Il sindaco di Mondovì ha vietato la vendita di cannabis light per 12 mesi sul territorio comunale
In Piemonte, il primo cittadino del capoluogo monregalese, Mondovì, Paolo Adriano, lo scorso 29 marzo ha emesso un’ordinanza sindacale temporanea in cui vieta la vendita della cannabis light sul territorio del Comune. Per un periodo di 12 mesi, decorrenti dalla data del presente provvedimento, è vietata «ogni forma di commercio al dettaglio in sede fissa (anche tramite distributori automatici h/24) e su aree pubbliche di prodotti e/o miscele vegetali costituite da infiorescenze di canapa sativa L. a basso tenore di principio attivo (THC < 0,2%) e suoi derivati (resine)».
Una decisione che ha subito creato parecchio dibattito.
Nell’ordinanza vengono messe in evidenza diverse argomentazioni che motivano il divieto imposto sulla vendita della cannabis light, tra cui: «Rilevato che, così come emerge dall’indagine riportata dalla Guida Growshop Magica Italia edizione 2019 – la pubblicazione più dettagliata del cannabusiness italiano, recante l’elenco dettagliato e completo dei negozi di settore presenti sul territorio – mai come nell’ultimo anno, il 2018, si è assistito ad una crescita esponenziale del settore che oggi conta in Italia oltre 700 punti vendita a fronte dei 408 rilevati nell’anno 2017 (in Piemonte nel medesimo arco temporale i “negozi a tema” sono ascesi da n. 34 a n. 50). Trattasi di un vero e proprio boom dovuto soprattutto, secondo gli studi del settore, al diffondersi della commercializzazione del prodotto di maggior successo ovvero le sopra citate miscele vegetali», che a quanto pare è meglio proibire e vietare anziché regolamentare il mercato in continua crescita e potenzialmente positivo per l’economia italiana.

Nell’ordinanza si legge anche: «Ritenuta prioritaria e urgente l’esigenza di tutelare la collettività da potenziali rischi per la salute psico-fisica, quale bene primario costituzionalmente garantito, rispetto alla libertà di iniziativa economica e di tutela della concorrenza». Il sindaco ha inoltre affermato che la decisione dell’ordinanza deriva dall’ambiguità normativa della “cannabis legale”.
L’avvocato Carlo Alberto Zaina commenta il gesto del sindaco di Mondovì affermando che questa è una «Ordinanza del tutto illegittima emessa da un sindaco che ignora che le Sezioni Unite, SSUU, si pronunzieranno il 30 maggio ed a partire da quella data (qualunque sia l’esito) non potrà avere valore. Il Sindaco ignora altresì che una circolare ministeriale non ha valore di legge».
Insomma l’ennesima mossa proibizionista che probabilmente, e lo speriamo, si rivelerà un grosso buco nell’acqua.