Intervista a Mr. Chimera, breeder delle montagne canadesi
Scovare questo personaggio e riuscire ad intervistarlo è stato un compito che si può semplicemente tradurre con il nome che possiede: Chimera… Vive in una “farm” sperduta nelle montagne del British Columbia (Canada) quest’eccentrico mistico breeder che conserva ancora non solo un amore spirituale per questa pianta, ma anche una profonda coscienza etica nel mestiere di creatore di genetiche. Quasi mai si fa vivo su internet. Un uomo schivo alle dinamiche del Canna-businnes e del marketing sfrenato. Ci riferisce della sua, lasciatemi dire, “profondamente acculturata” “Libreria da collezione” che annovera nel suo archivio oltre 30 esemplari diversi tra ice-o-lator e dried-hash….In Europa l’industria dei semi ha fatto sì che la tecnica del breeding fosse forzatamente adattata, ma possiamo dire anche sconvolta, dalle dinamiche del profitto. Il risultato si è tradotto con l’appiattimento genetico e la standardizzazione fra le varietà. Per Fortuna ciò non avviene in Canada, dove con tecniche di in-breeding potremo dire “biodinamiche”e più responsabili, si cerca di preservare le distinzioni fra i caratteri ereditari. L’industria olandese dei semi si è arricchita di riflesso comprando e fagocitando il lavoro e le conoscenze praticate in Canada e Nord America. Dalla Haze-brother alla Trainwreck passando per la Blueberry, potranno importare, comprare o “plagiare” ciò che vogliono, ma sappiate che di fatto hanno inventato ben poco. Il mio personale incoraggiamento e stima va a tutti i growers ed i breeder canadesi compreso Mr. Chimera.
Il clima nel tuo Paese è decisamente impervio con estati corte, ma molto soleggiate. Molti dei grower professionisti sanno che questo può essere un elemento di cui avvantaggiarsi nell’inbreeding. Potresti descriverci brevemente come procedi nella selezione alternando fasi indoor e outdoor?
La maggior parte della nostra linea (breeding) viene svolta in indoor, ma realizziamo anche selezioni in serra, stile tunnel. Tutti i semi vengono piantati indoor e in seguito trasferiti in serra. Usiamo dei teli cerati neri per coprire le serre ogni 12 ore al fine di indurre in fioritura le piante e di conseguenza, raccogliere in anticipo rispetto a piante cresciute sotto il fotoperiodo naturale. Tipicamente da queste parti il raccolto avviene tra la fine di settembre e la metà di ottobre; le gelate notturne diventano un problema se la pianta fiorisce più tardi. Avendo constatato che la maggioranza della Cannabis capace di giungere a maturazione in outdoor è di qualità inferiore, la manipolazione del fotoperiodo ci permette di lavorare con le stesse genetiche che usiamo indoor con i benefici dell’outdoor. Personalmente prediligo l’erba cresciuta indoor o in serra piuttosto che outdoor. Comprendo che tante persone in molti Paesi non abbiano la possibilità di coltivare in casa e al momento stiamo lavorando a delle linee interessanti con un altissimo potenziale outdoor per il nostro clima. La maggior parte delle nostre varietà si adatta bene all’outdoor nel sud Europa, ma è preferibile una serra per coltivazioni nelle aree più settentrionali.
Si sentono strane storie sul tuo conto, qualcuno dice che sei un tipo eccentrico. So che vivi in una sperduta fattoria in Canada, senza internet e telefono. E’ una scelta personale o è dovuto al particolare lavoro che svolgi?
Ritengo di poter essere definito eccentrico, ahah. Sono molto più felice di vivere fuori dalle grandi città, con spazio e riservatezza per dedicarmi al mio lavoro. Abbiamo un telefono, ma non c’è una connessione veloce quindi usiamo internet solo quando ci rechiamo nella città più vicina. Vivere in campagna va oltre la scelta di uno stile di vita, ma di certo procura alcuni vantaggi per i coltivatori clandestini di Cannabis in Canada. La campagna ci consente di avere spazio per le nostre serre di ortaggi e i nostri raccolti di frutta, ma certamente fornisce anche riservatezza e distanza dal proprio vicinato, cosa necessaria al fine di poter coltivare Cannabis in sicurezza e discrezione.
