HipHop skillz

Intervista esclusiva a EDO G (from Boston)

Grazie al nostro amico Cripsylon, che fa parte del team EoW Italia, abbiamo avuto la possibilità di intervistare un rapper che è veramente icona della Golden Age dei primi anni 90, ovvero EDO G, di Boston. Attivo musicalmente sin dal ’91, Edo G è da sempre considerato un alfiere del rap intelligente, di quel rap “educativo” di cui si sono fatti portanome KRS One e molti altri come lui. Intelligence and ignorance è il suo nuovo album, uscito di recente proprio, che segue quella bomba atomica che fu Arts & Entertainment in coppia con il mai troppo lodato Masta Ace. Natuaralmente per non privarvi del piacere della scoperta (e leggendo l’intervista capirete di che sto parlando), vi lasciamo trovare da soli la storia di questo grande rapper. Le sue parole sanno di antico in un certo senso. Sanno di qualcosa di perduto. Sentirlo parlare della cultura hip hop è un pò come parlare agli artigiani di una volta, quelli che ormai non esistono più, persi nei meccanismi dell’industria e della corsa folle al prossimo gradino evolutivo di “chissacosa”.
Beh…a voi…EDO G.

Ciao EDO! Benvenuto qui in Italia e benvenuto su myhiphop.it, anche se questa non è la tua prima volta in Italia vero?
No, sono stato altre volte a Torino in effetti, 2 o 3 volte, ma da nessun altra parte. Comincerò questo piccolo tour italiano adesso…

Intervista esclusiva a EDO G (from Boston)Ed immagino che ti piaccia l’Italia giusto?
Si assolutamente… c’è un gran movimento hip hop old school qui, fatto di principi. Ho avuto modo di suonare a tarda notte e la folla era ancora tutta li, calda, potente… ho fatto un mucchio di cose qui in Italia che mi sono piaciute e ho visto una bella scena!

Hai già avuto modo di sentire qualcosa di rap italiano, magari durante le tue precedenti date?
No purtroppo non ho avuto modo di sentire con attenzione ancora niente… al momento, a parte il beat di Dj Shocca nel disco del mio gruppo Special Teamz (Stereotypez, del 2007 NdZ), non ho ancora sentito niente per bene, al momento è solo lui la mia connessione con l’Italia…

Sono ormai quanti, 25 anni che fai hip hop?
Ah, potremmo dire che in effetti è tanto tanto tempo… sin da quando ero un teenager… ma professionalmente sono ormai 22 anni, dal lontano 1991…
Sono abbastanza sicuro di essere arrivato ad un ottimo livello ormai… le mie rime spaccano, i miei beats sono quelli che ti fanno muovere, insomma ormai ne ho fatte parecchie di cose, ma diciamo che è come se non me ne fossi accorto degli anni che sono passati…

Come un teenager insomma, come una volta!
Si assolutamente! Esatto, vedi quando hai delle skills e il know how devi per forza continuare. Devi segnare il percorso per le future generazioni, per tutti i fratelli che lo faranno e marcare una linea di confine. In un certo senso è come per il rock n roll. In 30 anni è stato fatto l’hip hop e siamo ancora tutti qui.

Insomma tutta questa fretta che si sente adesso, o che bisogna essere giovani per fare l’hip hop, è falsa?
Certo! Non devi essere per forza giovane per fare l’hiphop…

Ma tutto questo showbiz mostra solo gente giovane, per forza devi sfondare entro una certa età altrimenti non combinerai niente…
Beh vedi, lo showbiz è giovane. La musica pop è giovane. Se tu punti ad un successo commerciale devi essere giovane, regole di business. Ma questo è l’hip hop! Insomma prendi per esempio il rock n roll. I gruppi storici stanno ancora adesso performando ad un livello superiore, ben più alto rispetto la maggior parte di tutti gli altri gruppi in giro. Dipende anche da cosa stai cercando. Se tu guardi solo ad un successo commerciale allora forse devi adeguarti a certi standard. Ma noi, esattamente come ho detto prima riguardo i gruppi rock storici, abbiamo steso un percorso, un cammino per tutte le future generazioni. Allo stesso modo noi abbiamo attinto dagli insegnamenti di chi c’era prima. E’ questo che manca nelle nuove generazioni e che noi abbiamo il dovere e il compito di insegnare, anche e soprattutto con la nostra musica.

