Indietro non si torna
In questi ultimi 25 anni l’atteggiamento sociale nei confronti della cannabis e del suo uso ludico è cambiato parecchio ed è sicuramente cambiato nella direzione di una maggior tolleranza. Le concause sono molteplici e vanno dall’influenza della cultura hippy sulla generazione del ’60/70 allo sdoganamento della canapa, ancora in corso, per i suoi usi industriali e medici.
L’informazione parallela, per chi aveva voglia di documentarsi, raccontava della guerra alla canapa da parte delle multinazionali del petrolio, rendendo il quadro un po’ più chiaro ed insomma con tinte decisamente meno criminali da quelle in cui era stato dipinto negli anni del proibizionismo più feroce.
Il resto lo ha fatto il crollo delle frontiere, che ha dato la possibilità ai vicini paesi dell’ex orbita sovietica, come ad esempio l’Albania, di sfruttare quel momento di confusione per coltivare la marijuana che ha invaso per anni Italia ed Europa.
Vendere marijuana permane un reato in Italia, tuttavia i negozi che vendono articoli correlati, anche alla botanica ci sono da ormai 25 anni e combattendo sono comunque diventati negozi come gli altri. Altri paesi europei come ad esempio Spagna ed Olanda hanno legislazioni che ne consentono l’uso personale regolamentato, a riprova di una tendenza che non credo potrà avere inversioni.
Si potrebbe persino immaginare un domani, per quanto improbabile, dove all’interno degli istituti di pena, i detenuti lavorino in coltivazioni di canapa, a volte si sa, la storia è paradossale. Potrebbe essere un nuovo ed appetibile mercato, come a suo tempo fu quello altrettanto appetibile, del gioco d’azzardo, che ha, se vogliamo, impatti sociali molto peggiori.
La regolamentazione è fondamentale ed a questo punto inevitabile, potrebbero inquinarla, come spesso accade un po’ per tutto, gli interessi personali di coloro chiamati a regolamentarla e gli ordini che ai legislatori vengono impartiti dal potere finanziario che decide in ultima analisi le regole del gioco al quale tutti dobbiamo più o meno sottostare.