Il ritorno delle trivelle e delle bugie
Ritornano sempre, questa volta con la scusa delle bollette. Sta a noi difendere la natura
Le trivelle ritornano sempre, l’ho sempre saputo. Quella robaccia che c’è nel sottosuolo fa troppa gola a speculatori e affaristi che non smetteranno mai di trovare occasioni per farci soldi e per distruggere il nostro ambiente.
E questo vale ancora di più adesso che il petrolio sta a circa 100 dollari al barile, e il gas a 7 dollari per MBBTU (circa 30 metri cubi).
Questa volta la scusa (buona e bella) è della guerra in Ucraina e dell’inflazione.
Tutti noi abbiamo visto le temperature folli di Ottobre, caldo da mare in tutto lo Stivale. Tutti abbiamo letto di ghiacciai che si sono sciolti e che chissà se torneranno più come prima, dalle Alpi all’Appennino. Tutti abbiamo vissuto estati torride del tutto innaturali rispetto a qualche anno fa. E questo solo restando in Italia.
Ogni goccia in più di petrolio che estraiamo, ogni infrastruttura di gas che riproponiamo oggi, è un ulteriore passo verso la catastrofe domani.
Gli idrocarburi che abbiamo in Italia sono pochi, fanno schifo, sono distribuiti in giacimenti piccoli e scomodi e finiranno sul mercato internazionale. Con buona pace di Cingolani e del nuovo ministro della transizione ecologica, Gilberto Fratin. Tutto quello che si poteva estrarre facilmente e di un certo vero valore energetico è stato già pompato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Adesso restano le briciole.
Ci vorranno anni affinché tutto ciò che estraiamo di nuovo, con permessi nuovi e infrastruttura nuova, venga portato nelle case delle persone. Anche se la Meloni e si suoi nuovi compari parlano di permessi veloci, ci vorranno lo stesso anni per saggiare il terreno, per ottenere permessi, per scavare pozzi, per costruire oleodotti e centrali di trattamento. Anni.
Vogliamo sperare che la guerra e l’inflazione saranno finite per allora.
Tutto quello che approviamo ora servirà solo per continuare la nostra dipendenza energetica dalle fossili per altri 30 anni e per rimpiguare le casse dei petrolieri per altri 30 anni. Avremo il sole a 30 gradi anche a Carnevale di questo passo.
Le supposte neo-trivelle nostrane non abbasseranno le nostre bollette di quest’anno e nemmeno del prossimo anno.
Non a caso gli unici eccitati delle trivelle sono quelli di Federpetroli e dell’ENI e quelli del governo che con i petrolieri vanno a nozze, quale che sia il loro colore politico.
Milano Finanza il giorno 28 Ottobre 2022 scrive: “I conti di Eni battono il consensus: i numeri al 30 settembre 2022 consegnano un terzo trimestre da record, che porta a 16,8 miliardi di euro il risultato operativo dei nove mesi (+187%) e a 13,26 miliardi di euro l’utile netto, oltre 5 volte quello dell’analogo periodo 2021 (+475%, erano 2,3 miliardi nel 2021)”
Nel 2022 hanno fatto 5 volte l’utile del 2021! Marciano sui profitti record mentre i prezzi salgono alle stelle e usano la crisi per trivellare ancora e dunque per fare ancora più profitti.
Le trivelle nuove non cambieranno di una virgola lo scenario energetico nazionale; è molto più facile, economico, pulito, intelligente, riempire i tetti degli italiani di pannelli solari, promuovere l’anti-spreco, e l’efficenza energetica. Questo è molto più veloce, decentralizzato, lungimirante.