Insetti nocivi e malattie che influiscono sulla salute delle piante
In questo articolo tratteremo ulteriormente degli insetti nocivi e delle malattie che interessano l’area di coltivazione e che hanno un effetto devastante sulla salute della pianta stessa. Riesamineremo, inoltre, alcuni metodi per ridurre e prevenire l’insorgere di problemi provocati dall’intervento umano, nonché cercheremo di stabilire un piano per aiutare ogni coltivatore nella pulizia abituale dell’area di coltivazione da insetti, uova e potenziali problemi indesiderati.
In una classica situazione di coltivazione, malattie e insetti nocivi possono rovinare fino al 30% del raccolto, ed è soprattutto per questo che l’industria agricola mondiale ha investito molto nella ricerca e nell’analisi della casistica relativa a tutti i tipi di insetti, fibre, semi e malattie, su quasi tutti i tipi di piante classificate. Se da una parte le nostre piante hanno raggiunto incredibili zone di monocoltura (in cui una pianta domina un’area in maniera innaturale), siamo diventati noi i nostri peggiori nemici in un ciclo agricolo circolare. Dobbiamo convivere con il nostro nemico perché non possiamo sradicarlo completamente, perciò tanto vale comprendere il modo in cui funziona il ciclo e vedere cosa possiamo imparare dal nostro viaggio nel mondo agricolo.
Esistono diversi elementi molesti che incidono in genere sulle piante di Cannabis come insetti, malattie, erbacce e altri organismi. Anche nel mondo agricolo in generale si devono affrontare gli stessi problemi per cui esistono molte applicazioni simili da poter apprendere dall’agricoltura umana. Prima che l’uomo tentasse di tenere sotto controllo malattie come quelle menzionate in precedenza, la qualità e quantità dei raccolti soffrivano molto, nel senso che si perdevano grandi quantità di cereali e semi per sempre.
La persistenza e la passione dell’uomo per il giardinaggio è stata la più grande risorsa di conoscenza, passata di generazione in generazione, che ha permesso all’agricoltura moderna di essere quello che è oggi. Con l’incremento di strumenti tecnologici e di misurazione nel campo dell’agricoltura, abbiamo finalmente capito qual è il nostro vero nemico, invece di aspettare la comparsa dei sintomi. Lo sviluppo del microscopio ci ha permesso di vedere piccoli insetti con uova allo stadio di larva, permettendoci di comprendere il modo in cui un insetto e i suoi stadi vitali influiscono sul regno delle piante.Tutto ciò ci ha inoltre aiutato ad utilizzare la prevenzione come principale strumento per difenderci da futuri problemi in relazione alle piante.
Diamo quindi uno sguardo ai principali insetti nocivi, malattie ed altri problemi ai quali è possibile andare incontro in una piccola situazione indoor, con le sue applicazioni nelle serre e perfino ai metodi di coltivazione outdoor in relazione alla pianta di Cannabis.
Gli insetti sono probabilmente la più grande piaga per le piante e possono rovinare completamente un raccolto se non si cerca di tenerli sotto controllo. Gli insetti sono passeggeri, non provocano malattie ma possono causare problemi riguardo all’alimentazione della pianta e, se non trattati in maniera adeguata, questi problemi possono portare a malattie ed infezioni secondarie.
Un coltivatore di Cannabis verrà prima o poi in contatto coni seguenti fattori:
Acari ragno: avendo 8 zampe, vengono classificati come ragni, mentre gli insetti ne hanno 6. Si tratta del più comune tipo di insetti nocivi che si incontra di solito nelle piante coltivate indoor. L’acaro ragno si trova generalmente nella parte inferiore della foglia e succhia i fluidi vitali dalla pianta. I segni evidenti del suo attacco sono piccole macchie gialle/bianche sulla parte superiore della foglia. Per avere la certezza che la pianta è infestata dagli acari ragni, basta inumidire con acqua le zone che si presume siano infette e notare se sono presenti delle piccole ragnatele. Una volta che la pianta è ricoperta dagli acari, l’infezione progredisce rapidamente portando, in casi gravi, alla morte della pianta o all’arresto del suo sviluppo.
