In carcere due carabinieri: coprivano un giro di spaccio e tiravano cocaina durante il servizio
La notizia arriva da Cervia, in provincia di Ravenna. Due carabinieri coprivano alcuni spacciatori che si trovavano agli arresti domiciliari e andavano a trovarli per farsi offrire tiri di coca durante i turni di servizio. I due appuntati in questione, Giuseppe Giancola e Claudio Capozzi, sono stati condannati rispettivamente a sette e sei anni e mezzo di reclusione oltre a trenta mila euro di multa e alla interdizione perpetua dai pubblici uffici.
La vicenda finì sulle pagine della stampa locale a giugno del 2014 quando i due militari vennero arrestati insieme ad altre quattro persone, tutte coinvolte in un giro di spaccio e altri reati sul litorale romagnolo. Tra le accuse anche il favoreggiamento in una rapina ai danni di un bar sulla statale Adriatica, per la quale i due militari avrebbero fornito indicazioni utili agli autori materiali del colpo per poi partecipare alla spartizione del bottino.
La condanna del tribunale di Ravenna segue quella del tribunale militare, che già si era pronunciato espellendoli dall’Arma. Il pubblico ministero aveva invece richiesto pene rispettivamente di 12 e 10 anni di reclusione formulando per i due pubblici ufficiali una lunga serie di accuse: truffa, falso ideologico, corruzione, abuso d’ufficio, concorso in spaccio e rapina. Pene che il giudice ha ritenuto opportuno rivedere al ribasso.
L’arresto era stato eseguito da parte dei colleghi dall’Arma di Cervia nel 2014 a seguito di nove mesi di indagini, durante le quali una cimice nascosta dentro alla volante che utilizzavano in servizio aveva raccolto dialoghi che non lasciavano spazio a dubbi. “Che cazzo ti sei buttato addosso? Eri tutto bianco, è stato uno spettacolo vederti. Adesso chiamo i Ris” si legge nella trascrizione di un dialogo.
Mentre altre intercettazioni raccontano di cocaina stesa direttamente sulla paletta di servizio, festini in casa di spacciatori posti ai domiciliari e anche di buoni propositi raccontati mentre erano sui sedili, completamente stravolti dalla cocaina: “Toni, siamo drogati marci, ci siamo sfracannati. Questa è l’ultima notte che ci riduciamo così”. Invece avrebbero continuato, fino all’arresto.