Ultimamente il mercato dei semi femminizzati ha nettamente superato quello dei regolari. Cosa pensi riguardo ai femminizzati? Secondo te è vero (come riferisce anche “ShantiBaba”) che si corre il rischio di indebolire o perdere l’originalità e la purezza delle specie di Cannabis?
Se il mercato dei semi femminizzati ha superato quello dei normali dioici, non è certo il caso del Nord America, dove è maggiore la vendita dei semi regolari. Nutro sentimenti contrastanti verso i semi “femminizzati” attualmente venduti da molte aziende. Sono d’accordo con Shanti solo in parte, perché se condotta in modo corretto e responsabile, la tecnica di incrociare soltanto esemplari femminizzati, attraverso l’autoimpollinazione, non indebolirebbe assolutamente l’originalità e
la purezza delle specie. Le strozzature genetiche (o sfoltimento degli esemplari) possono verificarsi, e di fatto accade, sia con i tipici schemi di breeding maschio/femmina, sia con gli schemi femmina/femmina. La Cannabis non si è evoluta con un breeding di 1:1 (un esemplare su un esemplare) come viene attualmente coltivata da molti produttori di semi. La maggior fornitura di semi mondiale proviene dall’incrocio di un singolo maschio con una singola femmina. Io sono più preoccupato delle tecniche di breeding irresponsabili, utilizzate dalle odierne industrie di semi, e della qualità di semi che da esse provengono. Incrociare un singolo maschio con una singola femmina (o una singola femmina con se stessa, o una singola femmina con un’altra singola femmina, è una strategia molto mediocre di preservare la diversità genetica.* Il Germoplasma della Cannabis è sotto attacco da parte delle forze dell’ordine di tutto il mondo perché cercano di estinguerlo completamente. Purtroppo le mediocri tecniche di breeding utilizzate dai coltivatori di Cannabis, non aiutano di certo il pool genetico disponibile. Tutto questo deve cambiare!
Sappiamo che hai realizzato molti dei tuoi lavori in collaborazione con DJ Short. Siete buoni amici? Quanto ha influenzato la tua genetica il maschio della Blueberry e su quali delle sue caratteristiche ti sei concentrato per cercare di trasmetterle agli esemplari successivi?
Conosco DJ Short da un po’ di anni ormai e sì, direi che abbiamo un buon rapporto di amicizia, basato sul rispetto reciproco. In realtà ho utilizzato l’esemplare maschio di Blueberry, selezionato da DJ stesso, in aggiunta ad altri esemplari di Blueberry che ho scelto dallo stesso processo di selezione. Abbiamo usufruito di molteplici donatori di polline per i nostri progetti congiunti, infatti nessuna delle linee da seme presenti sul nostro catalogo è il risultato dell’incrocio tra un solo maschio e una sola femmina. Per i nostri progetti congiunti avevamo due obiettivi principali: 1) La famiglia Blueberry ha alcune caratteristiche davvero interessanti che la contraddistinguono dal tipico pool genetico “olandese” o occidentale e che ho voluto inserire nel mio pool di breeding. Ciò è stato possibile grazie all’incrocio con alcune delle mie selezioni preferite per i breeding futuri. 2) DJ Short ha lavorato molti anni per rendere disponibili le proprie varietà, e molte persone hanno semplicemente preso i suoi semi e li hanno utilizzati per realizzare versioni abusive dei suoi modelli, ottenute mediante incroci fra esemplari uguali, o versioni proprie da vendere, o per i propri ibridi in vendita senza dare a DJ nemmeno un Cent. Nel mondo del breeding “legale”, un breeder avrebbe problemi con la legge per questo tipo di comportamento, ma poiché la Cannabis è illegale quasi ovunque, e chiaramente il mercato dei semi non è regolato, non esiste alcuna possibilità di ricorso. Questi progetti congiunti hanno rappresentato un modo per ricompensare e per dimostrare che supportiamo il lavoro di DJ Short, svolto nel passato.