Gli acari che si trovano più comunemente sulle piante di Cannabis possono essere di tue tipi, quelli con macchie marroni o rossi o quelli gialli/bianchi. Le foglie che vengono infestate per prima sono in genere quelle vicine alla parte inferiore della pianta, perciò tenete sempre sotto controllo quest’area. Gli acari prosperano a temperature superiori ai 21 gradi ma la loro temperatura ideale è superiore ai 27 gradi. Per tenerli sotto controllo una volta che sono comparsi, può essere utile raffreddare la stanza ed aumentare l’umidità. Nel caso in cui gli acari compaiono sul fiore maturo, l’unico metodo che conosco che funzioni davvero, senza l’utilizzo di agenti chimici, è quello di pulire con un aspirapolvere tutto il grappolo ogni due giorni, fino a quando il fiore non è pronto per essere raccolto. Per sradicare gli acari adulti e le uova in via di sviluppo si possono utilizzare antiacari o acaricidi, come l’olio di piretro o di margosa spruzzato o intinto nella pianta o clone, con un intervallo di tre giorni tra il primo e il secondo spruzzo.
Sono decisamente contrario all’utilizzo di qualsiasi tipo di spray chimico sul fiore maturo o nelle ultime 4 settimane del ciclo vitale della pianta. Prestate attenzione al fatto che gli acari possono essere facilmente trasportati all’interno della stanza di coltivazione da qualsiasi genere di animale…perciò il miglior metodo da utilizzare in una piccola stanza indoor è quello di iniziare a distruggere gli acari dall’interno. I più comuni spray domestici contro gli acari includono aglio, peperoncino, olio citrico, perossido in basse dosi ed estratti liquidi di alghe. In caso di problemi gravi è possibile utilizzare ingredienti naturali più forti, come il piretro, l’olio orticolo, il cinnamaldeide (estratto della cannella) oppure il solfato di nicotina…spruzzati o vaporizzati 2 o 3 volte con un intervallo da 3 a 5 giorni.
Afidi: sono visibili ad occhio nudo e sono presenti in ogni tipi di clima.Vengono comunemente chiamati pidocchi delle piante. In genere di colore grigio/nero e della grandezza di una testa di spillo, possono presentarsi in altri colori che vanno dal rosa al verde. Gli afidi attaccano la pianta succhiandone la linfa e, dal momento che le larve sono in predominanza femmine e che ogni larva produce dalle 40 alle 100 larve, è facile capire perché gli afidi riescono ad impadronirsi velocemente della pianta se non vengono tenuti sotto controllo. Gli afidi tendono a preferire il chiuso solo se all’esterno ne sono già presenti parecchi, perciò prestate molta attenzione nel passaggio dall’esterno all’interno perché potreste diventarne il vettore.
Gli afidi portano con sé tutta una serie di altri insetti nocivi come funghi, batteri e a volte virus. In natura, le coccinelle e i crisopi si nutrono di afidi ma, se si desidera utilizzare degli spray, vaporizzate il piretro dalle 2 alle 3 volte al giorno dal momento che risulta molto efficace sulla popolazione degli afidi.
Aleurodidi: hanno l’aspetto di piccole farfalle (1 mm) e allo stadio adulto hanno anche le ali, ma non sono né mosche né farfalle. Vengono piputtosto associate agli afidi e alle pulci delle foglie.In genere attaccano la parte più debole della pianta portandovi dei virus. Depongono in modo prolifico le proprie uova sotto la foglia e, in genere, invadono tutta la pianta.
