Il ruolo cruciale dell’anandamide nel PTSD e nell’“estinzione della paura”
«Si tratta di una scoperta altamente tecnica, ma importante. È il primo studio di questo tipo a dimostrare che l’abbassamento dei livelli di anandamide ha conseguenze negative sul comportamento emotivo».
Zoe Sigman di Leafly, già direttrice di programma di Project CBD, e che ha collaborato alla regolamentazione del CBD con l’FDA, è convinta che: «Comprendere il ruolo dell’anandamide ci dà una maggiore comprensione del perché la cannabis, con la sua capacità di imitare gli effetti dell’anandamide, potrebbe aiutare i pazienti affetti da PTSD (il disturbo da stress post traumatico, ndr)» e addirittura arrivare a «spiegare perché il PTSD si sviluppa: quei cervelli non producono abbastanza anandamide per rimanere in equilibrio emotivo».
Il punto di partenza è che, come esseri umani, se ricordassimo e mantenessimo con noi il ricordo di ogni singolo istante di paura che abbiamo provato, non saremmo in grado di funzionare e che quindi, il meccanismo che prende il nome di “estinzione della paura”, è fondamentale. Nel PTSD succede proprio questo: viene compromesso il processo che aiuta il nostro cervello a dimenticare gli eventi traumatici.
Secondo un recente studio dell’Università di Leiden pubblicato su Nature Chemical Biology un ruolo chiave in questo meccanismo viene giocato proprio da un endocannabinoide, l’anandamide, che è alla base di diversi processi fisiologici del nostro corpo, uno dei quali è la sensazione di benessere, che gli sportivi conoscono bene, in seguito a una intensa fatica. E quindi il team di ricercatori ha ribaltato il paradigma: hanno ridotto la produzione di anandamide per capire che effetti potesse avere. E così hanno scoperto che i topi con minore produzione di anandamide erano molto più stressati – con livelli più alti di cortisolo – rispetto ai topi normali e subivano gli effetti della paura per molto più tempo rispetto ai topi normali. Bisogna sottolineare che il composto utilizzato per lo studio non è mirato specificamente all’anandamide, ma sopprime anche altri endocannabinoidi (come OEA e PEA), anche se i ricercatori ritengono che i risultati siano dovuti più che altro alla minore produzione di anandamide.
Fonte: cannabisterapeutica.info