In Friuli stanno cercando di riportare a casa il Rototom Sunsplash
La mossa è difficile quanto probabilmente fuori tempo massimo, ma la giunta regionale del Friuli ci prova: riportare in Italia il più importante festival di musica reggae in Europa, quel Rototom Sunsplash che dal 2009 abbandonò l’Italia (o meglio, venne cacciato dall’azione repressiva della Procura di Udine) migrando nella più tollerante città di Benicàssim (Spagna) per continuare la propria attività.
IL VOTO DEL CONSIGLIO REGIONALE. L’Aula del consiglio regionale ha discusso e poi approvato a maggioranza la mozione n. 172. La mozione chiede alla Giunta di impegnarsi a prendere contatto con gli organizzatori e con i sindaci di tutti i Comuni del Friuli Venezia-Giulia interessati e verificare la loro disponibilità a ospitare una nuova edizione del Rototom Sunsplash, e gli eventi ad esso collegati o riconducibili. Nonché a dare la propria disponibilità a sostenerne la realizzazione. Solo due consiglieri regionali di Forza Italia non hanno espresso voto contrario alla proposta, mentre un terzo si è astenuto.
MA DIFFICILMENTE IL ROTOTOM RITORNERÀ. Ma quante possibilità ci sono che il Rototom decida veramente di ritornare in Italia? Oggettivamente poche, le edizioni spagnole del festival hanno infatti raggiunto un enorme livello di popolarità, arrivando a contare 240mila presenze con un giro d’affari di 24 milioni di euro. Inoltre lo stesso fondatore del festival, Filippo Giunta, all’indomani dell’assoluzione totale dal farsesco processo per istigazione e favoreggiamento all’utilizzo di cannabis (maggio 2015), aveva preannunciato che comunque il festival non sarebbe ritornato in Italia.
AGGIORNAMENTO. Oggi, giovedì 4 febbraio, attraverso il suo profilo Facebook, Filippo Giunta ha rilasciato le seguenti dichiarazioni che chiariscono la posizione dell’organizzazione: “Ringrazio sinceramente tanto le persone come Giulio Lauri, Giampaolo Bidolii, il mio amico Rodolfo Ziberna (ed altri) che stanno facendo la loro lotta contro i mulini a vento per riportare “l’essenza del rototom” in Friuli. Credo che siano in buona fede e meritano tutta la nostra gratitudine. Purtroppo già adesso le posizioni ambigue di chi dichiara “va bene il rototom a patto che le forze di polizia tornino a fare quello che hanno fatto” (cit. Barbara Zilli della Lega) ci fanno capire che sotto tutto questo “consenso” si nasconda un mare di ipocrisia.
Se siamo andati in Spagna è perchè proprio le forze dell’ordine hanno trattato male la nostra gente! Ce ne saremmo fregati della mancanza di appoggio politico (per quei 4 soldi che ci davano…), avremmo sopportato l’idiozia delle notizie infamanti pubblicate di continuo sui giornali, ma quello che non abbiamo potuto tollerare è stata la persecuzione perpretrata ai danni di chi veniva al festival sperando di trovare un ambiente di pace e di armonia. TEMO che purtroppo le cose le ritroveremmo tali e quali come le abbiamo lasciate.
Non fosse così… saremo pronti a stupirvi!
Perchè la voglia di una rivincita (morale) e la voglia di far conoscere ai più giovani che cos’era (e che cos’è ancora oggi) il rototom è veramente tanta.
Se le cose dovessero/potessero cambiare: noi ci saremmo.
Ma a me, tutta questa storia, mi sa un po’ di quelle battute che si trovavano in certi bar: “QUI SI FA CREDITO ma solo agli ultranovantenni, e se accompagnati dai genitori”.
Cara politica, come diceva Totò: “‘cca nisciuno è fesso”!…”