Intervista ad Arturo Malagoli fondatore di Raggio Verde
Quando e perché nacque l’azienda Raggio Verde?
Quale la sua filosofia di fondo?
Nasce nel 1990 per occuparsi e produrre stampati su carta riciclata e per in iniziare una nuova opportunità che mancava nel settore cartotecnico litografico.
Che prodotti realizzate e qual è la rete distributiva?
Realizziamo in maggior parte prodotti da ufficio, cartotecnica, depliants, cartelli da vetrina, packaging di lusso e la linea di cartoleria con quaderni, album da disegno e block notes. Per la distribuzione parte tutto da qui coi i nostri agenti.
Come riuscite a coniugare sviluppo, produzione e rispetto dell’ambiente?
Ci siamo impegnati molto e abbiamo usato tutte le soluzioni che il mercato ci permetteva. Se si ha la volontà, non è così difficile…
Il salto di qualità de Il Raggio Verde avvenne con l’introduzione della canapa per la produzione di cellulosa. Perché quest’intuizione?
Sì, certo. Produrre la propria materia prima in Italia è stato un valore aggiunto importantissimo; più che intuizione mi sono informato su cosa potevo fare, ed è nata la storia della canapa nella nostra azienda. La Carta di Canapa utilizzata da Raggio Verde è realizzata con un impasto derivante da fibre secondarie di recupero altamente selezionate e pre-consumer di pura cellulosa, al quale si aggiungono le fibre di cellulosa di “Cannabis Sativa”, che portano ad una qualità, sia funzionale che estetica, assai elevata. Questa carta, per sua natura, può fregiarsi delle certificazioni Ecolabel, FSC, Long Life (ISO 9706), PH neutral, Selected Secondary Fibers e, ovviamente, Non Wood Annual Fibres.
Come ha reagito il mercato alla carta di canapa made in Italy?
Benissimo, siamo sempre in aumento di produzione continua.
Mi ha positivamente colpito il catalogo de Il Raggio Verde: non solo per la quantità di prodotti ma sopratutto per l’oggetto in sé. Cartoncino di canapa per la copertina, fogli di canapa per l’interno e corda di canapa per la rilegatura. La filosofia aziendale che si concretizza in modo così assoluto. Complimenti, un gran bel modo di proporsi.
Grazie, mi fa piacere che tu l’abbia notato. Quel che non si vede è che anche i colori sono eco compatibili. Sono infatti inchiostri con veicoli a base di oli vegetali in alternativa a quelli di origine petrolifera. I vantaggi ambientali nell’utilizzo di tali inchiostri sono notevoli, come la riduzione delle emissioni nocive nei processi di essiccazione, l’utilizzo di risorse rinnovabili in alternativa a quelle minerali, la riduzione di rifiuti tossici nelle fasi di produzione, la maggiore facilità nel processo di disinchiostrazione per il riciclo della carta e aumento della biodegradabilità dei prodotti stampati.
Cosa più ti rende orgoglioso del tuo lavoro?
Sono innamorato di quello che sto facendo: ho sempre voglia di sperimentare e di trovare nuove vie per il pianeta che siano eco compatibili. Vorrei ricordare che io ho iniziato nel 1990 quando nessuno parlava di problemi ambientali.
Sei presidente del Consorzio Canapa Italia. Puoi descriverne la storia, gli obiettivi e l’attività?
Il Consorzio Canapaitalia è stato costituito nel luglio 1999 a Ferrara per volontà di alcune aziende, agricole e industriali, interessate alla reintroduzione della coltivazione della canapa, e di altre fibre affini, anche in Italia. Ma la grande novità è stata riportare la canapa ad uso industriale in Italia. Ora bisogna diventare più industria altrimenti decade il progetto. Sto pensando ad una organizzazione completamente diversa dal consorzio: più privata, con più capitali.
Le leggi proibizioniste italiane circa l’uso e la coltivazione della canapa incidono e, se sì, in che modo, sulla tua attività?
Direi di no. Attualmente si sono accorti del progetto serio e importante. Noi in fondo ci occupiamo di cellulosa, tessuti, olii e farina…
C’è chi distingue tra canapa buona, quella utilizzata per produrre stoffe, corde, carta, e canapa cattiva, usata per i suoi effetti stupefacenti. Tu come la pensi?
Lasciano il tempo che trovano! Io sono un imprenditore e per me la canapa sativa è una pianta incredibile (come per il maiale: non si butta via nulla) e non mi è mai piaciuto il nesso. Ho sempre spiegato la differenza e ho cercato di diffondere cultura sulla canapa e sulla sua opportunità e sui vantaggi in termini economici, ambientali e di salute che ne possiamo trarre.