Intervista a Chief & Reverendo vs. Fuossera
L’hip hop di casa nostra ha fatto il grande salto di qualità? Una storia, quella della musica in rima all’italiana (la cultura hip hop è composta da 5 discipline, ma in questo breve articolo parleremo solo del suo lato musicale . Ndr) lunga vent’anni: il Muretto di Milano, il periodo delle Posse, la golden age del nostro rap, il periodo di buio e, oggi, una nuova fioritura, un grande interesse per il genere. Noi siamo convinti che il rap è diventato mainstream perché questa cultura è di dominio assoluto e mondiale, si ritrova nei vicoli di Caracas come nelle metropoli statunitensi ed europee e, recentemente, abbiamo avuto molti artisti validi e decine, solo nel 2007, sono state le uscite discografiche. Noi abbiamo cercato di raccontare, in breve, la storia di due gruppi, diversi nell’approccio e nella musica ma anche come background: Chief e Reverendo sono due quotati rapper provenienti dalla old school, i Fuossera, invece, sono un giovanissimo trio napoletano all’esordio discografico. Una sottile linea rossa unisce i due gruppi, perché la radice culturale della musica hip hop è assolutamente univoca e la si può ritrovare nelle istanze dei giovani meno abbienti, nelle situazioni di disagio ma anche nelle situazioni di festa, divertimento e voglia di condividere il tempo. I Fuossera non sono ne’ un gruppo politico ne’ un gruppo gangsta, sono una realtà bramosa di raccontare storie: “Age”, “A’marc ra sopravvivenz” e “Spirito e Materia” (title track del disco) sono probabilmente i 3 pezzi più incisivi e significativi del disco, un piccolo gioiello che sarà il primo passo di un lungo viaggio nell’hip hop del 3° millennio. Autostrade del sole è il titolo scelto da Chief & Reverendo per celebrare l’unione nord-sud di questi due super personaggi della storia del rap italiano; il loro disco ha anche diversi featuring: da Entics, ai Club Dogo, che ormai non necessitano di ulteriori presentazioni, passando per l’amico di sempre: dj Jad degli Articolo 31. Abbiamo fatto 5 domande ai ragazzi. Ecco le loro risposte.
Raccontaci qual è la traccia più significativa del disco? Perché?
Chief: Il disco con Reverendo è un vero e proprio incontro stilistico che prescinde dall’excursus solista di ognuno di noi. Credo che questo sodalizio raggiunga il suo apice in tracce come “Luce”, da me molto sentita a livello personale, “Ho fatto un sogno”, dove sono abbastanza chiare le nostre posizioni riguardo alcune tematiche sociali, “Quante volte”, dove ci spingiamo ben oltre i soliti cliché e “Questa vita”, il nostro nuovo singolo.
Fuossera: Di tracce preferite non ne abbiamo, siamo molto soddisfatti di tutto il lavoro ma se dobbiamo sceglierne una che racchiude tutto il significato del disco, direi “Spirito e Materia”, la title track. E poi c’è “Annanz all’uocchie” che è un brano autobiografico: racconta la nostra infanzia e come siamo cresciuti rapportandoci al quartiere e alla vita in generale.
Cosa pensi dei Fuossera/di Chief&Revo (per noi uno dei gruppi più interessanti della nuova/vecchia scuola)?
C: I Fuossera oggi, insieme ai Co’Sang, rappresentano una parte importante della nuova scuola del rap napoletano e raccolgono l’eredità di una scena targata anni 90. Chuck D dei Public Enemy diceva che il rap è la CNN della strada, beh, i Fuossera ne sono gli inviati speciali partenopei!
F: Sono entrambi molto bravi, li conosciamo di persona e presto collaboreremo in un brano, noi abbiamo sempre lavorato con persone che stimiamo artisticamente.
La canzone italiana rap più bella di sempre e quella italiana in generale?
C: Se parli di canzoni rap e non di pezzi rap, credo che il posto se lo contendano “Aspettando il sole” di Neffa e “Quelli come me” dj J-Ax: mi emozionano ancora tutte e due ed essendo dei classici, non invecchiano mai. Tra le mie preferite posso indicarvi “La donna cannone” di De Gregori e “Napul’e`” di Pino Daniele, “Luce” di Elisa e “Ciao” di Vasco Rossi, roba che emoziona insomma.
F: Per me, O’Iank, il pezzo rap è “Fino a mo`” di Speaker Cenzou, per quanto riguarda la musica italiana in generale è “Dolce Sweet M” di Enzo Avitabile, è un brano dedicato a Mario Musella front man degli Showmen. Pepp sceglie “Fuje Tanno” dei Co’Sang e, in generale, amo “Anna verra`” di Pino Daniele; il buon Sir Fernandez sceglie Marracash con “Chiedi alla polvere” e Marco Masini con “Piccolo Chopin”.
Una ricetta per salvare la musica dato che tutti si lamentano?
C: Una buona ricetta è data dal mescolarsi di buoni ingredienti. Alcuni di questi sono facilmente reperibile, altri un po’ meno, soprattutto perché oggi credo sia veramente difficile cercare di rieducare ad un download legale soprattutto le generazioni più giovani, nate con la tastiera tra i denti e cresciute a suon di wave mp3. Ho sentito parlare di nuovi portali che regaleranno la musica sotto forma di files ad alta qualità e remunereranno gli artisti con i proventi degli inserzionisti pubblicitari; sicuramente dei siti del genere saranno in grado di creare grossi volumi di traffico e quindi grossi proventi.
F: Il primo passo che si potrebbe attuare per agevolare il lavoro sia delle case discografiche che degli artisti, dovrebbe essere fatto dallo “Stato” rendendo la musica un vero e proprio bene culturale, riducendo la tassazione per permettere di pubblicare dischi ad un prezzo più basso e soprattutto, con la riforma delle leggi del diritto d’autore, annullando il monopolio di una società come la “S.I.A.E.” che è antica e obsoleta.
Qual è il vostro rapporto con le sostanze e quanto incidono sulla vostra produzione artistica?
C: Sono stato un consumatore “cronico” di cannabis per più di 15 anni, ma da un paio di mesi, dopo varie fasi alterne e un consumo sempre minore, ho deciso di darci un taglio. Non starò qui a dilungarmi su tematiche a voi ben note ma è abbastanza diffuso che un uso frequente della cannabis prolungato nel tempo a volte richieda dei momenti più o meno prolungati di pausa. Sicuramente questa sostanza ha svolto un ruolo importante nella mia vita con i suoi pro e i suoi contro che hanno comunque influenzato le mie scelte e la mia creatività. Credo che una sostanza stimolante sia in grado di amplificare sensazioni e stati d’animo ma non certo di suggerirti cose che non conosci e che non senti, quindi ben venga l’uso ma non l’abuso in cerca di ciò che non c’è. One Love.
F: Non abbiamo nessun tipo di rapporto con la droga e anche se ce l’avessimo non saremmo venuti a dirlo a voi tanto per il gusto di spiattellare che siamo dei rapper “cazzuti” che si bombardano 24 ore su 24 (risate). Nei nostri brani è presente questo mondo, visto che nel posto in cui viviamo se ne vende in quantità industriale e l’economia della città si basa anche su questo. E’ un business infinito; ripeto, sul lato personale non ci tocca, non abbiamo bisogno di alterare le nostre sensazioni per descrivere le nostre emozioni.
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a cura di Propapromoz – Pubblicato su Dolce Vita n°14 Gennaio/Febbraio 2008