Iran: finalmente non si rischierà più la pena di morte per spaccio di cannabis
La legge iraniana sulle droghe è una delle più severe al mondo, con centinai di piccoli spacciatori che vengono condannati a morte ogni anno: 567 le condanne eseguite solo nel 2016 e oltre cinquemila persone condannate a morte per spaccio di droga che si trovano in attesa di esecuzione.
CINQUEMILA CONDANNATI A MORTE VERSO LA GRAZIA. Ma ora finalmente qualcosa sta cambiando: l’ayatollah Sadegh Larijani, ha notificato a tutta la magistratura che i giudici devono “cessare immediatamente l’applicazione della pena di morte e riesaminare i casi” delle persone condannate alla luce della nuova legge approvata nell’agosto 2017. Una legge che quindi viene resa retroattiva e dovrebbe avere come effetto la conversione di gran parte delle cinquemila condanne a morte in pene a 25-30 anni di carcere. Nella norma approvata ad agosto dal Parlamento iraniano si stabilisce che la produzione o la diffusione di eroina, cocaina e anfetamine è ora punibile con la morte solo per quantità oltre i due chilogrammi rispetto ai 30 grammi indicati previsti nella precedente versione. Una soglia che sale a 5 kg per l’oppio e a 50 kg chili per la marijuana. La pena capitale rimane in vigore anche per i criminali responsabili dei cartelli della droga, per coloro che impiegano minori in questo traffico o utilizzano armi da fuoco. Oltre che per il traffico di droga, la pena di morte è applicata in Iran per i casi di stupro, omicidio e apostasia.

SPIETATI CONTRO LO SPACCIO, TOLLERANTI VERSO IL CONSUMO. La norma si inserisce in generale nella riforma di approccio verso le droghe che da diversi anni investe il paese sciita. Se, come abbiamo visto, le pene per lo spaccio sono terribili è vero anche che verso il consumo il paese ha un approccio più rilassato e tollerante non solo di quasi tutti i paesi arabi ma anche di molti stati europei. Il consumo di cannabis infatti è teoricamente punito solo con una sanzione pecuniaria ma è ampiamente tollerato dalle forze di polizia, che tendono a non sanzionarlo in alcun modo, motivo per il quale la cannabis è comunque assai diffusa in tutto l’Iran. Più severe sono le norme contro l’uso di alcool, il cui consumo è invece punito a norma di legge con delle punizioni corporali (frustate) anche se spesso neppure questa sanzione viene applicata.

TRA RIDUZIONE DEL DANNO E SPINTE VERSO LA LEGALIZZAZIONE. Interessante è anche l’approccio iraniano verso il consumo di eroina, una piaga che colpisce in maniera non residuale il paese, da sempre grande produttore di Oppio. L’Iran già da alcuni anni – accanto alle pene severissime che abbiamo visto per lo spaccio – ha attuato politiche avanzate di riduzione del danno verso i consumatori, che includono la donazione di siringhe pulite per prevenire la trasmissione di malattie, l’apertura di oltre 6.000 cliniche che applicano terapie sostitutive col metadone e numerosi programmi di supporto e assistenza ai tossicodipendenti. Misure impensabili non solo in tutti i paesi arabi ma anche in molti stati occidentali. Dal 2015 è iniziata anche una campagna di riforma delle leggi sulle droghe che richiede la legalizzazione della cannabis e dell’oppio, due sostanze che sono diffuse da secoli in Iran e usate da cittadini di ogni età. Per ora il governo è rimasto sordo a queste richieste, ma non è da escludere che la riforma possa prendere piede nei prossimi anni.