Il totale fallimento del proibizionismo e delle politiche antidroga
Il consumo di sostanze stupefacenti può essere molto pericoloso, ma le strategie adottate per contrastarne la diffusione possono esserlo ancora di più.
Un bilancio sulle politiche antidroga portate avanti negli ultimi decenni non può che essere negativo: le misure poste in essere sono state ancora più dannose dell’abuso indiscriminato di stupefacenti.
Nel corso dell’ultima sessione speciale delle Nazioni Unite sul consumo di droga nel 1998, erano state sollecitate misure legislative draconiane finalizzate a vietarne l’uso, la produzione, il traffico e il possesso. Il ricorso a simili norme dirette a stroncare il mercato della droga ha avuto come conseguenza una disfatta su tutti i fronti che in Messico ha causato ben 27.213 morti, senza peraltro imprimere una svolta decisiva alla lotta antidroga.
Sono finiti, inoltre, in manette nel 2006 ben 155 milioni di persone trovate in possesso di droghe destinate a un uso esclusivamente personale, un eccesso di zelo che ha gravato notevolmente e inutilmente sul bilancio statale. Nei prossimi giorni, tra il 19 e il 21 aprile, dopo diciotto anni, si svolgerà una sessione speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Ungass 2016) che potrebbe segnare un cambiamento decisivo in una storia tutta da riscrivere. Infatti, la lunga vicenda delle politiche antidroga è costellata di clamorosi errori, che hanno stroncato giovani vite, senza infliggere un colpo decisivo al narcotraffico, anzi, se è possibile, consolidandone ulteriormente la posizione. Kofi Annan, ex-segretario generale dell’Onu ha condannato in modo inappellabile le politiche antidroga che hanno mietuto molte più vittime di quante non ne abbia fatte la droga.
Si mette in discussione, in modo particolare, la validità delle linee guida contenute nella Convenzione unica sugli stupefacenti risalente al lontano 1961. In quell’occasione si mirò principalmente a individuare gli strumenti per contrastare le mire del narcotraffico, sulla scorta di vaghe indicazioni riguardo a una forma di cooperazione internazionale che, strada facendo, ha mostrato tutte le crepe di un sistema inefficace e anacronistico.
La lotta alla droga non ha sortito effetti significativi. Molte cose sono cambiate rispetto al passato e, a dispetto di tutte le previsioni, risultati apprezzabili sono stati raggiunti percorrendo strade ritenute, solo fino a pochi anni fa, del tutto impraticabili. In alcuni Stati degli Usa, infatti, la legalizzazione della cannabis ha inferto un duro colpo ai narcos, sottraendo una cospicua fetta di profitti ai loro traffici internazionali. Inoltre la depenalizzazione della marijuana ha contribuito alla riduzione del sovraffollamento delle carceri e ha implementato gli introiti statali.
Bisogna, dunque, prendere atto dei cambiamenti e adottare misure mirate a contrastare in modo intelligente le attività dei narcos, che si arricchiscono sulla pelle di quanti, risucchiati dal vortice di un inconsapevole “cupio dissolvi”, si lasciano irretire dall’illusoria sensazione di onnipotente invulnerabilità legata al consumo di cocaina e metanfetamine. A quali conclusioni perverranno i partecipanti alla prossima sessione speciale dell’Ungass? Spira un forte vento di cambiamento che non spazzerà via gli errori commessi, ma almeno farà riflettere sulla necessità di cambiare rotta.