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Il valore del raccolto corrisponde davvero al suo prezzo?

Il valore del raccolto corrisponde davvero al suo prezzo?

La maggior parte del lavoro è retribuito da qualche forma di valore: dai soldi o dallo scambio di beni o servizi. La qualità e la quantità determinano il livello che i beni dovrebbero dettare sul mercato: il principale fattore per stabilire il prezzo sul mercato sarà costituito dal contenuto – elevato o basso – di principio attivo. Ma come può funzionare questa metodologia per la cannabis?

L’industria della cannabis è stata rivoluzionata dalla tecnologia, dagli investimenti, dalla domanda di materia prima e lavorata, dall’occupazione e così via. Tutto ciò ha catapultato quest’industria sotto i riflettori sia negli Stati Uniti che in Europa. Certo, forse anche per la curiosità verso le piante, ma il motivo principale è stato l’incremento della richiesta di biomassa grezza in tutto il mondo. Ma come possiamo determinare il valore della biomassa per ciascun raccolto e sulla base di che tipo di fattori?

Il valore del raccolto corrisponde davvero al suo prezzo?Dato che un numero sempre maggiore di agricoltori si converte alla canapa e sempre più paesi producono un maggior numero di prodotti, è necessario basare la merce su una scala di prezzi fondata sul contenuto. Non tutti gli strain coltivati producono estrazioni con le stesse percentuali o nelle stesse quantità, quindi tale scala dovrebbe essere chiara per l’acquirente e specificare il valore su cui vengono quotati i contenuti. La canapa industriale coltivata outdoor che presenta tra 1 e 3% di CBD e meno dello 0.3% di THC non ha lo stesso valore della canapa al 16% di CBD e con THC inferiore allo 0.3%! Quindi la scala è facilmente identificabile se l’acquirente fa caso solo ai contenuti di CBD e THC. Ma ci sono anche piante di cannabis ricche in terpeni, per cui la distillazione a vapore volta all’estrazione di terpeni e oli essenziali sta determinando il valore sul mercato di altri strain. Così come per le mucche, alcune allevate per il latte e altre per la carne, lo stesso principio viene applicato alla cannabis, visto che si tratta di un prodotto agricolo di base. Per questa ragione è essenziale fissare il prezzo della materia grezza pre-estrazione come materia prima, in modo che gli agricoltori e i produttori possano conoscere il valore minimo del raccolto previsto in modo da mantenere in linea i conti dell’azienda.

Il miglior modo che l’acquirente ha per verificare il valore del raccolto o per dare un prezzo al materiale sarà quello di acquistare lotti di campioni di biomassa grezza ed effettuare l’estrazione vera e propria. Secondo me tutti gli agricoltori o i produttori di biomassa dovrebbero sottoporre il materiale a un laboratorio indipendente che sia considerato tale sia dal compratore che dal venditore. I test di un laboratorio di microbiologia dovrebbero essere obbligatori per assicurare che i metalli pesanti, i pesticidi e gli insetticidi non siano presenti in concentrazioni (ppm parti per milione) che violano gli standard sanitari stabiliti per il paese. Inoltre si dovrebbero fare ulteriori test di laboratorio per verificare le quantità di principio attivo di CBD, THC, CBG etc. Nel futuro prossimo tutto ciò dovrebbe costituire la normale procedura per tutti i coltivatori di canapa. Ciò garantirà che sia il produttore che i compratori saranno consapevoli della qualità e quantità del materiale in questione.

Il valore del raccolto corrisponde davvero al suo prezzo?

Aumentare la produzione in maniera sicura significherà portare avanti parte della coltura su ordinazione, cioè avere clienti che ordinano una parte del raccolto prima che venga coltivato. Questo è il modo migliore per compensare certe spese e per coprire una parte dei costi di gestione dell’azienda. Consente inoltre all’agricoltore di conoscere la quantità di piante da coltivare. La situazione più rischiosa per una farm è avviare la produzione senza né ordini né clienti, così come avvenuto nel 2018 in Italia a molti che hanno avviato la produzione senza avere un quadro globale del business. I costi relativi alla produzione di colture di qualsiasi entità sono consistenti: necessitano cloni o semi, fertilizzanti e sistemi d’irrigazione, oltre a dover valutare i costi della mano d’opera e tutte le spese quotidiane che un’azienda agricola deve considerare per ottenere una produzione minima. Se le piante sono infestate da parassiti o attaccate da insetti nel corso della produzione, si dovranno aggiungere alle spese correnti il trattamento chimico e il lavoro extra al fine di avere un quadro più chiaro di ciò che è necessario come minimo. Se non vi sono clienti in attesa di ritirare parte del raccolto appena questo è pronto, si dovranno sostenere ulteriori spese per essiccare, lavorare e stoccare il raccolto. Poiché le piante essiccate iniziano a deteriorarsi dopo un anno e mezzo/due, se nel frattempo non si è trovato un cliente, i componenti presenti nella pianta iniziano a degradare e il raccolto vedrà ridursi ulteriormente il suo valore.

