Industriale

In edilizia, oltre alla canapa, ci vuole Equilibrium

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Equilibrium è un’azienda che si propone di rilanciare la canapa a 360 gradi, avendo come punto di partenza la bioedilizia. L’azienda è nata nel 2011, ma nel suo piccolo sta rivoluzionando il settore nel nostro Paese, come certificano i riconoscimenti ottenuti in rassegne e manifestazioni. La loro creazione più celebre è probabilmente la casa biocompatibile in legno, canapa e calce presentata all’esposizione internazionale dell’edilizia Made Expo 2012, della quale è stato donato un esemplare ad una famiglia terremotata in provincia di Modena, come simbolo per una possibile ricostruzione eco-compatibile. Ma Equilibrium non è solo Natural Beton®, e cioè il bio-composito di canapa e calce che produce e con cui viene realizzato anche il bio-mattone. I fondatori la definiscono un’azienda olistica, che non si concentra solo sui prodotti ma considera anche l’impatto sociale e ambientale che possono avere sulla filiera produttiva e sul consumatore. In che modo, con quali idee e conseguenze, l’abbiamo chiesto a Paolo Ronchetti, general manager e fondatore, insieme a Barbara Ceschi, di Equilibrium.

In che senso siete un’azienda olistica?
Per noi significa avere un approccio multi- disciplinare: ci impegniamo a creare valore ambientale, sociale ed economico lungo l’intera catena e in più settori. Siamo un’azienda sistemica, che guarda alla bioedilizia – ma anche alla nutraceutica e a tutti gli aspetti innovativi della canapa – da un’altra prospettiva. Non si tratta solo di vendere materiali isolanti o alimenti, ma di mettere al primo posto la salute e il benessere della persona.

Cosa fate nel settore della bioedilizia?
Ci occupiamo di produzione, certificazione e vendita di prodotti e applicazioni a base di canapa e calce, per il mercato della nuova costruzione e per quello della ristrutturazione rivolta al risparmio energetico, in costante crescita grazie alle agevolazioni fiscali in termini di aliquota IVA, ridotta al 10% e di detrazione fiscale, aumentata al 65%. Nonostante l’edilizia sia totalmente in crisi, le nostre soluzioni vengono utilizzate per costruire e riqualificare energeticamente edifici di diversa natura e dimensione. Il bio-mattone, oltre che per la costruzione ex novo, può essere utilizzato isolando murature esistenti e coibentando pavimenti, tetti e sottotetti.

Prossimi progetti?
Un progetto al quale teniamo molto è “Case di luce”, del nostro partner Pedone Working: un canmtiere dalle dimensioni di un’intera area urbana a Bisceglie con 2 condomini e 8 case con muri perimetrali in tufo e Natural Beton® che offrirà abitazioni altamente performanti a livello energetico e con un eccezionale confort abitativo. Sarà l’edificio residenziale più grande del mondo con questa tecnologia.

Come vedete il vostro futuro? Avete ricevuto offerte dall’estero?
Nel futuro puntiamo a restare in Italia, con tutto quello che comporta, perché il nostro è un progetto costruttivo (in tutti i sensi ndr) che vuole contribuire a risolvere i tanti problemi del nostro Paese. Ma siamo ambiziosi e ci rendiamo conto che per raggiungere i nostri obiettivi siano necessari dei finanziatori e, vista l’esperienza, sarà più facile trovarli all’estero. Rimarremo qui per confermare che l’eco-sostenibilità, il rispetto delle persone e dell’ambiente sono parte di un modello di comportamento che può funzionare anche da noi.

Come potete contribuire?
Vogliamo creare una filiera che comprenda anche il settore alimentare, dalla produzione e trasformazione del seme di canapa all’apertura di negozi bio e alla fornitura di prodotti a bar e ristoranti, come è successo con il Centro Botanico e i suoi tre punti vendita di Milano, che dallo scorso settembre propongono tra gli scaffali i nostri prodotti a base di canapa. Lo intendiamo come un momento di crescita in generale dell’individuo, sia dal punto di vista culturale che dello stare bene fisicamente.

Cosa vuol dire fondare una start-up giovane e innovativa in Italia?
E’ una follia. E come spesso capita, le follie si fanno per amore: il bilancio generale è positivo e siamo convinti della bontà delle idee che hanno dato vita a tutto questo e che possono tracciare una strada nuova in direzione del cambiamento. Il nostro contributo sta in una visione del fare impresa che crea prodotti ecosostenibili, rispetta l’ambiente e offre anche un contributo sociale. Non è facile, ma lo stiamo facendo. E ne siamo sempre più soddisfatti, giorno dopo giorno!

Quali sono i problemi principali?
Mancano le strutture e le condizioni per esistere come start-up. Il sistema stesso è vecchio, lontano anni luce dalla knowledge economy, cioè il concepire idee che portino innovazione eco-sostenibile, predicata in altri Paesi. E’ difficile trovare investitori e le banche non finanziano nulla. Un’azienda innovativa con elevato potenziale di sviluppo ha lo stesso trattamento fiscale di una che magari esiste da 10 anni e si trova abbandonata a sè stessa poiché l’unico focus delle banche sono i numeri, i bilanci già approvati ed i rating di settore. Ci vuole un cambio di visione.

Come nasce invece l’idea di realizzare corsi teorici e pratici per formare tecnici e installatori?
Non si può fare tutto da soli. Siamo convinti che le conoscenze vadano condivise senza per forza trarne un profitto immediato. Il nostro approccio è aperto anche nei confronti della concorrenza: siamo convinti che, condividendo parte della nostra esperienza, il ritorno sia superiore in termini di valore, di riscontri sul campo e di esperienza stessa, rispetto a quello che otterremmo se tenessimo segreta la nostra conoscenza. Aiutiamo in questo modo lo sviluppo generale del settore.



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