In Burundi sta per verificarsi un genocidio
Il Burundi corre verso la guerra civile ed un possibile genocidio. Interi quartieri della capitale Bujumbura sono assediati dai militari e da feroci milizie. Di ciò che accade in tante zone di questo bellissimo paese dell’area dei Grandi Laghi non si sa pressappoco niente. Si susseguono le uccisioni, le torture e le distruzioni mentre sale il grido rabbioso della soluzione finale, il massacro etnico.
La minoranza tutsi del paese, e con essa gli hutu moderati, corrono in queste ore gli stessi rischi che poi produssero il genocidio ruandese. Sono state addestrate al massacro numerose milizie, si è promesso a povera gente di etnia hutu la possibilità di far bottino dei beni tutsi. Questo sotto gli occhi di tutti. Come allora. E come allora nessuno fa un passo per mettere fine sul nascere a questo orrore annunciato.
Gli interessi in campo sono molteplici. Il Burundi confina con la Repubblica Democratica del Congo e le sue immense ricchezze. E’ una base operativa importante per aver parte nel grande affare della spoliazione di quelle risorse. Nel lago Tanganica, su cui affaccia, sono certe importanti riserve petrolifere.
Anni fa, dando vita all’orrore ancora in corso in quest’area, alcuni potentati immaginarono una Tutsilandia. Il progetto prevedeva che questa minoranza, fatta di commercianti, imprenditori e militari spesso formatisi negli Stati Uniti, prendesse il potere in quest’area fondamentale per le sue materie prime rare. Il Burundi è l’ultimo paese ad essere ancora gestito, molto male, dagli hutu.
L’attuale presidente si è fatto riconfermare tale per un terzo mandato in barba a tutte le convenzioni. Oggi è nelle mani dell’estremismo hutu, delle sue paure nei confronti dei paesi di Tutsilandia e della sua voglia di vendetta in tutta l’area.
Questa divisione etnica e’ stata creata dalle potenze coloniali. Prima sia in Burundi che in Ruanda esisteva un unico popolo. Belgi, francesi e poi americani hanno soffiato sul fuoco delle rivalità pur di affermare i propri interessi.
Le prossime ore saranno decisive. Un genocidio, l’ennesimo, è annunciato. Bisogna intervenire prima che sia troppo tardi. Francia e Stati Uniti hanno tutta la possibilità di farlo. Ogni loro ritardo mostrerà quali sono le vere ragioni della crisi in atto. E le sue responsabilità più vere.