Sociale e volontariatoViaggi e avventure

Il viaggio volontariato

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Se te ne stai sempre chiuso nella stessa stanza – nella stessa città, nello stesso luogo, nella stessa azienda – sarà difficile incontrare qualcosa di nuovo. Approdare ad una mentalità nuova, sfruttare capacità e competenze rimaste ancora seppellite, incontrare visi e volti sconosciuti ritrovando nei loro, i tuoi – i miei – giorni, nelle loro storie le tue – le mie – avventure, nelle loro esperienze le mie – le tue – esperienze.

La vita è un continuo dinamismo, un continuo moto perpetuo. Occorre evitare di farla diventare una palude melmosa nella quale non si riesce più a muovere un passo in nessuna direzione e non “nella direzione giusta”, ma proprio in nessuna direzione. Eppure non è così facile mantenerla fresca e viva, non è affatto banale perchè per fare ciò occorre un lavoro quotidiano, un’attenzione giornaliera all’odore ch’essa emana, un occhio sempre vigile che non si stanca mai di osservarsi, correggersi, interrogarsi. E poi fare un bel tuffo nei profumi e nei colori, quelli veri, quelli che profondamente riempiono l’esistenza umana di quel qualcosa di diverso che fa davvero ringraziare, nonostante le difficoltà, di essere al mondo a fare qualcosa, di farne parte, di esserne un piccolissimo pezzettino incasinato. A volte è decisamente necessario lasciare tutto! Portare il minimo indispensabile con se – sapendo che tutto ciò di cui avremo bisogno lo troveremo là dove siamo diretti – e lasciare quel che abbiamo per andare incontro a qualcosa di nuovo. Lasciare il porto delle nostre sicurezze per dirigersi verso qualcosa che non conosciamo, godendosi il viaggio, standosene tranquilli, godendosi il sole ed il paesaggio assieme a chi incontriamo e a chi, in qualche modo, vorrà condividerlo con noi.

Salpare su una barca che non è la nostra, per acque di cui non conosciamo le profondità né l’ampiezza, lasciando che qualcuno guidi e non certo senza pagare il nostro biglietto d’imbarco: ma ben poca cosa è il costo del biglietto rispetto a quel che vediamo e scopriamo – di noi, degli altri e del mondo – ben poca cosa rispetto a ciò di bello che possiamo vedere ed incontrare! Lasciare un luogo vuol dire abbandonarne la mentalità ma a volte quella certa mentalità ti si attacca addosso e te la porti sempre con te, dovunque vai.

Lasciare un luogo vuol dire anche lasciare un po’ di se stessi: un po’ della propria mentalità vecchia – lasciarla là dove siamo stati accolti o usati – lasciare alcune cose brutte di noi, lasciare un po’ di sorrisi, qualche delusione, qualche abbraccio, le risate con gli amici, gli schiamazzi delle cene festose nel vino. Lasciare tutto questo un po’ là, sulla terra ferma. E abbandonarli là, incustoditi, affidandoli al vento. Perché per salire in barca non ci si possono portare le valigie perché lo spazio è poco e proprio non c’è posto. Ma questa che, per un viaggiatore preoccupato sembra una cosa grave da sopportare, è in realtà una gran fortuna per un viaggiatore spensierato che sa che non avrà bisogno di molti oggetti nel tragitto – meno roba hai e meno devi stare sempre a sorvegliarla per evitare che ti derubino! Inutile portarsi appresso pesi inutili che non si smuovono se non a spingerli sudando con tutta la propria forza: essere leggeri – dentro e fuori – è la miglior cosa possibile quando si viaggia così che la nostra attenzione non sia posta su ciò che ci trasciniamo dietro, ma su ciò che abbiamo la possibilità di abbracciare ed incontrare nei prossimi passi. Bisogna essere leggeri, per muoversi bene nell’acqua.

La leggerezza del cuore apre mille porte, la semplicità è il miglior dono che si possa ricevere da Dio ed il più bel dono che gli altri ci possono offrire sul cammino offrendo pure a noi, semplicemente, la possibilità di ricambiare quel poco che assieme, possiamo condividere – che è tutto quel che abbiamo! E partire, partire, viaggiare, viaggiare. E partire, partire, arrivare e partire.

