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Intervista a Mecna

Intervista a MecnaCiao Mecna, intanto grazie per la disponibilità. Ricordo ancora quando entusiasticamente avevo approcciato a “Le Valigie Per Restare”, un EP molto bello e rappresentativo, soprattutto. “Disco Inverno” è esattamente quello che mi aspettavo, un disco intimo e ben scritto/prodotto. Quanto si avvicina a quello che cercavi?
Sono assolutamente soddisfatto. Credo che sia esattamente ciò che andava fatto, il mio percorso avrebbe dovuto per forza portare a questo disco.

L’album si chiama “Disco Inverno” eppure a me a molti tratti mette parecchia allegria.
Dicendo “inverno” io volevo dire “blues” inteso nella sua accezione linguistica; quando sei un po’ giù, hai la luna storta, e cose così. Però nella fase creativa, la mia vita è anche cambiata, si è modificata, ed ho avuto un momento quasi di rinascita, che si è palesato senza che me ne accorgessi nei testi e le sensazioni.

Blue-Nox è un fenomeno italiano molto significativo a mio avviso: è bellissimo vedere come persone cresciute geograficamente distanti siano riuscite a trovarsi e a fare musica con un mood condiviso e sicuramente unico, qualcosa di cui dobbiamo andare orgogliosi a mio avviso, nella nostra piccola “scena” e che sta allargandosi a collaborazioni straniere di livello. Voi dall’interno come la vivete?
E’ banale, ma siamo una famiglia. In famiglia si litiga, ci si stima, ci si prende a parolacce, ci si vuole bene, ma è la tua famiglia, non puoi abbandonarla. Beh noi siamo così, siamo sicuri dell’amore che ci lega e del motivo che ci spinge a stare uniti. Credo che proprio la diversità di città, quindi la stessa difficoltà nell’affermarsi localmente, ci abbia uniti così tanto, e ora conquistiamo sempre più pubblico.

Intervista a MecnaIo da milanese ho sempre la percezione che un’artista/studente/lavoratore, nel momento in cui è allontanato dalla città natale abbia più stimoli e motivazioni, con risultati di conseguenza migliori. Quanto la tua città natale e quella in cui stai adesso ti hanno aiutato e in cosa ti hanno penalizzato, in questo senso?
Come dice Johnny Marsiglia in uno dei pezzi del suo ultimo disco “Orgoglio“, sono uno di quelli che non hanno provato a cambiare la propria città. Di questo non vado molto fiero, ma dall’altro lato sono andato via per necessità e forse facendo del mio meglio fuori, riesco a dare qualcosa di buono anche a chi mi segue da Foggia. E’ dura nascere e crescere in una città un po’ ferma, per quanto tu ti muova, rimarrà ferma. Noi ragazzi abbiamo l’intelligenza di capirle queste cose e di saltare sui treni che passano. Io ho preso il treno, e lo prendo spesso anche per tornarci, è amore puro quello che ho per la mia città, e l’aver lottato certe volte, in passato, mi ha solamente scolpito positivamente negli anni.

Quanto è difficile conciliare il lavoro di grafico a quello di rapper (con live al seguito), in termini di impegno e tempo?
Molto. Non è tanto il tempo ma la testa. Faccio due “mestieri” che prendo con il cuore, quindi sono entrambi soggetti all’ispirazione, dunque attingono dalla stessa linfa. A volte ho bisogno di mandare affanculo tutto per ritrovare le forze e l’ispirazione.

La collaborazione con Pat Cosmo e Madbuddy è una delle meglio riuscite, in un disco che si può dire sia stato fatto con gli amici di sempre, sbaglio? Come sono nati i featuring?
Con Patrick c’era da un po’ l’idea di fare qualcosa assieme e fortunatamente ci siamo riusciti. Per il resto, si, sono tutte persone che conosco bene e che stimo, la scelta dei featuring è stata naturale.

Stai avendo un boom meritato e allo stesso tempo veloce; i vostri dischi vanno forte su iTunes e nelle classifiche, come quella di MTV. Te lo aspettavi? C’è qualcosa che ti sta sorprendendo?
Se devo essere sincero, un po’ me lo aspettavo, ma sono così bravo che mi sorprendo comunque sempre. Sono felice, perché sta succedendo tutto ciò che non avrei MAI sognato neanche un anno fa.

Una volta qualcuno disse che un bell’esercizio per un rapper è di provare a non scrivere testi in prima persona. Eppure la forza del rap tuo e di tanti altri ragazzi emersi nell’ultimo periodo sta proprio in questa capacità di raccontare la quotidianità in maniera aperta e sincera. Quanta “ricerca” c’è all’interno delle liriche e quanto “sfogo”, invece? In quali mood generalmente scrivi?
Non credo ci sia ricerca. Tutto ciò che è personale ed istintivo, se messo sotto una qualsiasi lente di ricerca o artefatto si sfalda. La potenza delle cose belle sta nell’intimità, ed io non ho freni quando scrivo, mi lascio cullare dai suoni e vado.

Intervista a MecnaNel video di Kryptonite se non sbaglio non compare mai la tua faccia; è una cosa insolita, per un’artista, anche se l’esperimento è ben riuscito. Usciranno altri video?
Compare sola alla fine. E’ stata una nostra scelta, quella di affidare il brano nelle mani di Ludovico e Sami, Lab35 FILMS, per avere la loro versione del video. Non ci deve essere per forza un playback, le parole molto spesso sono molto più forti se accompagnate da immagini, sensazioni, colori. Poi la mia faccia la vedete già abbastanza.

Quando dici che ti dicono che “dovresti firmare” rispondi che devi scappare per ricominciare a lavorare. Un MC come te che genere di ambizioni possiede? Qual è il sogno o il modello artistico di un personaggio come il tuo?
Non vorrei essere spavaldo ma questo modello mi va benissimo. E’ faticoso, certo, ma mi permette di avere una vita normale, da cui assimilare le esperienze comuni da risputare sotto forma di musica, ritagliandomi gli spazi per farla, quindi dandogli esclusività. Anche se dovessi abbandonare il lavoro di ufficio, l’arte della grafica mi aiuterà sempre ad avere una seconda opzione che mi strappa via dalle parole e mi mette su altre cose, e questo sarà sempre fondamentale per me.

Ti lascio spazio libero e rinnovo a tutti l’invito ad ascoltare “Disco Inverno”. Un disco bello e soprattutto vivo: non serve altro.
Ok, allora visto che c’è spazio libero, vado accapo 3 volte e vi saluto

Ciao.

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Robert Pagano



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