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Di cosa ha davvero bisogno l’industria della cannabis per raggiungere il suo potenziale?

Molti credono che investire nell’industria della cannabis - anche senza conoscerne bene i meccanismi - porti a un rapido e consistente profitto, ma la cosa più importante è pianificare bene l’investimento per evitare il fallimento precoce 


Piante di cannabis in serra

Se da un lato i piccoli cambiamenti dell’ambiente hanno un effetto devastante su alcune specie di piante e animali, dall’altro danno origine a nuove caratteristiche che permettono a diverse piante e animali di adattarsi a tali cambiamenti. Madre Natura è un’entità vivente che si è evoluta in moltissimo tempo, e alcuni eventi catastrofici e devastanti hanno dimostrato che la distruzione può anche portare a una nuova forma di creazione. Tuttavia non c’è dubbio che dalla Rivoluzione Industriale l’uomo abbia perso il controllo nella gestione dei livelli di contaminazione e dei rifiuti inorganici, giusto per citare alcune delle sue follie. Il fatto è che non è mai troppo tardi ed è sempre il momento giusto per trasformare un impatto apparentemente negativo in un cambiamento positivo!  

Esistono una serie di requisiti essenziali per mantenere le piante in vita e sane come per esempio la luce, l’acqua, i nutrienti, lo spazio, una buona circolazione dell’aria, condizioni climatiche costanti, il substrato di coltivazione/pH e l’umidità relativa. Se le temperature si mantengono troppo alte troppo a lungo e se i livelli di acqua e umidità sono bassi, allora siamo soggetti a siccità e a piante povere e dunque anche a raccolti scarsi. Per superare le fluttuazioni climatiche naturali e le tempeste e i venti improvvisi, l’ingegnosità dell’uomo ci ha insegnato a coltivare indoor, ad esempio in serre, tunnel e altre strutture simili. 

LA “NUOVA” INDUSTRIA DELLA CANNABIS

Negli ultimi 25 anni c’è stata la rinascita di una “nuova” industria della cannabis. Il fatto che quest’industria si sia piazzata al fronte dell’attuale rivoluzione verde in molti modi diversi non è una coincidenza! I pazienti hanno fornito motivi indiscutibili per far accettare la cannabis come strumento alternativo per alleviare il dolore, in particolare per i pazienti terminali, ma i suoi usi si sono anche estesi all’alimentazione, alla vaporizzazione, agli oli essenziali (terpeni), ai cosmetici, ai rimedi naturali e ai prodotti farmaceutici. Di fatto, gli operatori di settore hanno elaborato prodotti che si sono rivelati molto più completi di quanto il legislatore si sarebbe mai aspettato, e dunque i risultati positivi sono via via stati riconosciuti.

Le normative non riescono a stare al passo degli sviluppi e delle opportunità del settore, né sono sufficientemente solide da poter essere applicate più correttamente. Molte di queste normative si basano ancora su studi scientifici datati e quindi non sono in grado di supportare gli odierni impieghi su misura dei componenti, che siano essi estratti dalla pianta o utilizzati nella forma originale del fiore. Ciò ha condotto alla frustrazione di coloro che tentano di aderire all’attuale quadro normativo. Per assicurare un percorso chiaro verso il successo, tutte le aziende dovrebbero essere regolamentate e operare dentro i limiti legali stabiliti. Coloro che non si preoccupano di aderire ai regolamenti sono spinti esclusivamente dal profitto, e lo fanno a scapito di quelle aziende che operano seguendo le regole. Ciò provoca rabbia e ingiustizia, per non parlare della disparità economica, che conduce inesorabilmente al controllo, al potere e alla corruzione. Lo abbiamo già visto in molti altri settori, quindi dovremmo imparare queste lezioni da aziende e industrie più vecchie in modo da non sprecare tempo prezioso, specialmente in un settore industriale in rapida evoluzione. 