Se il raccolto è destinato esclusivamente all’estrazione, sarà necessario un aiuto economico al fine di sostenere i costi della lavorazione della biomassa per ottenere estrazioni pulite con buone proporzioni di concentrazione di ingredienti attivi. Questi costi sono consistenti e ogni processo rappresenta un onere aggiuntivo della lavorazione del materiale. Considerando che esiste un prezzo relativo per i cristalli di CBD puro, una volta effettuata la lavorazione, significa che le concentrazioni di CBD che oscillano tra il 20 e il 100% possono essere calcolate da compratori e venditori in base a questo fattore. Oggi in Europa il prezzo al dettaglio di un kg di cristalli di CBD al 99.6% è di circa 10.000 euro. Quindi i coltivatori che vogliano vendere la propria biomassa per il mercato delle estrazioni, possono su questa base predire approssimativamente il valore reale della loro merce. Cinque anni fa il kg di CBD puro al 99.6% aveva un valore di quasi 60.000 euro. All’aumentare della disponibilità emergerà il vero valore del materiale. Non ho alcun dubbio che le varietà di canapa industriale con meno dello 0.3% di THC saranno alla fine destinate al mercato delle estrazioni visto che, così com’è e con le concentrazioni che presentano le infiorescenze, la cannabis light non è utile per coloro con problemi di salute. Pertanto saranno le estrazioni con il CBD dal 20% in su quelle idonee per i prodotti cosmetici, gli integratori alimentari, il cibo e i prodotti farmaceutici derivati dal CBD. I tempi delle aziende che traggono profitto dalla situazione di legalità della cannabis light avranno i giorni contati quando coloro che fabbricano i prodotti realizzeranno lo scarso valore della biomassa con concentrazioni basse.

Il valore del raccolto corrisponde davvero al suo prezzo?

Se viene usato come prodotto da fumare, la quantità di CBD necessaria per fare effetto può essere solo sotto forma di concentrato, distillato o e-liquid. Dopo 5 anni di legalizzazione, negli USA ormai appare chiaro che l’uso di cannabis light è utile solo sotto forma di estratto, molto raramente come fiore essiccato e non lavorato. Considerando che le persone con problemi di salute in genere non fumano, la pianta di cannabis è utile se impiegata per l’estrazione, per cui è logico che questa sia la sola direzione in cui ci muoviamo. Nel mercato statunitense si trovano distillati con concentrazioni che vanno dal 20 all’80% e, visto che sono prodotti in laboratori privi di contaminanti, si è osservato un forte aumento del loro utilizzo da parte di coloro che prima ne fumavano ne coltivavano cannabis. Lo status attuale del CBD nella Comunità Europea è in aggiornamento: sono in corso le procedure per registrarlo come “novel food” e in teoria diventerà più difficile che ci siano prodotti fasulli.

Quando l’eccitazione e le follie della corsa all’oro verde si sgonfieranno e la vera natura del duro lavoro e dell’agricoltura emergeranno come la parte reale di questa nuova industria, vedremo che saranno i prodotti classici ben elaborati quelli che riempiranno gli scaffali dei negozi.

Il valore del raccolto corrisponde davvero al suo prezzo?Non importa quanto ci vorrà, la ricerca di prodotti ben fatti e di alta qualità da parte di pazienti assennati o di persone informate esisterà sempre. Il problema è in primo luogo il periodo in cui, alla ricerca dei prodotti giusti, si fanno necessariamente prove ed errori, e poi, una volta trovato il prodotto giusto, riuscire a trovare il dosaggio corretto! Considerato che molte persone che necessitano CBD o altri componenti presenti nella pianta sono disposte a tutto pur di ottenere il prodotto adatto a loro, è solo questione di tempo trovare il dosaggio corretto e la giusta qualità.

L’unico modo per stabilire una scala di prezzi che sia corretta per produttori, agricoltori, acquirenti e rivenditori sarà quello di prezzare il prodotto agricolo in base alle sostanze contenute.

Per coloro che iniziano a lavorare nella coltivazione e nell’estrazione da biomassa, l’uso di laboratori e test indipendenti sarà essenziale per ottenere le certificazioni corrette e per registrare materiali puliti di alta qualità da utilizzare per la realizzazione di ulteriori linee di prodotto.

Ad ogni modo tutto ciò costerà denaro e tempo in quantità prima che si raggiungano i propri obbiettivi, per cui è essenziale piazzare una parte del raccolto ai clienti prima di andare avanti. Scaglionare la vendita del materiale consentirà all’azienda di ottenere un miglior prezzo medio per kg e, al flusso di denaro, di continuare a scorrere per tutto l’anno piuttosto che nei periodi in cui tutti immettono sul mercato il proprio raccolto.

Le complessità di quest’industria devono ancora essere scoperte nel dettaglio, ma questo percorso è ricco di esperienze di apprendimento e coloro che percorreranno questa strada si arricchiranno per sempre e diventeranno esperti e profondi conoscitori di questa meravigliosa pianta che chiamiamo cannabis.

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