In Tailandia stanno usando i bambini delle scuole per bruciare tonnellate di marijuana
Secondo il governo tailandese si è trattata di una grande iniziativa di educazione verso i più piccoli, per spingerli a stare lontani dalle droghe e apprendere l’importanza della lotta all’illegalità.
Ieri i bambini delle scuole tailandesi nella provincia rurale di Bueng Kan non solo sono stati invitati a partecipare alla cerimonia di distruzione della marijuana sequestrata durante l’ultimo anno, ma sono stati anche resi protagonisti, appiccando il fuoco ai panetti con delle canne di bamboo.
La notizia non ha mancato di sollevare polemiche anche all’interno dello stesso paese asiatico, dove un professore ha criticato l’operazione, sottolineando come così facendo si è corso il rischio di far respirare la cannabis ai bambini.
Mentre il Governatore della provincia, Pongsak Preechawit, ha detto che i bambini hanno partecipato solo all’inizio della cerimonia e sono stati portati via non appena il fuoco è stato appiccato.
Non è la prima volta che in Thailandia i bambini vengono utilizzati per la propaganda del regime militare o per vere e proprie azioni, come testimonia l’agghiacciante fenomeno dei cyber-scout, bambini addestrati per riferire alla polizia le mosse dei dissidenti.
Nel paese il traffico di droga, senza distinzione tra leggere e pesanti, rientra tra i reati puniti con la pena di morte ed in passato si verificarono addirittura delle esecuzioni di narcotrafficanti in diretta televisiva.
La guerra contro il traffico di droga raggiunse l’apice tra il 2002 e il 2003 quando il governo, con l’aiuto di bande paramilitari, intraprese una vera e propria offensiva militare uccidendo oltre 2000 mila persone (secondo i dati di Human Right Watch) ritenute coinvolte nel narcotraffico.
La situazione è tornata a precipitare nel maggio 2014 quando i militari hanno ripreso il potere dopo un colpo di stato e il il comandante in capo dell’esercito Prayuth Chan-ocha si è autoproclamato capo del governo reintroducendo la corte marziale.