La cannabis evoca un'immagine di profitto rapido e troppi potenziali investitori che non comprendono affatto i meccanismi di questo settore prima di mettere mano ai propri risparmiPIANIFICARE L’INVESTIMENTO PER EVITARE L’INSUCCESSO

La prospettiva reale dell’industria della cannabis nel 2022 è quella di unire molti compiti diversi in un unico settore senza spendere più del dovuto e senza gravare eccessivamente su una persona o azienda prima di generare benefici finanziari sufficienti per sostenere ciò che si era stabilito di fare all’inizio. Sebbene questi problemi siano comuni a tutte le industrie nelle fasi iniziali, la cannabis evoca un’immagine di profitto rapido a troppi potenziali investitori che non comprendono affatto i meccanismi di questo settore prima di mettere mano ai propri risparmi. Pochi anni fa, quando Canada e Uruguay stabilirono un quadro normativo per lavorare nel settore della cannabis, la corsa verso il successo di così tante aziende è stata imponente e molte start-up sono fallite addirittura prima di iniziare. Realisticamente, se non si hanno i fondi necessari per coprire i primi due anni di operazioni, allora le probabilità di fallimento sono alte. Le fluttuazioni del prezzo del materiale di base, i crolli della domanda in certi periodi dell’anno, gli aumenti delle spese giornaliere, i costi dell’energia e altro ancora sono tutti eventi probabili e difficili da pianificare. Tanta gente in gamba ha sofferto sia nell’investire che nel gestire aziende agricole che coltivano cannabis. Ottenere una licenza non è che il punto di partenza di questa avventura; non riflette le insidie e le complessità della coltivazione di un prodotto agricolo, qualunque esso sia. 

In quale attività opera un agricoltore di città? Forse esistono agricoltori che si associano con investitori urbani; ma per un agricoltore di città è più che probabile fallire, visto che semplicemente non ha il tempo di svolgere correttamente entrambi i lavori. Nel mondo agricolo ci sono una serie di compiti che richiedono una programmazione e una definizione delle priorità, proprio come avviene nella gestione quotidiana di una società di investimenti. Se un agricoltore adeguatamente preparato decide di portare avanti una coltura, lui o lei avrà già un cliente disposto ad acquistare il prodotto prima ancora che sia stato coltivato, ma l’industria della cannabis ha visto troppe aziende che si sono concentrate solo sulla coltivazione, cercando (sperando) allo stesso tempo di trovare clienti strada facendo. In poche parole, molte regole base del ciclo economico sono state infrante sin dall’inizio ed è per questo che molte società della cannabis quotate in borsa hanno perso così tanto valore in un periodo di tempo così breve; in particolare influiscono la mancanza di una vera pianificazione, le spese generali elevate e cosiddetti professionisti a prestare i loro “servizi”. Le persone che si spacciavano per professionisti di un settore che precedentemente era solo attivo sul mercato nero, tendevano ad assumere in maniera superficiale professionisti piuttosto discutibili per gestire le questioni legali. Non dimentichiamo che le reali attività lavorative per le coltivazioni di cannabis erano invisibili e clandestine fino a poco tempo fa. Inoltre le credenziali di un coltivatore di cannabis professionista erano probabilmente il risultato dell’aver imparato il mestiere illegalmente piuttosto che in un contesto agricolo di apprendimento. 

