In Russia 25 morti per cannabis sintetica, i ragazzi la fumano per non andare in carcere
Almeno 25 morti e oltre 700 intossicati, molti in modo grave: la cosiddetta “spice” (nome anche di una specifica marca di cannabis sintetica, ma utilizzato per definire in generale le varie sostanze che simulano l’effetto del THC), finta droga “leggera” di tipo sintetico, che viene fumata soprattutto dai giovani, continua a mietere vittime in Russia. Evientemente a causa di una partita prodotta male e mescolata a sostanze nocive.
La “spice” è una erba di sintesi che viene prodotta con estratti di piante (tra queste: Canavalia maritima, Nymphaea caerulea, Scutellaria nana, Pedicularis densiflora, Leonotis leonurus, Zornia latifolia, Nelumbo nucifera e Leonurus sibiricus) alle quali sono spesso mescolati prodotti chimici di sintesi, con l’obiettivo di simulare gli effetti del THC sui recettori del cervello, ma senza la presenza di cannabis.
UNA DROGA CHE ESISTE SOLO PERCHE’ LA CANNABIS E’ ILLEGALE. Si tratta insomma di una sostanza di sintesi la cui unica ragion d’essere risiede nel fatto di essere legale, venduta su internet ed in alcuni paesi anche presso i negozi. Mentre per coltivazione e spaccio di cannabis si rischia il carcere, nessuna pena è prevista per consumo e vendita della variante sintetica, prodotta miscelando sostanze legali di origine naturale o chimica. Secondo una ricerca del National Institute of Drugs Abuse (Nih), Ente del governo americano, la cannabis sintetica è ormai la seconda sostanza più consumata dai giovani americani, ma ancora poco o niente si sa dei suoi reali effetti sulla salute a breve o lungo termine: “Poiché la composizione chimica di molti prodotti venduti come Spice è sconosciuta – afferma la ricerca – è probabile che alcune varietà contengano anche sostanze che potrebbero causare effetti radicalmente diversi rispetto a quelli che si aspetta il consumatore”.
NIENTE SI SA DEI SUOI EFFETTI SU CERVELLO E CORPO. La ricerca specifica anche che già diverse cliniche ed ospedali hanno segnalato di aver soccorso pazienti che hanno accusato “tachicardia, vomito, agitazione, confusione e allucinazioni, fino ad aumento della pressione sanguigna in misura tale da causare seri problemi cardio-circolatori”. In Usa come in Russia si sta affrontando la questione con la solita ricetta del proibizionismo: mettendo cioè nella tabella delle sostanze illegali gli “ingredienti” che mano a mano si scoprono essere parte della Spice, con la conseguenza che anziché ridurne vendita e consumo se ne moltiplicano solamente i rischi, visto che i produttori sostituiscono nella miscela le sostanze rese illegali con altre ancora legali, ma dagli ancora più sconosciuti effetti sul cervello e sul corpo umano.