In direzione ostinata e contraria
Matteo ma chi te lo fa fare?!
Già, a volte me lo chiedo anch’io: ma chi me lo fa fare?
Quanto più facile sarebbe allinearsi a ciò che fanno, dicono e scrivono tutti i miei colleghi del mainstream. Basta etichette, basta rogne, basta denunce (in entrata e uscita), basta discussioni, basta censure, basta sgomitare per farsi sentire. Finalmente un po’ di relax e con quello magari anche un po’ di fama, notorietà e grandi numeri. Dai, in fondo tutti ne sono attratti, specie chi fa comunicazione (in un modo o nell’altro), non prendiamoci in giro.
Basterebbe veramente poco, sarebbe sufficiente iniziare a ripetere i mantra del pensiero unico, alimentare il solito infinito dibattito politico tra buoni e cattivi, le guerre tra poveri e le solite minchiate che si ripetono in loop ogni giorno nei TG.
Potrei firmare un bel contratto con quella trasmissione che fa intrattenimento spacciandolo per giornalismo d’inchiesta oppure con quel quotidiano (relativamente giovane) che millanta di essere diverso dagli altri ma che in breve tempo è diventato, più degli altri, megafono delle istituzioni.
Potrei semplicemente smetterla di combattere contro i poteri forti e iniziare a lavorare per loro e con loro, come del resto hanno fatto diversi miei conoscenti (tra cui anche qualche ex collaboratore di Dolce Vita). Perché no? I contatti li avrei e so bene che troverei le porte aperte.
Ma sapete cosa… è tutta la vita che ballo da solo, sono abituato e in fondo ci godo a star fuori dal coro. Per dirla con altre parole, avanti tutta, sempre “in direzione ostinata e contraria“.