REGOLAMENTAZIONE DEL MERCATO

Ora che i mercati sono meglio definibili, che i potenziali clienti di ogni punto della catena commerciale sono diventati più facili da identificare e che i parametri delle colture possono essere meglio stabiliti prima di iniziare la coltivazione, le possibilità di successo sono aumentate notevolmente. Inoltre, il miglioramento del quadro normativo consente controlli qualità più adeguati. Per esempio, un farmacista che desidera acquistare determinati prodotti a base di cannabis adesso può chiedere di vedere test di laboratorio affidabili che dimostrino fattivamente che il materiale in questione non contiene metalli pesanti, pesticidi o insetticidi, e che mostrino il tipo di cannabinoidi presenti e le loro concentrazioni. Di fatto, oggigiorno è quasi impossibile vendere legalmente prodotti contaminati o con alte concentrazioni di alcuni componenti soggetti a restrizioni per le normative e le leggi locali. Lavorare con laboratori che analizzano il materiale ci ha permesso di iniziare a capire che esistono molti altri microcomponenti in alcune varietà di cannabis. Questo, a sua volta, ha permesso alle aziende di coltivare ceppi su misura per produrre prodotti unici creati su misura per i propri obbiettivi commerciali e per il pubblico di riferimento.

Durante i primi anni in cui ad Amsterdam aveva legittimato il consumo di cannabis, la tolleranza olandese nei confronti della cannabis ha permesso a personaggi di ogni tipo di riunirsi nei Paesi Bassi per condividere conoscenze e per selezionare varietà di cannabis. Col senno di poi, ciò ha rappresentato la nascita di quella che oggi chiamiamo industria della cannabis, che da allora si è diffusa in tutto il mondo. Fin dagli inizi della mia ricerca sulla cannabis nei primi anni ‘80, ho partecipato attivamente a entrambi i settori di questa industria e posso affermare – con un certo grado di sicurezza – che nei primi periodi ad Amsterdam, quando lavoravo con banche di semi e coffeshop, c’era molta più cura nel lavoro. C’era maggiore interazione tra i consumatori e i produttori, e solo i ceppi validi venivano commercializzati e lanciati sul mercato. Magari, alcuni elementi come i pesticidi, gli insetticidi e i metalli pesanti non rispettavano gli standard con cui lavoriamo oggi, ma la diversità dei singoli breeder e produttori era dettata dai materiali consumati e molto richiesti. 

Come tutte le attività illegali all’interno di un mercato nero, c’era una sorta di auto-regolamentazione dettata dalle esigenze del consumatore; in altre parole c’era un feedback chiaro e diretto dal cliente al produttore. Oggi questo è stato sostituito da aziende globali fortemente finanziate il cui obbiettivo è l’aumento dei loro profitti solo come valore per gli azionisti, e l’ingresso nei canali di vendita principali e nel settore dei prodotti farmaceutici per mantenere fatturati più elevati. Alcune varietà speciali sono scomparse perché non venivano sviluppate solo per ottenere profitto, c’era piuttosto una sorta di orgoglio quando si presentava una nuova varietà, magari non molto redditizia ma comunque molto richiesta. Un giorno tutto ciò potrebbe sortire un effetto boomerang se le persone si stancheranno del mercato più commerciale, o se si scoprirà che i cannabinoidi più richiesti sono benefici per la salute come avviene per il CBD.

LA RIVOLUZIONE DEI PRODOTTI A BASE DI ERBE

I tempi cambiano, e mentre l’uomo continua a inquinare e a pagare per le sue stesse azioni, sia in positivo che in negativo, c’è una grossa spinta verso le diete, i farmaci e gli integratori a base di piante. Le persone sono sempre più informate sui dannosi effetti indesiderati dei prodotti di Big Pharma e trovano sempre più spesso sollievo nei prodotti a base di erbe. Mentre le nostre tecnologie, i prodotti e le conoscenze evolvono, stiamo via via aprendo nuove strade. Tuttavia siamo ancora molto lontani dal rinunciare ai nostri lussi e comfort, ma non possiamo ignorare il prezzo che stiamo pagando per queste piccole comodità, e ciò sta diventando sempre meno attraente per troppi aspetti. Le soluzioni sono semplicemente il risultato di una serie di scelte corrette rispetto al tempo in cui viviamo. È solo questione di decidere, ed è nostra responsabilità farlo finché abbiamo la fortuna di far parte dell’esperienza umana sulla Terra!  

Coltivatori di cannabis in serra



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