Qui in Europa c’è una cultura di strain in un certo senso molto limitata. Le multinazionali del seme olandesi hanno fatto mambassa , fagocitando tutto il mercato offrendo spesso sul mercato fotocopie dell’uno e dell’altro strain cambiandone fantasiosamente il nome. Tuttavia i nostri growers cominciano ad essere sempre più esperti e desiderosi di conoscere la verità sulle genetiche esistenti.
Il fatto che il mercato del seme olandese è principalmente rivolto ai turisti, e a mio parere non si cura di realizzare miglioramenti in termini di salute alle risorse genetiche disponibili, sta portando ad una decrescita dell’inbreeding negli stock di semi a disposizione sul mercato. Qualcuno dice che stanno “skunkizzando tutto”, in altre parole vengono incrociate casualmente con Skunk, o White Widow, o qualsiasi sia l’ultimo dei “trend”nei Coffe Shop. Questo è successo anche in Nord America, per certi versi, ma c’è anche stata una cultura rivolta all’importazione di esemplari di Cannabis da tutto il mondo, cresciuti e selezionati per gli esemplari americani esistenti. La risultante ibridazione di queste “nuove” genetiche con quelle europee ha portato ad alcune interessanti e nuove varietà. Negli ultimi anni, abbiamo notato che la maggior parte delle più note varietà olandesi includono parzialmente o completamente materiale genetico importato dal Nord America. Personalmente, mi piacerebbe vedere più banche del seme che si occupino di valorizzare le genetiche che già hanno, piuttosto che continuare a riprodurle all’infinito.
Quale è lo strain che più ha saputo conquistarti in questi anni di passione per la ganja e quale è quello più apprezzato tra quelli della tua seed bank?
Per me, sono come i miei bambini e sarebbe dura avere una risposta da un genitore, se gli fosse chiesto qual è il preferito tra loro. Molte varietà hanno caratteristiche e sapori unici e alcune si adattano a contesti e situazioni particolari. Durante il giorno, preferisco un tipo di high energizzante da sativa, ma ci sono alcune occasioni nelle quali preferire qualcosa di più sedativo. Dipende tutto dal mood e dalla situazione. Ad esempio nel mio archivio possiedo oltre 30 varietà di hashish e ice-o-lator, e ciascuna si adatta ad un particolare momento. È uno dei motivi per cui amo la Cannabis così tanto: l’apparentemente infinita varietà di gusti, profumi ed effetti. Mental Floss e Fighting Buddha sono le mie varietà più richieste di recente.
Cosa pensi delle nuove varietà autofiorenti?
Le piante autofiorenti non sono una novità. La canapa Russa (Cannabis ruderalis) è una varietà naturale autofiorente, che ad esempio è stata utilizzata nello sviluppo di alcune delle “nuove” linee autofiorenti. Personalmente non apprezzo le varietà autofiorenti che ho testato. Gli effetti sono sgradevoli se paragonate alle varietà regolari che ho assaggiato, e difettano di gusti, profumi e altri tratti allettanti. Questo non vuol dire che tali varietà non siano potenzialmente utilizzabili in un programma di breeding scrupoloso, semplicemente non credo che ciascuna delle varietà che ho visto sia un esempio di breeding ben fatto, incorporando i tratti autofiorenti con altri tratti positivi di un breeding a regola d’arte.
Dai qualche suggerimento ed incoraggiamento agli amanti della nostra cara pianta su come proseguire nella battaglia…
Per parafrasare Winston Churchill, “Noi non ci arrenderemo mai e poi mai”. Un giorno coloro che sopprimono la libertà della Cannabis, per realizzare i propri piani finanziari, cadranno.