Quindi tu parli anche di educare le persone, specie i più giovani…
Si per far capire a tutti come dovrebbe essere questa cosa chiamata hip hop.

Ti senti un po’ come un insegnante nell’hip hop?
Si in un certo senso si. Io in prima persona ho contribuito a creare delle basi della vecchia cultura hip hop.  Penso che in qualche modo ho giocato la mia parte nel creare un po’ di quest’arte…

Si ma la vera questione è: sei consapevole di essere un pezzo di storia dell’hip hop?
Ehm, si, penso di si. A Boston sicuramente, ma diciamo, più che altro in quella che viene considerata la golden era dell’hip hop…

ENV5003CD

Intelligence and ignorance è il titolo del nuovo album. A cosa vuoi riferirti? Alla nostra società tutta, oppure più specificamente alla scena musicale hip hop?
No, mi riferisco alla scena hip hop e più in generale alle due maniere che ci sono per fare musica: quella intelligente e quella ignorante. In ogni disco che fai ci metti della maturità e dell’intelligenza perchè cresci di progetto in progetto. E comunque allo stesso tempo ci troverai dell’ignoranza perché la crescita personale è un processo lungo che richiede molto tempo. Ho tentato di esprimere una fusione tra le due cose, in maniera da mostrare per intero com’è EDO G. E’ un disco che va ascoltato dall’inizio alla fine per capirlo. Non puoi skippare le tracce o ascoltarne metà. Sono solo 10 tracce e bisogna seguirle tutte. Insomma questo è il menù. E te lo devi mangiare proprio tutto!

Qui in Italia abbiamo una particolare considerazione (quasi una venerazione) per i grandi maestri dell’hip hop americano come Rakim, Guru, Krs One…non pensi che sia sempre più difficile trovare in America veri Maestri dell’Hip Hop? E chi sono per te le pietre miliari in questo senso?
KRS One…nessun dubbio. E’ il vecchio professore dell’hip hop. Il più grande, il sommo… ahahah, è il Gandalf dell’hip hop. Lui sa tutto. Poi sicuramente Chuck D (Public Enemy – NdZ). Questi “ragazzi” hanno lanciato i primi insegnamenti dell’hip hop. Li hanno trasformati in messaggi per noi. Sono i ragazzi degli anni 80, che ci hanno dato tutto. Tutto quello che oggi conosciamo sull’Hip Hop. Come anche Rakim ad esempio. E comunque il successo commerciale ha purtroppo spento molte teste. Laddove c’era cultura ora ci sono solo interessi. Purtroppo è vero.

Capisco benissimo…a questo proposito, cosa ne pensi di The Art Of Rap?
Non l’ho visto!

Davvero?!?
Si te lo giuro, scusa…ahaha mi scuso con i lettori…non l’ho guardato…

Non ti piace Ice T?
Ma scherzi? Sono un grande fan di Ice T, dai tempi di Colors, io amo Ice T, cioè sono un suo fan sin da quando ero un b-boy…ti rendi conto che lui cantava, mentre ballava! Cioè…incredibile…

Nel 2009 sei uscito con Masta Ace con un super disco che è stato Arts & Entertainment. Oggi nel 2013 con Intelligence & Ignorance. Due dischi entrambi con un titolo che confronta due parole in apparente contraddizione tra di loro…Che ci dici a riguardo?
Noi siamo degli artisti prima di tutto e con la nostra musica creiamo arte e anche intrattenimento. Poi c’è anche il gioco di parole legato ai nostri nomi, A come Ace ed E come Edo. Volevamo intrattenerti con la nostra arte. Un album ci porta via circa un anno e mezzo di lavoro. Fu un grande lavoro… I titoli dei due dischi creano una sorta di continuity nel nostro modo di fare arte. Questa volontà di non trascurare mai alcun aspetto nei progetti. Anche perché non sempre sono in contrasto.

