In Sardegna hanno proposto un referendum per legalizzare la cannabis senza aspettare l’Italia
In Sardegna è stata lanciata la proposta di un referendum consultivo per la legalizzazione della cannabis. La proposta è stata prodotta dal gruppo politico Articolo 1 – Mdp, che ha annunciato l’intenzione di partire nelle prossime settimane con la raccolta delle diecimila firme necessarie per richiedere il referendum.
«Si tratta di tre temi fondamentali per il rilancio dell’economia e per una svolta nel sistema amministrativo della Regione, in un periodo in cui l’Isola affronta un periodo difficile», ha detto il condigliere Paolo Zedda sottolineando che: «Esiste la prova scientifica che la cannabis sia molto meno pericolosa del tabacco e dell’alcol e i dati dicono che dove si è legalizzata, il consumo non è aumentato. In Sardegna il fatturato potrebbe essere di 250 milioni, con 10mila posti di lavoro come ricaduta occupazionale. Si tratterebbe del primo referendum di questo genere in Europa».
Ma l’Italia non è l’America e le regioni non hanno possibilità di legiferare in contrasto con la normativa nazionale su questi temi. La proposta appare quindi velleitaria e ovviamente non avrebbe nessun vincolo anche nel caso in cui il referendum dovesse realmente svolgersi. Difficilmente potrebbe dare frutti diversi dalla provocazione volta a rilanciare il dibattito sull’opportunità della legalizzazione a livello regionale e nazionale.
Già nel 2015 il movimento indipendentista Irs (Indipendentzia Repubrica de Sardigna) aveva depositato una proposta di legge che prevedeva la legalizzazione della cannabis in via sperimentale, il provvedimento riuscì anche ad approdare al voto dell’aula dove venne bocciato di misura (22 no e 19 si). Ora gli antiproibizionisti sardi rilanciano la provocazione per via referendaria.