In genere, le dialeurodi si scoprono quando si sono già moltiplicate… troppo tardi. Il danno da loro prodotto alle piante di Cannabis è simile a quello degli afidi, quindi la pianta perde vigore, le foglie cadono e diventano gialle e, a volte, muoiono. È possibile notare un deposito di melata rampicante sulla foglia infestata che viene rapidamente popolata da un fungo di colore scuro. È importante tenere sotto controllo le dialeurodi se si coltiva al chiuso o in una serra, ossia gli ambienti in cui prosperano maggiormente.
La durata della vita delle mosche bianche adulte è di 4-6 settimane, il che permette alle uova di schiudersi nello stesso momento perciò è molto probabile che si trovino presenti in una serra in tutti gli stadi. Diventa quindi essenziale vaporizzarli ogni tre giorni in modo da colpire sia le uova che gli adulti della specie. Il piretro è un ottimo prodotto chimico con il quale tenerle sotto controllo, mentre le vespe sono naturali predatori delle dialeurodi.
Tripidi: sono più evidenti nelle serra che all’aperto perché preferiscono saltare e correre piuttosto che volare.Attaccano la produzione di clorofilla per cui le foglie diventano fragili e i tripidi possono infestare tutta la pianta. Si nutrono del tessuto e dei germogli della pianta, lasciando una grande macchia bianca maculata su uno sfondo verde. Durante la crescita, è difficile sia sradicare il tripide alato che tenerne sotto controllo la migrazione.
Esistono diversi predatori dei tripidi come la vespa parassite, le cimici pirata e diversi funghi, per non parlare degli acari predatori. L’utilizzo di spray basati su piretro o nicotina sono efficaci contro le infezioni da tripide e dovrebbero essere applicati ogni 3-5 giorni dopo la prima vaporizzazione.
Pulci delle foglie: sono piccoli insetti a forma di cuneo solitamente verdi, gialli o bianchi. Questi insetti si nutrono della linfa delle foglie lasciando un residuo di melata rampicante come quella prodotta dalle aleurodidi che favorisce la formazione della muffa nera. Le larve si nascondono nelle foglie.
La presenza di macchie sulle foglie è il sintomo che le pulci delle foglie stanno infestando la pianta, quindi il loro effetto è molto simile quello prodotto dai tripidi e dagli acari. Le foglie possono perdere vigore e morire ma, se vengono trattati nella maniera corretta, si possono evitare seri danni.
Le pulci adulte possono sopravvivere nelle serre per 4 mesi e tutte le generazioni possono essere presenti simultaneamente. Preferiscono una temperatura di 26 gradi perciò il modo migliore per tenerle sotto controllo è raffreddare la zona. Piretro, rotenone e sabadilla sono gli spray raccomandati contro l’infezione.
Scavatori delle foglie: in genere sono prevalenti nelle serre e nelle coltivazioni outdoor piuttosto che in quelle indoor. Le mosche adulte depongono uova che si sviluppano in larve verdi o nere che si nutrono del tessuto delle foglie scavandole. Il segno evidente della loro presenza sono delle strie bianche sulle foglie verdi. Se l’infezione non viene controllata, può far rallentare e impedire lo sviluppo del germoglio e prolungare quindi la fioritura. Le larve possono portare anche a delle malattie.
L’utilizzo di vespe parassiti o brancidi può essere utile per il controllo biologico.Io preferisco l’olio di marnosa o il piretro per impedire che penetrino nella zona di crescita ma, se sono già penetrati, è possibile anche rimuoverli manualmente. Innaffiare le piante con una bassa quantità di olio di margosa dissolto in acqua può avere effetti positivi prolungati.
Nematodi: sono prevalenti nella zona radicale della pianta e hanno l’aspetto di vermi, alcune specie possono provocare danni alle piante. I sintomi sono in genere un rallentamento nello sviluppo della pianta e un ritardo nell’inizio della fioritura, oppure clorosi o avvizzimento della foglia durante le ore di luce.
Quando si scoprono i nematodi in genere è troppo tardi per porvi rimedio, perciò tenete sotto controllo le radici oppure innaffiate le piante ogni 3 o 4 settimane con un concentrato di olio di margosa. La migliore difesa contro tutti i tipi di insetti nocivi è mantenere la stanza di coltivazione sempre pulita e libera di organismi in decomposizione.
Cocciniglia: è rotonda e si muove raramente. Ha una protezione corazzata come i lipidi del mare e tendono a concentrarsi vicino ai nodi dello stelo della pianta. Un liquido di melata è il primo sintomo della loro infezione. La cocciniglia succhia la linfa delle piante e produce danni simili ai tripidi e agli acari rallentandone lo sviluppo, arrestando la produzione di fiori e facilitando la formazione di muffa nera che attira grandi quantità di mosche.
È possibile strofinare dell’alcool sulle colonie di cocciniglie con grande efficacia oppure, se si desidera un controllo biologico, sembrano che le coccinelle ne siano ghiotte, così come le vespe parassite e quelle predatrici. Un altro metodo molto efficace per tenerle sotto controllo è vaporizzare il piretro o l’olio di margosa.
Vermi radicali: si trovano in genere nei terreni non puliti. Sono molto simili alle mosche comuni nella forma e depongono molte uova che si sviluppano in larve e si nutrono degli steli e delle radici delle piante masticandoli o scavandoli. Questi vermi si nutrono prolificamente dei piccoli filamenti fibrosi delle radici e lasciano la pianta suscettibile a funghi radicali e, eventualmente, anche a malattie.
I nematodi parassiti possono essere utilizzati per il controllo biologico ma una soluzione più semplice consiste nell’inzuppare il terreno con un basso concentrato di olio di margosa. Il più efficace metodo di controllo di qualsiasi genere di mosche o vermi è quello di prevenire la formazione di organismi in decomposizione vicino alla camera di coltivazione, quindi mantenetela sempre pulita.
Bruchi: spesso di colore verde, possono variare dal nero al bianco. Hanno una serie di zampe per tutta la lunghezza del corpo. Provocano danni alle foglie e possono causare muffa espellendo escrementi sul fiore maturo e provocando muffe che si sviluppano e rovinano la pianta. I bruchi sono una via di mezzo tra una farfalla e una larva e il loro predatore naturale è il verme soldato aculeato.
I bruchi masticano la foglia provocando un rallentamento nella crescita della pianta. In casi estremi, la pianta può restare spogliata di tutte le sue foglie e infine morire. Se si spruzza sulla pianta del piretro e la si scuote, è possibile avere un’idea della quantità di bruchi presenti. Non sono un problema per la coltivazione indoor ma possono affliggere i coltivatori in serra e outdoor.
Funghi moscerini: hanno la testa nera con un corpo translucido con forma di vermi. I moscerini adulti possono raggiungere una lunghezza di 5 mm e tendono ad attaccarsi alla base della pianta. Sembrano essere prevalenti nella roccia di lana o nei mezzi idroponici.
La produzione di uova è veloce e l’infestazione è inevitabile a meno che non si riesca a tenerli sotto controllo. Questi insetti nocivi si nutrono di piccoli filamenti radicali fibrosi e fanno diventare la pianta di un colore pallido e le fanno perdere vigore. Altre malattie possono essere provocate dall’attacco al sistema radicale perciò prestate molta attenzione quando si scopre questo tipo di problema.
I moscerini proliferano in condizioni di forte umidità perciò cercare di mantenerne sempre basso il livello. La carta moschicida funziona bene se i moscerini sono tanti ma esistono sul mercato molti spray innocui per controllare questi insetti nocivi. Per un controllo preventivo, consiglio vivamente di spruzzare dell’olio di margosa, che risulta essere molto efficace. Ovviamente, nematodi e acari sono predatori biologici…e funzionano bene.
Ora tratteremo le malattie e i possibili funghi che possono rovinare la pianta di canapa. Vi suggeriremo molti passi preventivi per creare un ambiente pulito e sano per la crescita della pianta e vi darò alcuni consigli in merito alla pulizia ed al controllo dello spazio di coltura.
Nell’ambiente esterno ci sono sempre cambiamenti di umidità e temperatura e questa è la ragione principale per cui i coltivatori indoor hanno una maggiore percentuale di successo, raggiungendo il potenziale da seme o da un clone.Ad una temperatura di 26°C e con un’umidità del 70%, quasi tutti i funghi e batteri trovano l’ambiente ottimale per svilupparsi, così anche la pianta di canapa! Quindi un coltivatore di canapa con quali funghi e malattie potrebbe entrare in contatto nel tempo?
I funghi sono degli esseri estremamente primitivi e non producono clorofilla. Il loro metodo di riproduzione è la liberazione di spore microscopiche che vengono rilasciate gradualmente nell’atmosfera. Quando incontrano le condizioni a loro più congeniali, si stabiliscono e iniziano a colonizzare la zona. Le spore sono sempre presenti nell’aria per cui sono molto difficili da controllare. Ho potuto osservare personalmente la diffusione delle spore di botrytis in una piantagione, in poche ore hanno colpito velocemente moltissime piante… una cosa paurosa!
Le condizioni perfette per lo sviluppo di un fungo sono essenzialmente un suolo bagnato non sterile,con alti livelli di umidità ed un flusso di aria che stagna. Per cui si dovranno sempre installare ventilatori più grandi di quelli realmente necessari, in modo da ridurre la creazione di tali condizioni.
Il fango grigio noto come Botrytis o Bud forgi: è uno dei funghi che incontrano maggiormente i coltivatori indoor o in serra.All’inizio si insidia all’interno della gemma o del fiore ed è estremamente difficile da vedere finché non comincia a spostarsi verso l’esterno… quando ci si accorge è quasi sempre troppo tardi. Riducendo l’umidità al di sotto del 50% si potranno controllare immediatamente i danni provocati da questo fungo.
Il Botrytis si manifesta sotto forma di piccoli filamenti bianchi, quasi follicoli, raggruppati insieme; può essere presente su tutte le parti della pianta in base all’aumento dell’umidità. Nelle aree in cui l’umidità non è così alta da permettere al fungo di penetrare nel fiore, altri segnali che indicano la sua presenza, ma non il suo insediamento, possono essere delle macchie marroni sulle foglie. Il seme è famoso per essere portatore di botrytis, ma non è la norma.
Il metodo più efficace per gestire la presenza di Botrytis è aumentare il movimento di aria circolante all’interno della stanza o della serra, e ridurre l’acqua nell’atmosfera (umidità) a livelli di 50% o inferiori. Se si sta lavorando sui geni di Indica, che tendono a produrre grappoli floreali densamente raggruppati, si dovrà installare un vaporizzatore di zolfo, per ridurre l’umidità e ventilare rapidamente l’aria, oppure un condizionatore d’aria (in quanto toglie l’umidità nell’aria)… altrimenti potete provare qualche altro strain con maggior predominanza Indica.Il Botrytis è un fungo/muffa noto ai coltivatori di fiori di tutti gli strain; online si trovano molti consigli per i lettori su come combattere questo fungo.
Fusarium: è la malattia più comune che potrete incontrare se utilizzate un sistema di irrigazione reticolato con una temperatura di 24° C o superiori. Il fungo viaggia nel flusso nutriente, una volta che viene contaminato lo xylem della pianta (il tubicino di trasporto dell’acqua nella pianta). Se si taglia la pianta malata si potrà vedere come la parte interiore sia infetta e come lungo lo xylem si sia diffuso un colore rosso/bruno.
La Fusarium comincia con delle piccole macchie rotonde sulle foglie più vecchie della pianta, a volte alcune foglie possono cadere oppure seccarsi improvvisamente, a volte una parte o l’intera pianta può appassire…
È molto difficile controllare questo genere di contaminazione, ad ogni modo, regolando l’acqua ad una temperatura inferiore ai 24°C, mantenendo ogni cosa sempre ad un buon livello di igiene e pulizia, evitando l’uso di troppo fertilizzante a base di Azoto, e utilizzando il perossido di idrogeno dissolto nell’acqua, si può ridurre il processo di sviluppo della Fusarium. I funghicidi a base chimica non aiutano in questo caso, in quanto la Fusarium probabilmente è uno dei funghi sulla terra, più resistenti a questo tipo di sostanze.
Alghe verdi: sono un gruppo molto vario di alghe, solitamente chiamate Chlorophytes, si trovano solitamente in acqua dolce e sono le alghe più vicine alle piante, probabilmente grazie alla loro capacità di fotosintesi.
Queste alghe crescono su pietre umide, sulla perlite e sulla maggior parte di altri medium che hanno una buona esposizione alla luce. In realtà queste alghe non provocano nessun danno reale, ma attirano moscerini ed insetti che possono poi causare problemi alle radici della pianta.
Per controllare questo tipo di colonia di alghe bisognerà filtrare la luce del sole o quella artificiale coprendo parzialmente le piante. Senza una fonte per la fotosintesi le alghe moriranno.Anche l’uso di appositi disinfestanti o di perossido di idrogeno disciolto in acqua potranno essere d’aiuto.
Moria dei semenzali conosciuto anche come Pythium: di solito si trova nel suolo o in altri medium simili, fino alla maturazione delle condizioni climatiche ideali. I suoi sintomi sono dei segni di attacco sulla linea del suolo. Quindi semi, cloni nuovi e piante giovani sono totalmente vulnerabili all’attacco di questi funghi.
Come per la maggior parte dei casi di attacco di funghi, così per la moria dei semenzali… un medium non sterilizzato dovrebbe essere sostituito da uno sterilizzato, si dovrebbero ridurre i ristagni in quegli ambienti dove l’acqua non viene drenata bene, e tentare di ridurre l’umidità aumentando il flusso di aria e la ventilazione.In generale per le giovani piante o i nuovi cloni che sono più soggetti all’umidità,il problema è maggiore, così bisogna cercare di mantenere l’ambiente estremamente pulito, assicurandosi che tutto l’occorrente sia ben sterilizzato o nuovo. Mantenere il più possibile il suolo o il medium della pianta ben drenanti, in modo da non dare ai funghi l’opportunità di intaccare il suolo. Ci sono molti prodotti disponibili nei Garden Center, da utilizzare per il suolo o per i semi, ma la chiave di tutto è la pulizia e la sterilizzazione.
Decomposizione della radice: è identificabile quando le radici bianche e lanuginose di una pianta sana iniziano a diventare marroni. La crescita dell’intera pianta inizia a rallentare, le foglie invecchiano e poi appassiscono. La decomposizione della radice è fatale se non viene trattata e può dar origine ad un cattivo odore che indica che la pianta è in decadimento.
La decomposizione è molto comune quando le radici sono prive di ossigeno o sono immerse nell’acqua. Gli esseri nocivi che attaccano le radici possono creare delle aperture per facilitare l’ingresso di questa malattia; per cui risulta ancora una volta essenziale tenere l’area ed il terriccio molto puliti.
Per evitare la decomposizione della radice è necessario utilizzare terra molto drenata e strumenti sterilizzati, riducendo le condizioni climatiche favorevoli alle colonie dei funghi e parassiti. Il ph dell’ambiente andrà tenuto tra 6.5 e 7 e non andranno usate grandi quantità di fertilizzanti a base di azoto.Trattare a spruzzo le radici con una soluzione in coltura idroponica non è molto efficace, ma l’uso di perossido di idrogeno dissolto nell’acqua può ridurre lo sviluppo di questo problema.
Avvizzimento: è un termine molto generale per indicare una serie di malattie diverse causate dai funghi. L’avvizzimento ha colpito molto pesantemente patate e piante di pomodori nei secoli passati ed è ancora oggi motivo di seri problemi alle piante.