ae-lp-cover-art

In quel disco la mia preferita era Dancing like a white girl…
E’ anche la mia preferita! Fu un pezzo che idealizzammo in Austria, in tour. Il disco era praticamente finito e noi volevamo fare una canzone “outkast”, proprio fuori dal comune, veloce ballabile, sopra i 100 bpm…

Qui in Italia c’è una separazione spesso netta tra i club e le discoteche e i locali che suonano solo hip hop, anche se da qualche tempo ormai la situazione sta cambiando. Forse in America è un po’ diverso. Comunque in alcune discoteche ho sentito Dancing Like a White Girl.

Aahahahahah davvero? Fantastico! Comunque non pensare che sia diverso in America, spesso ci sono divisione netta nella musica da club anche in USA. E’ un po’ come in tutto il mondo eh!

Era bello però vedere le ragazze che ballavano il pezzo senza capirne il significato!
Ahahahaha era proprio quello lo scopo! Volevamo fare un crossover e andare oltre. Portare Masta Ace e EDO G ovunque, dove l’hip hop non è un’abitudine.

Vuoi parlarci della tua collaborazione con Pete Rock?
Oh Pete Rock… mio dio quell’album richiese tanto tempo, veramente tanto. PeteRock, “my boy”… E’ stato un altro classico progetto, ma il processo è stato lungo perché abbiamo ascoltato e riascoltato ogni singolo loop e sample centinaia di volte, muovendoci nel frattempo tra New York e Boston. Pete Rock è pignolo. Vuole che tutto sia perfetto. Quando iniziai a registrare quell’album era il 2002. Non è che ci mandavamo i beat via email. Per un sacco di tempo non parlavamo, ma scrivevamo e lavoravamo ai beats. Capisci? Nel 2002 masterizzavamo i provini e ce li spedivamo via posta. Non via mail! Adesso puoi registrare un disco persino in un cazzo di parco, ma al tempo non era così e quindi ci volle davvero tanto tempo per farlo. Fu davvero un lunghissimo processo…Ma ho amato quel tempo…

Immagino che sia uno dei tuoi producer preferiti, vero?
Si. Indubbiamente. Assieme a Premiere e Dr .Dre. Loro sono il gotha. La mia top 3. Qualsiasi cosa suonino questi 3 è sempre perfetta. E’ hip hop. 100%. Dre l’ho incontrato solo una volta, ma non lo conosco di persona.

Qui in Europa per tanti anni abbiamo spinto l’hip hop più hardcore, spesso molto vicino anche a contesti e significati politici. Per molti ancora adesso in certi contesti l’hip hop è solo headbanging. Assolutamente niente danza. Dannazione, ma è così difficile farli ballare? In America sembra diverso, più naturale…la tua musica sembra diversa.
Si è vero. Credo sia dovuto a delle differenze culturali. La cultura afroamericana si fonda moltissimo sulla danza e sul movimento del corpo. Per questo gli aspetti sono connessi. Ma come per tutti i generi musicali anche per l’hip hop esistono differenti modi di esprimerlo. Da quelli più hardcore a quelli più commerciali. Il trucco sta sempre nel saperli mixare!

22 anni di carriera nell’hip hop. Quanto è cambiato questo hip hop?
Le corporazioni dominano il mondo della musica. Ma soprattutto dominano quello che le masse devono desiderare. Però c’è anche internet. E su internet chiunque può cercarsi della buona musica e trovarla. Le corporazioni hanno creato la situazione in cui 2 o 3 persone possiedono le stazioni radio in tutta la nazione, a causa di questo, in queste stazioni noi sentiamo la solita playlist, con le stesse canzoni ripetute e non è possibile immettere altro. Non c’è una radio dalla mente libera all’interno dei grandi network. Da quando sono arrivato io negli anni 90, questo è stato forse il cambiamento più grande. Cioè la massimificazione dell’hip hop. Vacilla Ice, Mc Hammer e altri come lui hanno portato l’hip hop ad essere commerciale e molto popolare. Le corporazioni hanno: “Wow ci possiamo fare dei soldi con questo”. Poi  nella “jiggy era” Puffy e Biggie hanno portato l’hip hop ad un livello superiore, nella golden era, e hanno portato evoluzione perchè sapevano vendere pur mantenendo uno spirito puro e vero. Tutto si evoluto. Le comunicazioni, il modo di fare musica. Tutto. E l’hip hop si muove, come una creatura viva…quindi muta sempre.