E se il viaggio non è solo una “fuga”, perché non pensare di unire l’utile al dilettevole partendo per una vacanza solidale? Praticare vacanze volontariato significa ridare al mondo una piccola parte di quello che ci offre ogni giorno, direttamente con le nostre mani e là dove serve. Spesso il volontariato in viaggio viene coniugato con attività culturali, studio delle lingue e progetti di scambio culturale, proponendo pacchetti di vario impegno e durata. Di solito sono associazioni non a scopo di lucro, che reinvestono sul territorio gli eventuali proventi della loro attività. Si può scegliere il periodo, la durata, il paese di destinazione e il tipo di attività volontaria che si intende fare (progetti comunitari, conservazione ambientale, insegnamento, volontariato con i bambini, progetti sanitari…). Ci sono tantissime tipologie diverse di viaggio volontariato, si parte da periodi di immersione totale nella natura per scoprirla, apprezzarla e viverla assieme ad altri ragazzi; ci sono campi di ricerca, sorveglianza e volontariato ecologico che hanno il duplice scopo di sostenere importanti progetti di ricerca e conservazione, gruppi archeologici che, si occupano della tutela, della valorizzazione e della salvaguardia del patrimonio storico, archeologico e più in generale culturale del nostro Paese.

Ci sono campi per ricostruire zone colpite da terremoti o dare sostegno alle popolazioni locali con interventi di restauro e ristrutturazione. Dal recupero e riuso ambientale, al lavoro con i minori in situazioni di svantaggio, nonché esperienze in favelas o ancora incontro con una delle realtà più vive di Cuba attraverso un laboratorio di progettazione partecipata e attività con i giovani. Il mondo dei campi di volontariato è fatto di migliaia di storie umane e storie di territori che s’intrecciano dando vita a una solida trama di relazioni nella quale cresce la parte migliore del Paese. I campi svolgono un ruolo attivo per conservare la natura, la biodiversità e il paesaggio, per facilitare l’accoglienza, la solidarietà e la coesione sociale tra i popoli, per riqualificare e valorizzare i territori e le peculiarità culturali che esprimono, per combattere l’illegalità ambientale, per dimostrare che la sostenibilità ambientale crea un valore economico e sociale e migliora la qualità della vita. Ovviamente non ci si può aspettare di avere tutte le comodità che abbiamo a casa (è necessario infatti un buon spirito di adattamento per tali esperienze sia a livello fisico che psicologico) ma non mi è mai mancato niente, inoltre l’abitazione è molto occidentale a differenza delle capanne costruite di terra e paglia senza servizi.

Fare un viaggio solidale significa dormire presso le famiglie locali, assistere a una lezione a scuola, portare il proprio contributo concreto. Non sono viaggi adatti a tutti. Perché non sono delle banali vacanze. Chi decide di partire per un viaggio solidale, lo fa per vivere un’esperienza che si porterà dietro davvero al ritorno. Quello che si propone è di favorire l’incontro con una cultura diversa dalla nostra per ragioni storiche, antropologiche, sociali e politiche. Durante i viaggi non si trascura la visita di bellezze archeologiche o naturalistiche del paese, ma il senso profondo del viaggio è quello di avvicinarsi, in punta di piedi e con il massimo rispetto, ad una cultura diversa. Il filo conduttore sono gli incontri durante il percorso, gli scambi con le comunità locali, con persone impegnate in organizzazioni sociali, politiche o religiose, del mondo della cultura, in grado di poter offrire un quadro, il meno “schermato” possibile, della realtà che si visita, etc. Per partecipare ad un campo non sono richiesti requisiti particolare ma solo la conoscenza dell’inglese oppure della lingua parlata nel luogo in cui il campo si svolge. Vivere questa esperienza può essere altamente gratificante e a volte può cambiare la vita.

Martina
fonte: tangalor.blogspot.com – www.viaggisolidali.it/



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