé stesso e il cui programma rispecchia la natura delle storie che vuole raccontare: nomadi, migranti, itineranti, senza dimora. Non c’è una sede fissa: a partire dal 28 maggio ha avuto inizio una programmazione fluida che durerà fino a novembre, per un totale di più di 25 tappe in 16 regioni.
Da Bologna a Palermo, dai monti Sibillini al Monferrato, dal Salento all’Oltrepò Pavese, sono decine le associazioni e le realtà locali che daranno il loro contributo per costruire un grande mosaico di iniziative, convegni, workshop, trekking, dibattiti e tante altre formule di incontro e riflessione collettiva.
L’obiettivo è fare del turismo il volano di sviluppo delle aree interne, che offrono quel benessere ormai compromesso nei centri urbani. Unirsi per dare vita a un programma capace di coniugare il diritto di respirare dei visitatori con la qualità della vita degli abitanti, coerentemente con una visione del viaggio e della scoperta slow, lieve, rispettosa, consapevole e finalizzata a portare arricchimento a tutti.
I polmoni, il respiro, l’afflato vitale sono state le prime e privilegiate vittime del virus che sta sconvolgendo la nostra esistenza da qualche mese a questa parte. Celebrare il diritto a respirare è quindi un modo per uscire metaforicamente e concretamente dalla paura – talvolta istericamente eccessiva – che da troppo tempo condiziona le nostre vite. Purifichiamo l’aria che ci circonda dunque. E poi apriamo la bocca, inspiriamola e assaporiamola.
a cura di Francesco Bevilacqua
Sono bolognese, giornalista, collaboro con Italia Che Cambia sin dalla nascita del progetto, di cui oggi sono caporedattore.
Mi interesso di tutto ciò che riguarda il cambiamento, con particolare predilezione per nuovi modelli economici, educativi e sociali