In 23 anni si sono sciolti 28mila milioni di tonnellate di ghiaccio
Per misurare quanto della copertura di ghiaccio del pianeta si sia sciolta a causa del riscaldamento globale, gli scienziati delle Università di Leeds, Edimburgo e del University College di Londra hanno analizzato i rilevamenti satellitari di montagne, ghiacciai e poli. La loro conclusione è più che allarmante: secondo loro, dal 1994 sono scomparse dalla superficie terrestre 28 trilioni di tonnellate di ghiaccio.
In vari rapporti dei media, gli scienziati descrivono la massiccia perdita di ghiaccio come scioccante e affermano che non c’è dubbio che il riscaldamento globale, causato dall’aumento delle emissioni di gas serra, ne sia responsabile.
Scenario peggiore
“In passato, i ricercatori hanno studiato singole aree – come l’Antartide o la Groenlandia – dove il ghiaccio si sta sciogliendo. Ma questa è la prima volta che qualcuno ha guardato tutto il ghiaccio che sta scomparendo dall’intero pianeta”, ha detto al Guardian il professor Andy Shepherd, direttore del Centro di Osservazione e Modellazione Polare dell’Università di Leeds. “Quello che abbiamo trovato ci ha sbalordito”. I risultati presentati dal gruppo di scienziati concordano con le previsioni del peggior scenario dell’IPCC.
Gli scienziati hanno studiato le immagini satellitari dei ghiacciai in Sud America, Asia, Canada e altre regioni. Inoltre, hanno osservato immagini del ghiaccio marino nell’Artico e nell’Antartide, dei ghiacciai che ricoprono il suolo in Antartide e Groenlandia, e delle lastre di ghiaccio che si spingono in mare dalla terraferma antartica. Le indagini coprono il periodo compreso tra il 1994 e il 2017.
Secondo i ricercatori, tutte le regioni studiate hanno subito un calo devastante della copertura di ghiaccio negli ultimi tre decenni. Perdite che continueranno.
Gli scienziati emettono nuovi avvertimenti
Nella sua analisi, il gruppo di ricerca spiega che l’innalzamento del livello del mare causato dallo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte di ghiaccio potrebbe raggiungere un metro entro la fine del secolo. “Per mettere tutto questo in un contesto bisogna chiarire che ogni centimetro di innalzamento del livello del mare significa che circa un milione di persone saranno sfollate dalle loro terre situate a quote basse”, dice Shepherd.
Gli scienziati avvertono anche che lo scioglimento di una tale quantità di ghiaccio comprometterebbe seriamente la capacità del pianeta di riflettere la radiazione solare nello spazio. Il ghiaccio bianco sta scomparendo, e il mare o il terreno scuro sotto di esso sta assorbendo sempre più calore, aumentando ulteriormente il riscaldamento del pianeta.
Inoltre, l’acqua dolce fredda che fuoriesce dai ghiacciai e dalle calotte glaciali in fase di scioglimento sta causando disturbi all’equilibrio biologico delle acque artiche e antartiche. La perdita dei ghiacciai nelle catene montuose invece minaccia di spazzare via le fonti di acqua dolce da cui molte persone dipendono.
Conseguenza diretta del riscaldamento globale
Per quanto riguarda la causa delle vertiginose perdite di ghiaccio, gli scienziati giungono a una chiara conclusione: “Non c’è dubbio che la maggior parte della perdita di ghiaccio sulla Terra sia una diretta conseguenza del riscaldamento globale”, scrivono in un articolo pubblicato sulla rivista online “Cryosphere Discussions”. “In media, la temperatura della superficie del pianeta è aumentata di 0,85 gradi Celsius dal 1880, e questa tendenza si è aggravata nelle regioni polari”. Di conseguenza, sia la temperatura dell’oceano che quella atmosferica sono aumentate, causando immense perdite di ghiaccio.
Nel caso della calotta di ghiaccio che si sta sciogliendo in Antartide, l’aumento della temperatura del mare è stato il motore principale, mentre l’aumento della temperatura atmosferica è stata la causa della riduzione dei ghiacciai interni come quelli dell’Himalaya. In Groenlandia, la perdita di ghiaccio è stata causata da una combinazione della temperatura del mare e dell’aria.
Gli scienziati sottolineano che non tutto il ghiaccio perso durante il periodo in esame ha contribuito all’innalzamento del livello del mare. “Il 54% del ghiaccio perduto proveniva dal ghiaccio marino e dalle banchise”, ha detto al Guardian Isobel Lawrence, una ricercatrice dell’Università di Leeds. Questi galleggiano sull’acqua e il loro scioglimento non ha contribuito all’innalzamento del livello del mare. Il restante 46 per cento dell’acqua di fusione, invece, proviene dai ghiacciai e dalle calotte di ghiaccio a terra e ha un impatto diretto sull’innalzamento del livello del mare.
Emissioni di carbonio ancora in aumento
I risultati degli scienziati britannici sono stati pubblicati 30 anni dopo il primo rapporto di valutazione del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC). Già alla fine del 1990 hanno affermato chiaramente che il riscaldamento globale è reale ed è causato dall’aumento delle emissioni di gas serra dovute all’utilizzo dei combustibili fossili.
Nonostante tutti gli avvertimenti emessi dagli scienziati nel frattempo, queste emissioni – come anche le temperature globali – continuano ad aumentare. Secondo i dati del Servizio Meteorologico Nazionale del Regno Unito, Met Office, le temperature globali sono aumentate di 0,14°C tra il decennio 1980-1989 e il decennio 1990-1999. Nei decenni successivi, la temperatura è aumentata di 0,2°C. Con il continuo aumento delle emissioni di anidride carbonica, si prevede che questo tasso di incremento sarà ancora più elevato in futuro.
Fonte: Pressenza