Il senatore Mantero (M5S) ha depositato un nuovo Ddl per la legalizzazione della cannabis
Una nuova proposta di legge per la legalizzazione della cannabis è stata depositata in Parlamamento, questa volta al Senato, da parte di Matteo Mantero, senatore del Movimento 5 stelle.
La proposta verte innanzitutto sul diritto all’autoproduzione per i consumatori, prevedendo la possibilità di coltivare fino a 5 piante per ogni cittadino maggiorenne, la possibilità della coltivazione associata nei “Cannabis social club”, l’abolizione delle pene amministrative per i consumatori e l’apertura di un mercato libero della cannabis, sottoposto ad aliquota Iva maggiorata (25%, con il 3% da destinare a rafforzare il sistema scolastico e sanitario pubblico) e con l’obbligo per i produttori di coltivare cannabis tramite metodo biologico.
La proposta depositata da Mantero è stata redatta da una serie di associazioni e negozianti del settore che si sono raccolti nel comitato “Manifesto per la cannabis libera”. L’iniziativa è stata affiancata anche da circa 36mila firme di supporto, raccolte online (non certificate e quindi senza validità legale).
La proposta di legge Mantero è la prima depositata da quando ha preso il via il nuovo governo tra 5 stelle e Partito Democratico. Tuttavia va ad aggiungersi ad ben altre 7 proposte di legge per la legalizzazione che già sono depositate tra Camera e Senato nella speranza di riuscire ad iniziare l’iter di discussione. Tra queste 3 sono state depositate dal M5S (un’altra dallo stesso Mantero, e due dal senatore Lello Ciampolillo), 3 da membri del Partito Democratico (Tommaso Cerno al Senato, Enza Bruno Bossio e Nadia Ginetti alla Camera) e una da Liberi e Uguali.
Arriva così un’ottava proposta di legge, alla quale non possiamo far altro che augurare di avere maggiore fortuna rispetto alle altre. Tuttavia, seppur il governo è cambiato, la composizione del parlamento rimane la stessa. Al Senato, in particolare, alla legge per essere approvata non basterebbero neppure i voti compatti di M5S, Leu e Pd. Servirebbero anche quelli compatti del nuovo partito di Matteo Renzi (che si è sempre dichiarato contrario alla legalizzazione) oltre ad altri da trovare nel complicato sottobosco nel quale si muovono scaltri equilibristi della poltrona aderenti ai vari gruppi misti, vecchi senatori a vita e improbabili antiproibizionisti di centro-destra. Purtroppo, una missione (quasi) impossibile.