International Highlife Fair (Barcellona 15-16 ottobre 2005): più ombre che luci
Pochi aspetti positivi riscontrati sono da ricondurre all’ambientazione della Fiera stessa: Barcellona è una città fantastica in cui si respira sempre un’ottima brezza di libertà e tolleranza. Locali di ogni genere con prezzi d’ingresso abbordabile e senza buttafuori; possibilità di sfamarsi a qualunque ora; arte che permea ogni momento della quotidianità; fermenti culturali in abbondanza; fumatori di canne di ogni razza, stile, età in ogni luogo ad ogni ora. Nessuno sente la necessità di nascondersi in quanto fumatore, gay, punkabbestia o deviato in generale. Insomma, un week end a Barcellona lo consiglio a tutti, noi abitanti della bigotta, ignorante ed ipocrita Italietta di provincia.
L’elemento che più mi ha colpito nei giorni precedenti la fiera è stato la più totale assenza di promozione in città: nessun manifesto per le strade, nessuna locandina nei locali, nessun articolo sulla stampa locale che ha portato un evento così importante a trasformarsi in un piccolo happening tra poche migliaia di intimi…
Un altro motivo strettamente legato al poco successo di pubblico è stato il biglietto d’ingresso a 15 euro. Prezzo forse consono con gli standard olandesi od inglesi dove per poter comprare un pacchetto di sigarette si deve accendere un mutuo! Non di certo per la Spagna dove con 15 euro si cena o meglio ci si ingozza al punto da metter su qualche chilo! Una notte in una pensione costa 16 euro, un pacchetto di sigarette 3, la discoteca iper trendy 10 (con inclusa consumazione), ecc..
Di solito si può essere predisposti a spendere tanto ma ci si aspetta in cambio qualcosa di qualitativamente magnifico, unico e speciale. Aggettivi assolutamente inappropriati per descrivere la situazione.
Poche aziende straniere e l’assenza delle più importanti del settore. Anche il periodo è stato poco azzeccato, forse volutamente. Solo un mese prima a Madrid si era svolta un’altra fiera e, visti i costi degli stand vedo probabile che il motivo di un appuntamento così ravvicinato volesse essere un volgare modo per costringere le aziende e gli addetti stranieri a fare la “scelta di campo”. L’intrattenimento sfiorava l’imbarazzo: balletti su musica “techno” ogni 40 minuti eseguiti da ragazzi appositamente portati dall’Olanda non per la loro particolare bravura ma credo per la loro particolare economicità. L’unica cosa degna d’attenzione l’originale capigliatura del ballerino più atletico e “diva”. Listino bar più caro dei prezzi normalmente praticati. Nessun prodotto nuovo, nessuna evoluzione del settore per lo meno intuita. E’ stato un costosissimo già visto gestito in modo autarchico ed autoreferenziale dal padrone della guida HighLife, della rivista SoftSecrets, dei semi HighQualitySeeds, ecc ecc. Da una sorta di “imperatore” olandese della canapa ci si deve aspettare qualcosa di più.