Intervista a Massimo De Matteis, capogruppo AN al Consiglio Provinciale di Parma
Le narcomafie sarebbero al 7° posto per PIL se fossero uno Stato; il numero e la quantità di sostanze smerciate al mercato nero sono esponenzialmente aumentati; la qualità è peggiorata; il costo dello Stato per arginare il fenomeno è salito alle stelle. Non è logico concludere che il proibizionismo abbia fallito su tutti i fronti?
La repressione dei comportamenti e dei traffici illegali deve continuare. L’azione preventiva e repressiva non può considerarsi inutile ed inefficace e deve, se mai, essere potenziata e perfezionata. Il punto è che se non si riesce ad arrestare il ladro, non è giusto né sensato depenalizzare il furto.
La filosofia che sottende al proibizionismo sostiene che, se certe sostanze fanno male, allora è giusto che lo Stato ne impedisca il consumo. Ma se un individuo, nel privato della sua cameretta, si facesse una canna della sua erba, senza creare danni agli altri, che bisogno c’è di rompergli le balle?
Gli vanno rotte le balle nel momento in cui, uscito dalla sua cameretta, si mette a guidare un’auto o un pulmino zeppo di bimbetti… Lo Stato deve garantire le libertà individuali, ma a queste deve poter porre un limite, quando taluni comportamenti potrebbero nuocere alla libertà, alla vita, alla salute degli atri componenti della società…
Permettere la coltivazione di un numero esiguo di piante porterebbe numerosi vantaggi pratici, primo fra tutti si diminuirebbe il narcotraffico assestando un mortale colpo alle mafie. Tu come la vedi?
Immagino la coltivazione delle piantine come un simpatico hobby, praticato da una acculturata, sofisticata, limitata categoria di persone. La massa dei consumatori, preferirà sempre rivolgersi al pusher di fiducia, e non credo che le narcomafie possano subire un mortale colpo dalle micro serre auspicate dagli antiproibizionisti.
Tornando da un canapaio svizzero coi miei sacchetti di maria per profumare gli armadi, subito oltre il confine trovai un poster di AN che diceva “Non è mai leggera. E’ droga”. Come sfondo c’era un occhio triste di una ragazza ancor più triste. Memorabile. Come si può scrivere una sciocchezza simile? Credi che l’assunzione di erba sia paragonabile al crack, alle amfetamine o all’eroina?
Condivido il giudizio “memorabile”. Infatti lo scopo del messaggio è quello di imprimere nella memoria di chi legge, che per vivere non serve assumere sostanze stupefacenti, e che l’approccio alle droghe (qualunque esse siano e qualunque sia la certa differenza di gravità ed effetti) si basa su una grave carenza di valori e di senso di responsabilità. Chissà quale reazione dinnanzi ad un altro memorabile manifesto del fronte della gioventù “l’erba è roba da conigli!”
La rete ENCOD sta lanciando la campagna tesa a promuovere il diritto dei consumatori di canapa di produrre da sé, anche in forma associata, le proprie piante sul modello delle esperienze già avviate in Spagna e Belgio. In concreto i “cannabis social club” sono circoli nella cui sede gli iscritti e solo loro possono ottenere e consumare modeste quantità di marijuana prodotta dagli associati stessi. Non è un bel modo per controllare il fenomeno del consumo di droghe leggere e romperne il rapporto con la criminalità?
Mi sembra una forma organizzata ed ampliata della situazione del ragazzetto che si fuma l’erba auto prodotta nel privato della sua cameretta. I Cannabis Social Club mi appaiono un pò “casa chiusa” e un pò enoteca…Solo che non so se Marijuana e birra o Gutturnio si sposano di gusto…
E’ passato poco più di un anno dall’entrata in vigore della legge “Fini-Giovanardi” sugli stupefacenti. Quali gli effetti positivi e negativi?
A mio avviso si è provveduto ad un’urgente rivisitazione della legislazione, in quanto lacunosa, sia per l’incertezza delle sanzioni, che per le modalità del recupero effettivo. Tra gli obiettivi vi è il rafforzamento delle forme di prevenzione all’utilizzo delle sostanze tra i giovani, anche attraverso l’individuazione di spazi reali per l’aggregazione; L’eliminazione di ogni fuorviante distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti; La possibilità per le comunità di certificare la dipendenza da droga e di predisporre il piano terapeutico di recupero al fine di garantire la libera scelta nell’intraprendere il percorso di disintossicazione e recupero stesso; Norme certe per consentire l’individuazione del confine tra la detenzione di stupefacenti al fine di spaccio e quelle finalizzate all’uso personale; L’introduzione di un sistema sanzionatorio amministrativo e penale per l’uso delle sostanze stupefacenti.
Mettere sullo stesso piano tutte le sostanze non è una scelta antiscientifica visto che ogni sostanza ha caratteristiche proprie così come effetti diversi sull’organismo?
Non sono uso a mettere sullo stesso piano il cianuro e l’aspirina sebbene occorra considerare che l’uno in dosi minime può essere benefico, l’altra in sovra dosaggio ti fa venire l’emorragia interna, ma non si può dire in assoluto che il cianuro faccia bene alla salute. Si lasci ai medici ed ai farmacisti l’applicazione pratica e testata delle sostanze chimiche o farmacologiche.
Ed ora l’abituale domanda finocchia: Sarkozy, seppur contrario al matrimonio gay, è disponibile all’ampliamento dei PACS, Aznar è a favore delle unioni civili, il neo presidente irlande se, sempre di centro destra, si è detto a favorevole. E in Italia c’è gente pronta a far barricate contro quella porcheria dei “DICO”… E’ perché qui abbiamo il Vaticano o perché tutta la destra moderna è oltre confine?
I “DICO” come proposti in Italia sono matrimoni per modo di dire, scorciatoie deresponsabilizzanti e sicuramente per taluni cavallo di troia per scardinare l’istituto tradizionale della famiglia. In Italia, non solo per una legittima e doverosa presa di posizione della Chiesa, da me condivisa, ma anche per una valutazione obiettiva della realtà’, la tutela delle coppie di fatto sul piano dei diritti e dei doveri individuali e rispetto alla prole naturale, può essere garantita da norme civilistiche senza bisogno di istituire un nuovo istituto giuridico. La famiglia è da tempo in crisi, attaccata da aggressive ideologie consumistiche ed egoistiche. Contro chi vuole strutturarla come un sistema modulare tipo Ikea, senza volersi impegnare doverosamente a sostenerla e incentivarla, ci sarà la contrarietà della destra di buon senso quale è la nostra…
Hashisch o marijuana?
BOH! Non conosco né l’una né l’altra. Chettiperdi…mi dirai… della Marijuana mi piace il nome da donna, l’altro sembra più uno starnuto…