C’è una maglietta molto bella che ho visto, che riporta la scritta: Hip Hop Was Better Before (con la W del Wu Tang). Che ne dici, è vero?
Certo che è vero. Ma come per tutto. Il soul era meglio negli anni 70 che oggi e anche il funk. Il rock era meglio negli anni 60 e 70. Quindi si. L’hip Hop era migliore negli anni 80. Era tutto più genuino, entusiasta.

Parlaci un pò del tuo fanbase a Boston. So che sei molto in contatto con i tuoi fan e che passi molto tempo con loro.
Oh si! Adoro i miei ragazzi a Boston. I miei fan adorano la musica intelligente. Sono preparati. Ed io passo del tempo con loro. Capisci? Devi essere un “people man”, stare in mezzo alla gente. Non potrai mai educare le nuove generazioni se non stai con loro, se non parli a loro di persona. Devono conoscerti. Devono capire che tra artista e persona non c’è differenza. E’ molto importante. E fortunatamente grazie a questo la mia città mi ha sempre ripagato con tanto amore! Conosco un sacco di rapper che non amano stare con le persone…bah…che stiano attenti quando vengono nella mia città perchè da me funziona differentemente…ahahaha.

Ultima domanda: cosa ti aspetti da questo tuo ultimo album, specialmente qui in Europa.
Non ho alcun tipo di aspettativa. Voglio solo fare lavori che mi rappresentino. Non voglio solo trovare nuovi fans con la mia musica. Voglio piuttosto che grazie ai miei dischi nuove persone si avvicino all’hip hop anche qui in Italia o nel resto di Europa. E’ la stessa musica che decide tutto il nostro destino…

Che dire ancora? Noi ti ringraziamo di essere stato con noi e di averci detto molto cose su cosa è l’hip hop e su come certe cose si stiano perdendo.
Dovere! Per me è un onore e un dovere!

——————————————————————————————————————————————————

Giovanni “Zethone”



grafica pubblicitaria sponsor canapashop

SOSTIENI LA NOSTRA INDIPENDENZA GIORNALISTICA
Onestà intellettuale e indipendenza sono da sempre i punti chiave che caratterizzano il nostro modo di fare informazione (o spesso, contro-informazione). In un'epoca in cui i mass media sono spesso zerbini e megafoni di multinazionali e partiti politici, noi andiamo controcorrente, raccontando in maniera diretta, senza filtri né censure, il mondo che viviamo. Abbiamo sempre evitato titoli clickbait e sensazionalistici, così come la strumentalizzazione delle notizie. Viceversa, in questi anni abbiamo smontato decine di bufale e fake-news contro la cannabis, diffuse da tutti i principali quotidiani e siti web nazionali. Promuoviamo stili di vita sani ed eco-sostenibili, così come la salvaguardia dell'ambiente e di tutte le creature che lo popolano (e non solo a parole: la nostra rivista è stampata su una speciale carta ecologica grazie alla quale risparmiamo preziose risorse naturali). ORA ABBIAMO BISOGNO DI TE, per continuare a svolgere il nostro lavoro con serietà ed autonomia: ogni notizia che pubblichiamo è verificata con attenzione, ogni articolo di approfondimento, è scritto con cura e passione. Questo vogliamo continuare a fare, per offrirti sempre contenuti validi e punti di vista alternativi al pensiero unico che il sistema cerca di imporre. Ogni contributo, anche il più piccolo, per noi è prezioso. Grazie e buona lettura. CONTRIBUISCI.
grafica pubblicitaria sponsor plagron

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio