Reggae vibrations

Inner Circle, 50 anni di reggae music

Inner Circle, 50 anni di reggae music

Nel 1978 furono nella line-up del One Love Reggae Peace Concert in Giamaica, lo storico evento che ha riunito sul palco i 16 più importanti artisti reggae dell’epoca, ribattezzato dai media “Third World Woodstock” e immortalato nel documentario “Heartland Reggae”. Fu il loro stile speciale di ritmi giamaicani orientati al pop e la loro energia a renderli protagonisti del loro movimento, a partire dalla loro fondazione nel 1968, trascendendo la tradizionale nicchia del reggae e creando un diffuso appeal crossover: gli Inner Circle infatti hanno suonato in molti dei più grandi festival del mondo, affiancandosi a icone di musica pop e rock come Elton John, Van Morrison, Jimmy Page, Robert Plant e Carlos Santana.

Tragicamente, proprio mentre la band era pronta per una grande svolta internazionale, Jacob Miller, il cantante principale, morì in un incidente d’auto il 23 marzo 1980. Devastato, il resto della band si sciolse. Ian Lewis e Harvey si trasferirono a Miami e aprirono uno studio di registrazione tuttora famoso chiamato Circle House – dove tra le altre cose, Pharrell Williams ha registrato “Happy” – mentre Roger Lewis li raggiunse non molto tempo dopo.

Gli Inner Circle hanno raggiunto nuovi livelli di successo internazionale negli anni ’90, dopo aver vinto un Grammy con “Bad Boys”, premio che per poco non bissarano con il seguente “Reggae Dancer”. Dal 1997, gli Inner Circle hanno intrapreso uno dei periodi più intensi di tournée, esibendosi davanti a grandi folle, spesso in territori in cui pochi tour manager osano avventurarsi come Brasile, India, Taipei, Beirut, Singapore, Malesia, Sri Lanka, Asia, India ed Emirati Arabi.

Negli anni 2000 loro collaborazioni includono un remix di Wiz Khalifa e “Young Wild and Free” di Snoop Dogg, con Bizerk e I-Octane, che ha raggiunto fino a 3 milioni di visualizzazioni su YouTube, un’impresa straordinaria per un brano reggae, e progetti con i talenti di Nengo e Flo Rida: «Siamo tutti uno, indipendentemente dalle nostre diverse idee e la musica è il modo migliore per comunicarlo. La musica è la lingua più alta, trascende la politica, la geografia e il colore della pelle, e trascende tutte le cose che separano le persone. Il nostro successo è nulla senza persone calde e genuine in giro per condividerlo».



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