L’identificazione dell’avvizzimento avviene attraverso l’osservazione di macchie scure sulle foglie, la crescita rallenta, le foglie ingialliscono improvvisamente, iniziano ad appassire e le foglie stesse o il gambo e la pianta possono morire all’improvviso. L’avvizzimento è una malattia che si propaga velocemente tra le piante, così l’ isolamento degli esemplari ammalati o delle piante infette dovrà essere una priorità per controllarne l’espansione.
In generale, potrete applicare gli stessi tipi di controllo già citati: tenere l’ambiente pulito, evitare di usare fertilizzante a base azoto, permettere alla pianta di avere un buon drenaggio e usare prodotti sterilizzati dove possibile. Ci sono molti prodotti disponibili da utilizzare contro l’avvizzimento ma il mio consiglio è quello di, in primo luogo, isolare le piante infettate e poi distruggerle per sradicare la presenza di questa malattia.
Muffa lanuginosa: colpisce la pianta durante la crescita e i cicli di fioritura. Un particolare di inizio sviluppo per questi funghi sono le punte della giovane pianta che si indeboliscono, specialmente se la temperatura ambientale supera i 25°C. Poca luce e la mancanza d’aria possono aiutare a far diffondere questo problema.
I sintomi sono macchie giallo/bianche sulle foglie, indicazione di assenza di clorofilla in quelle zone. Le spore crescono sulla parte inferiore di queste aree e l’espansione di questa muffa può essere rapida e fatale. Le piante in questa condizione soffrono e crescono lentamente, poi appassiscono e muoiono. La malattia si diffonde dall’interno verso l’esterno e cresce rapidamente provocando la morte della pianta. Evitando il contatto tra le piante e mantenendo le condizioni dell’ambiente ventilate e con bassi livelli di umidità, si può evitare la propagazione.
Le piante affette da questa malattia dovranno poi essere velocemente rimosse. Esiste anche uno spruzzatore chimico che può aiutare a combattere questa malattia, ma alla fine le soluzioni più efficaci rimangono la bassa umidità ed una buona ventilazione. Per ridurre la presenza di umidità si può spruzzare un po’ di zolfo oppure cuocere al forno un po’ di bicarbonato di sodio e immetterlo nell’aria.
Fungo fuligginoso: tale nome deriva dal suo aspetto. Si manifesta essenzialmente come un fungo superficiale, con macchie nere che crescono sugli escrementi appiccicosi prodotti da vari insetti come per esempio l’afide…
Questo fungo colpisce principalmente le piante indoor o in serra, dove gli insetti hanno l’opportunità di rilasciare i loro escrementi sulle foglie. Il Fuligginoso riduce il potenziale di crescita della pianta che fatica a produrre il suo fiore e rallenta la sua crescita.
La cosa principale da fare è controllare la presenza delle secrezioni appiccicose rilasciate dagli insetti. Eliminato questo punto anche il fungo muore. L’uso di acqua saponata o di un prodotto di pulizia biodegradabile a base saponata può essere utile. Sciacquando il fogliame con questa soluzione si otterrà una superficie asciutta e sana, che non verrà attaccata da questa malattia.
Muffa polverosa: si presenta come un rivestimento polveroso bianco/grigio che ricopre le foglie o altre parti della pianta.All’inizio si presenta come una macchia circolare di polvere bianca, poi si diffonde in macchie più grandi che ricoprono completamente la superficie ( sembra proprio sporcizia).
I sintomi appaiono abbastanza tardi nella fase di crescita delle piante e in fioritura, solitamente in outdoor. Il fungo è favorito da un clima molto umido oppure da un ambiente in cui le piante sono molto vicine fra loro o ancora dall’ombra. Indoor i sintomi possono essere variabili ed essere presenti durante tutto l’anno, e comunque in relazione alla temperatura e all’umidità. Riducendo questi fattori si potrà controllarne e ridurne immediatamente l’espansione. Ci sono molti fungicidi utilizzati per ridurre queste muffe, per cui ogni volta si tenta di trovare quello più adatto al caso…in genere qualsiasi agente che può asciugare l’ambiente si rivela efficace: bicarbonato di sodio oppure vapori di zolfo.
