Intervista a Ensi
Classe 1985 nasce e cresce nelle periferie di Torino. Le prime rime risalgono al 2001 periodo in cui inizia, giovanissimo, ad appassionarsi al rap. Proprio il freestyle fa di lui un’icona, e senza citare le innumerevoli gare minori, ricordiamo la vittoria del Tecniche Perfette 2004 e del 2TheBeat 2005. Con all’attivo numerosissime date live, e l’apparizione in alcuni dischi hip-hop dei più importanti esponenti italiani, Ensi si impone come una delle realtà più forti della nuova generazione. I suoi punti di forza sono la carica emotiva, un innato carisma e il suo stile d’impatto, mai banale, che viene amplificato da un flow aggressivo e trascinante.
C’è chi dice che fare il gangsta rap in Italia sia assurdo, che da noi certe situazioni non esistono e che quindi chi ne parla è falso. Tu che dici a riguardo? E come definisci il tuo rap?
Il tutto sta nella credibilità delle persone, le situazioni drammatiche in Italia esistono eccome. Non ho una definizione per il mio rap e non ho la presunzione di insegnare qualcosa a qualcuno. Ho 23 anni e vivo in Italia situazioni come tanti. Prendo queste situazioni, positive e non, e le filtro attraverso il mio hip-hop.
Sei conosciuto in tutta Italia come uno dei big del freestyle: talento innato, allenamento o entrambe le cose?
Quando avevo più tempo a disposizione mi allenavo molto ma penso che proprio umanamente io sia predisposto per questo tipo di comunicazione. Come chi è molto bravo a disegnare o a cantare, è un talento di base. Ma bisogna affinarlo con lo studio e l’allenamento per raggiungere certi livelli.
Nei tuoi pezzi parli di storie di vita vissuta, di strada, di anni non facili. Sei riuscito a lasciarti alle spalle i brutti ricordi o ci stai ancora “lavorando”?
Quando superi dei brutti momenti tendi sempre a cancellarli e quando le cose vanno meglio rischi anche di riuscirci. Certe situazioni però ti segnano in modo indelebile e condizioneranno la tua vita per sempre, nel bene e nel male. Mi sono lasciato alle spalle i brutti momenti ma se non li avessi vissuti oggi non sarei così forgiato.
“Vendetta” è il titolo del tuo disco: ad oggi, l’hai avuta la tua vendetta?
Direi di si. Ma non è stato certamente il mio disco a vendicarmi. Le parole sono servite solo ad aiutare me stesso, per tutto il resto c’è voluto tempo, soldi e sudore.
Ensi vive di musica?
Accontentandomi potrei ma preferisco continuare a lavorare. Ho un lavoro che mi permette di gestire abbastanza bene il mio tempo libero, se e quando la faccenda rap diventerà ancora più grossa prenderò in seria considerazione di mollare il posto fisso. Fino ad allora continuerò a fare i salti mortali per portare avanti entrambi.
Open space… Lasciaci con una dedica, un saluto o un ringraziamento a chi vuoi tu.
Passate a trovarmi sul mio myspace per sapere quando suonerò dalle vostre parti e per restare informati sui miei progetti. A breve inoltre caricherò il nuovo singolo con video, anticipazione del mio primo disco ufficiale prodotto da Fish. Un saluto a voi della redazione e a tutti i supporters. Onelove, Ensi.
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a cura di ANDREA CARRARA e MATTEO “ECKO” – Pubblicato su Dolce Vita n°25 Novembre/Dicembre 2009