Il turismo del futuro punta allo spazio
Tra tutti i settori del turismo e dei viaggi ce n’è uno in particolare che grazie all’abbassamento dei costi della tecnologia potrebbe diventare in futuro possibile per la massa, ed è lo spazio.
Fino dal suo sviluppo negli anni cinquanta del XX secolo i viaggi spaziali sono stati un desiderio dei molti appassionati ma i costi e le strutture necessarie alla sua realizzazione erano possibili solo ai governi di Paesi economicamente sviluppati. È solo alla fine degli anni Novanta che nasce la prima compagnia a fini commerciali per i viaggi spaziali, la Space Adventures.
Nel 2001 l’uomo d’affari americano Dennis Tito è il primo cosmonauta a pagamento e di fatto il primo turista spaziale. Il volo spaziale è oggi ritenuto un settore commerciale interessante da parte di diverse compagnie. Oltre alla già citata Space Adventures, sono state fondate numerose altre imprese tra cui Virgin Galactic, Starchaser, Blue Origin, Armadillo Aerospace, XCOR Aerospace, Rocketplane Limited, e il progetto europeo Project Enterprise. L’offerta prevede principalmente voli suborbitali con altezze massime di 100-160 chilometri.
Questo tipo di volo consente di rimanere da tre a sei minuti in condizione di assenza di peso, di osservare il panorama stellare e l’orizzonte curvo della terra. Il costo previsto per questi voli è di circa 200mila dollari a passeggero.
Come i viaggi degli emissari britannici del XIX secolo o degli spagnoli alla conquista delle Americhe, anche lo spazio da luogo escluso alla massa dei viaggiatori lentamente e inesorabilmente attraverserà un processo di democratizzazione rendendolo a portata di tutti.