Virus: i virus sono ancora un grandissimo mistero nel mondo della canapa. Si stanno studiando dei casi di “viroids” (agenti patogeni della pianta che consistono in singoli elementi di RNA altamente complementari). Comunque il pro- cesso di identificazione dei virus e la comprensione del loro comportamento nell’ambito della canapa è ancora oggetto di ricerca.
A volte agiscono come organismi viventi, altre volte come sostanze chimiche. I virus entrano all’interno della pianta da un’area specifica, da una lesione, e poi si moltiplicano al suo interno. La diffusione di questi virus è anche aiutata da insetti, piante, animali e fattori umani.
Il danno causato da un virus si può identificare in base alla crescita poco sana della pianta, dalle macchie che possono colpire le foglie od il gambo, dall’ingiallimento della struttura. La miglior cosa da fare è in ogni caso quella di rimuovere ed isolare la pianta che non riesce ad eliminare il virus in modo autonomo e che quindi non dà segni di recupero. C’è poco o quasi nulla da fare per controllare i virus, per non parlare dell’investimento finanziario per studiare ed identificare i vari elementi patogeni…per cui al giorno d’oggi sembra che l’unica cosa da fare sia distruggere la pianta con questo problema.
Conclusioni
Ci sono molti tipi di funghi, malattie ed insetti che possono compromettere la salute delle nostre piante e che possono creare problemi alla completa maturazione. La prevenzione è il vero segreto per una buona crescita. Devono essere adottate precauzioni sanitarie adeguate, i coltivatori devono utilizzare vestiti puliti ed attrezzi sterilizzati per ridurre la diffusione di eventuali malattie. Bisogna sempre lavarsi le mani prima di toccare il fogliame e dopo il trattamento delle piante malate. In questo modo i coltivatori intelligenti potranno ridur- re il rischio di contaminazione, entrando nella serra dopo essere stati in un giardino o in un parco per esempio.
L’uso di strumenti sterilizzati ridurrà ogni possibile contagio. La sporcizia può infatti creare problemi. Le spese che si avranno nell’acquistare sempre vasi e terriccio fresco sarà trascurabile rispetto al rischio potenziale di malattie/funghi/muffe. Una pianta che comincia la sua vita in un terriccio vecchio sarà sicuramente un obiettivo per una possibile malattia e non potrà mai arrivare ad esprimere tutto il suo potenziale.
Da quando un’eventuale malattia attacca la sua pianta la prima cosa da verificare è se l’ambiente in cui sta crescendo va bene. Come regola generale la C. Indica è un pò più resistente agli insetti mentre la C. Sativa resiste maggiormente agli attacchi dei funghi.
Il movimento dell’aria è senz’altro il fattore più importante nelle coltivazioni indoor o in serra. La ventilazione infatti respinge i funghi e le colonie di insetti e come risultato dà delle piante in ottima salute. Questo dovrà esservi sempre molto chiaro in
mente. La ventilazione può anche tenere sotto controllo i problemi di umidità e temperatura…è un aspetto da tenere ben in considerazione dal buon coltivatore.
La prevenzione è un sistema più alternativo e facile per controllare eventuali epidemie, e questa linea andrebbe tenuta durante tutto il processo di crescita delle piante. Se comunque alla fine si manifesta un’infestazione o malattia l’uso generale di prodotti non tossici come l’olio di Neem, oppure il piretro o ancora il perossido di idrogeno, possono essere una buona soluzione alternativa. Questi prodotti possono essere usati anche come misure di prevenzione durante la crescita della pianta. Come regola generale per una crescita responsabile nessuna cima floreale o singola pianta andrebbe comunque spruzzata prima delle 3, 4 settimane, tempo che le serve per irrobustirsi.. senza eccezione!