In Germania sempre più villaggi autoproducono il proprio fabbisogno di energia
A mostrare la via è stato Feldheim, un paesino di 150 abitanti, che nel 1997 ha iniziato un percorso che da qualche anno l’ha portato alla completa indipendenza energetica, Con 47 mulini a vento acquistati e gestiti tramite una cooperativa costituita dagli stessi cittadini, che si sono autotassati di tremila euro a famiglia per iniziare l’impresa. Ai mulini a vento si sono aggiunti negli anni i pannelli solari ed un impianto a biogas che bruciando gli scarti agricoli produce il riscaldamento per tutte le case.
Una scelta non solo ecologica, ma anche economica. Oggi infatti, i cittadini/soci del paese collaborano alla gestione della cooperativa e stabiliscono in assemblea anche il prezzo da pagare per l’energia (che è del 30% inferiore alla media tedesca) ed anche le sanzioni da applicare a chi ne consuma troppa. Inoltre l’autoproduzione energetica ha anche signifaco nuovi posti di lavoro per gli abitanti del villaggio.
ORMAI 130 CITTADINE VERSO L’AUTOSUFFICENZA ENERGETICA. Ma se Felfheim ha fatto da guida, attraendo anche tecnici e architetti venuti a studiarla da tutto il mondo, tanti altri paesi tedeschi hanno in questi anni saputo studiare l’esempio e farlo proprio, ognuno adattandolo al proprio contesto di riferimento. Così oggi in Germania ci sono circa 130 cittadine che hanno compiuto o almeno cominciato la strada che porta all’autosufficenza energetica. Le caratteristiche comuni di queste esperienze sono ormai chiare e ben classificabili: una spinta degli abitanti verso un desiderio e una necessità di indipendenza dal punto di vista energetico, la concentrazione sull’utilizzo di risorse locali (biomassa, solare, ecc.), la volontà di trovare una soluzione che possa assicurare la stabilità del costo energetico nel medio e lungo periodo e la conseguente sicurezza di non incorrere in “brutte sorprese” come aumenti improvvisi delle tassazioni o dei prezzi dei combustibili.
CI GUADAGNANO SIA L’AMBIENTE CHE L’ECONOMIA TEDESCA. Una svolta che ha ricadute positive anche sul sistema nazionale tedesco, le cui potenzialità anche in chiave macroenomica sono state da tempo comprese dal governo di Berlino e da quelli dei Land, che finanziano o garantiscono notevoli agevolazioni a molti di questi esperimenti. Come nel caso di un’altra cittadina tedesca: Büsingen, che possiede una propria centrale termica alimentata tramite due grandi caldaie a biomassa ed un campo solare termico di oltre mille mq, il tutto finanziato dal Ministero dell’Ambiente della Regione del Baden-Württemberg. Il risultato di questa politica lungimirante è che la Germania, nonostante stia gradualmente abbandonando il nucleare, continua ad aumentare il proprio export di energia nel mondo grazie all’utilizzo delle fonti rinnovabili.